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martedì 29 settembre 2015

Storie Delle Leghe Americane Di Baseball: Messico, Venezuela, Cuba, R.Dominicana

Le prime informazioni su questo gioco risalgono agli inizi del ‘700 in Inghilterra, dove veniva praticato un gioco chiamato “Baseball”.
Ma è in America che il gioco si sviluppa maggiormente e nel 1857 già si giocano partite di 9 inning con un l’arbitro che chiama gli "Strike" e i "Ball".
Nel 1860 il Baseball arriva anche a Cuba, oggi una delle capitali mondiali di questo sport.
Da Cuba, lo sport si diffonde in molti paesi caraibici e latinoamericani.
Tra questi, i più competitivi a livello mondiale sono: la Repubblica Dominicana, le Antille Olandesi, Porto Rico, Messico e Venezuela.
Nel 1873 il Baseball raggiunge anche l’Estremo Oriente dove, in Giappone, viene disputata la prima partita. Nel 1904 il gioco fa la sua prima apparizione in un’Olimpiade a St.Louis.


LIGA MEIXICANA DE BEISBOL
La Liga Mexicana è il massimo campionato messicano di Baseball.
Vi partecipano 16 squadre, suddivise in due divisioni e viene giocato da metà marzo a metà agosto.
Quando fu fondata, nel 1925, la lega comprendeva sei formazioni (74 Regimiento, México, Agraria, Nacional, Guanajuato e Águila).
Dopo di allora la lega costituì nuove squadre dislocate in tutto il territorio fino ad arrivare col passare degli anni, alla struttura attuale, con 16 squadre suddivise in divisione nord e divisione sud (ciascuno da 8 squadre), le quali giocano circa 120 partite a stagione, anche di intergirone.
Prima di questa disposizione le divisioni erano 4 con 20 squadre in totale.
Il titolo messicano di Baseball viene conferito al vincitore della serie di partite di finale, sette di solito, tra le prime due classificate di ogni divisione.
Rientrano nelle gerarchie delle Minors dal 1955 (Classe AA), dal 1967 (Classe AAA).
Storicamente le squadre più vincenti sono: Diablos Rojos Del México, Tigres De Quintana Roo, Sