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giovedì 11 luglio 2019

Il "Watenaccio" Di Walter Smith Ai Glasgow Rangers

Non si può dire che la carriera manageriale di Walter Smith ai Glasgow Rangers sia stata avara di risultati, magari di gioco offensivo si però.
O meglio, un gioco sicuramente efficacie ma spesso criticato per il suo estremo difensivismo degno della miglior scuola italiana degli anni 60 (e non solo), ribattezzato dagli stessi tifosi scozzesi come "Watenaccio".
La passione di Smith per la Serie A si è estesa all'acquisto di un buon numero di giocatori dal campionato italiano: da Brian Laudrup a Paul Gascoigne, durante il suo primo, sontuoso mandato come manager dei Rangers negli anni '90. Imparò che l'Italia e i suoi club erano accorti quando si trattava delle grandi occasioni: ad esempio fu l'assistente di Jim McLean quando il Dundee United vide capovolto il suo 2-0 contro la Roma nella semifinale della Coppa UEFA del 1984 (vennero sconfitti 3-0).
Nato a Lanark nel 1948 divenne in seguito assistente di Graeme Souness ai Rangers sino al 1991 quando, a seguito delle dimissioni di Souness, divenne l'allenatore della squadra.
L'esperienza di Smith sulla panchina del club di Glasgow fu assolutamente positiva, con sei titoli di Scozia consecutivi (che con i tre di Souness costituivano una striscia di nove per i Rangers), tre Coppe di Scozia, tre Coppe di Lega e un treble nel 1992/93.
Gattuso ricorda un aneddoto della sua esperienza sotto Walter Smith ai Rangers, prima di finire al Milan:

Gattuso: "Mi disse 'guarda io punto molto su di te ma stai tranquillo, guai se ti fai ammonire'. Io 'don't worry, mister'. Comincia la partita, passano 40 secondi ed entro deciso, venendo ammonito. Che casino...rientriamo negli spogliatoi, non ho nemmeno il tempo di parlare, di spiegarmi che mi arriva dritto sulla faccia uno scarpino volante che mi sfregia. Tre punti sutura. Io zitto, mi faccio medicare ma torno in campo. E vinciamo"

Nel 1998, dopo sei anni di completo dominio del calcio scozzese, Smith decise di abbandonare i Rangers dopo aver abdicato in campionato (vinto dal Celtic).
Nonostante quest'ultima sconfitta, a cui si unì anche quella in finale di Coppa di Scozia contro gli Hearts, Smith lasciò Ibrox con la reputazione di tecnico più vincente di Scozia.
Venne ingaggiato in Premier League dall'Everton.
Smith si trovò a sostituire Howard Kendall alla guida di una squadra che aveva appena sfiorato la retrocessione in First Division, salvandosi grazie alla differenza reti a spese del Bolton.
L'Everton ai tempi era un piccolo club ed anche in difficoltà finanziarie, infatti nei tre anni successivi continuò a navigare nei bassifondi della Premier League. L'esperienza di Smith al club di Liverpool si concluse bruscamente con un esonero nel marzo 2002, con la squadra in piena zona retrocessione.
Dopo due anni di pausa, nel marzo 2004 Smith fu chiamato da Alex Ferguson come suo vice sulla panchina del Manchester Utd, incarico che tenne fino al 2 dicembre 2004, quando divenne CT della nazionale scozzese.
Sotto la sua guida la Scozia non riuscì a qualificarsi ai mondiali 2006 a causa di una sconfitta contro la Bielorussia; nel girone di qualificazione per gli europei 2008 la sua squadra battè 1-0 la Francia, finalista al campionato del mondo 2006.


IL WATENACCIO IN COPPA UEFA E IN CHAMPIONS LEAGUE
Nel 2007 Smith tornò ad allenare i Rangers ed è qui che si ricorda una grandissima cavalcata europea, anche se terminata in malo modo.
Gli scozzesi superati i due turni di qualificazione (3-0 in aggregate allo Zeta ed 1-0 allo Stella Rossa), accedono alla Champions League e finiscono nel girone di ferro comprendente Barcellona, Lione e Stoccarda.
Il girone inizia alla grande: 2-1 allo Stoccarda e vittoria 0-3 a Lione.
0-0 ad Ibrox contro il Barcellona (con un giovane Messi).
Poi il crollo nelle rimanenti 3 partite: sconfitte 2-0 a Barcellona, 3-2 in Germania e 0-3 in casa contro il Lione.
Passano Barcellona e Lione, i Rangers chiudono terzi con 7 punti e finiscono in Coppa UEFA.
Ai sedicesimi 0-0 ad Ibrox contro il Panathinaikos ed 1-1 in Grecia, agli ottavi 2-0 al Werder Brema con sconfitta indolore 1-0 in Germania, ai quarti di finale 0-0 ad Ibrox contro lo Sporting Lisbona e vittoria 0-2 in Portogallo.
In semifinale arriva un doppio 0-0 contro la Fiorentina e successiva vittoria per 4-2 ai rigori.
Un po' come nella partita contro lo Sporting Lisbona, Smith si presenta con un unica punta (Darcheville) e poi barricate su barricate (grazie ad uno splendido David Weir che regge la baracca) con ripartenze in contropiede.
Calcio all'italiana dunque.
Per il resto tanto cuore, muscoli ed umiltà.
Nella finale di Manchester la diga eretta da Walter Smith regge sino al 72esimo, poi lo Zenit vince 2-0 e fa sua la Coppa UEFA.
Smith schiera un 4-4-1-1 con Darcheville unica punta, supportato da Barry Ferguson leggermente più avanzato.
Anche qui il muro degli scozzesi è quasi invalicabile con difesa ad oltranza, malgrado Ferguson e Darcheville possono sbloccarla allo scadere del 1t, così come Nacho Novo al 90esimo ha la clamorosa occasione per portarla ai supplementari (lo Zenit raddoppia al 94esimo).
Fuori dallo stadio scoppiano gravi incidenti con oltre 40 tifosi scozzesi arrestati ed un russo, grave, accoltellato ma questa è tutta un'altra storia.
Nel 2010, in Champions League, si ricorda anche il super catenaccio eretto contro il Manchester Utd e lo 0-0 strappato.
Quattro giorni prima era stato il 25° anniversario della morte di Jock Stein, colui che negli anni 60 riuscì a formare un gruppo di ragazzi terribili nati tutti attorno a Parkhead e capaci di infrangere il famigerato catenaccio di Helenio Herrera, battendo l'Inter e diventando la prima squadra britannica (Celtic) a vincere la Coppa Campioni.
All'Old Trafford, i Rangers presero il campo per soffocare il Manchester United così come Herrera provò a chiudere la porta al Celtic a Lisbona nel 1967.
La differenza è che le tattiche di Walter Smith ebbero esito positivo.
Dall'inizio alla fine della partita si assistette ad un unico schema monotono: United prende la palla, United preme in avanti, United si impantana ai margini dell'area di rigore di Allan McGregor, i Rangers spazzano, United riprende la palla, United spinge in avanti, etc.
Schierati con Kenny Miller davanti, nessuno credeva e già prima che la partita iniziasse che i Rangers si sarebbero buttati in avanti per cercare di segnare.
Ovviamente la difesa ad oltranza non è solo una questione di affollare la propria area di rigore ma un'arte perchè c'è sicuramente anche altro dietro.
Tempismo, concentrazione e disciplina sono le chiavi.
Madjid Bougherra, Lee McCulloch e David Weir le chiavi della partita.
Tutto ciò comunque fu la testimonianza di un mestiere difensivo di alto livello, anche se non di certo spettacolare.
Malgrado Alex Ferguson, allenatore dello United, sottovalutando un po' l'impegno prima della partita aveva cambiato 10 giocatori.
Il calcio scozzese, come disse Smith all'Old Trafford, è costretto a operare con poche risorse finanziarie, visto che la tattica più efficacie è parcheggiare l'autobus davanti alla porta per tutta la partita.
Ad Ibrox invece i Rangers reggono sino all'87esimo, prima di essere puniti da un rigore di Rooney.
Il Manchester Utd dominerà comunque il girone chiudendo al primo posto (e venendo sconfitti poi in finale dal Barcellona di Messi), secondo finirà il Valencia, i Rangers chiuderanno terzi.
Da un punto di vista offensivo, in generale, era spesso Bougherra (difensore centrale) ad avanzare palla al piede.
Bougherra venne ingaggiato dai Rangers nel 2008 e rimase sino al 2011.
Il concetto di Walter Smith di essere un rivoluzionario tattico o anche di stare al passo con il Mourinho dell'epoca era un qualcosa che comunque si tradusse in ottimi risultati. Spesso etichettato come un dinosauro, un tradizionalista e troppo bloccato nei suoi modi di pensare per giocare un calcio moderno.
In sostanza, con il tempo, il ruolo primario dell'attaccante è cambiato (come ha fatto Kris Boyd) dall'essere solo un punto di riferimento in avanti alla creazione di spazio per gli altri (Kenny Miller).
Un'altra caratteristica erano sicuramente i terzini Alan Hutton e Steven Smith liberi di scattare in avanti ed attaccanti aggiunti almeno in situazioni di rottura e contropiede.
Infine il libero.
Il sistema di gioco del catenaccio, usato nel calcio italiano negli anni '60, utilizzava in particolare un libero difensivo.
Molti difensori centrali hanno la capacità di portare la palla fuori dalla difesa e iniziare gli attacchi per le proprie squadre, grazie alle capacità tattiche (lettura del gioco, anticipo, posizionamento) e tecniche (passaggio, visione del gioco).
Quando pensiamo al ruolo del libero pensiamo a Mattheus, Sammer e Beckenbauer.
Bougherra ai Rangers era il perfetto esponente di questo ruolo per la sua lettura del gioco, per gli anticipi, posizionamento, contrasti, passaggio e visione.
L'idea di Smith era contenere gli avversari, fare tanto pressing, raddoppiare/triplicare/accerchiare gli avversari pericolosi ed ovviamente massimizzare i punti forza della sua squadra e minimizzare quelli degli avversari.
Nel 2011 Smith lascerà i Rangers e si ritirerà con ben 21 trofei vinti.


COME FERMARE MESSI? I RANGERS CI RIUSCIRONO
Qualche settimana fa il Barcellona, malgrado una partita non certo brillante ed un punteggio davvero severo per il Liverpool, ha vinto 3-0 la semifinale di andata di Champions League con Messi che ha segnato il suo 600esimo gol in carriera.
Barry Ferguson faceva parte della squadra dei Rangers che, sotto Walter Smith appunto, costrinse il Barcellona allo 0-0.
Messi fu talmente esasperato che chiamò questa tattica "anti-calcio".
Non che comunque ciò infastidì Smith o Barry, dopotutto.
Sul Daily Record, Ferguson: "Quella sera del 2007 scendemmo in campo l'intenzione di fare tutto il possibile per impedirgli di fare quello che ha fatto a Liverpool mercoledì scorso e ha funzionato.
Ci sono alcune squadre che incontri in Champions League e dici a te stesso 'sì, sono più forti ma giochiamo in casa stasera, possiamo fare bene. Poi c'è il Barcellona'. Quella sera era contro anche Andres Iniesta e Xavi Hernandez.
E poi, come se non fosse abbastanza, hai questo altro piccoletto che corre come un pazzo. Questo fenomeno assoluto.
C'è una domanda che deve essere posta prima di andare oltre ma è reale? Non sono sicuro che lo sia. Una parte di me è ancora convinta che in realtà potrebbe essere un robot.
Quindi, sì, siamo scesi in campo con un piano per impedirgli di farci del male e l'unica cosa che abbiamo potuto architettare era di impedire che la palla arrivasse a lui.
Walter Smith ci diceva 'stai in piedi, fallo circondare, se c'è uno o due di voi intorno a lui assicurati che siano sempre due o tre. Il più velocemente possibile!' Ma la parte più importante della strategia era cercare di impedire agli altri giocatori di fargli arrivare la palla: era lì che tutto il duro lavoro e il posizionamento in campo erano fondamentali. Dovevamo lavorare in gruppo per chiudere lo spazio e bloccare gli angoli del campo, per evitare che prendesse palla in zone pericolose. Se lo guardi attentamente, spunta qua, là e dappertutto. Quando giochi contro il Barça la tua testa sta girando, sai che non puoi permetterti di spegnerti neanche un momento ed è tanto estenuante mentalmente quanto fisicamente.
Non c'è modo di fermare Messi, il trucco è quello di impedire agli altri di passargli la palla.
Hai anche bisogno di occhi nella parte posteriore della tua testa ed è qui che la nostra squadra era un po 'speciale, eravamo disposti ad aiutarci a vicenda ed anche abbastanza intelligenti da sapere quando eravamo seriamente surclassati.
Walter non ci ha mai fatto credere di essere meglio di quello che eravamo realmente: sapeva che c'era un solo modo in cui potevamo superare una partita del genere senza essere distrutti: lavorare l'uno per l'altro. Quindi la comunicazione è stata fondamentale per il piano.
Dovresti cercare di concentrarti sempre su quello che sta succedendo vicino a te e sentire gridare 'È qui! Aiutami!' Non penso di essere riuscito a dargli un calcio durante quella notte, solo qualche spinta e trattenuta di maglia! Lui anche quando viene abbattuto, si alza e dice 'Dammi di nuovo la palla'. Questa è la parte più spaventosa, non puoi far demolire il ragazzo, non importa quanti falli prenda".



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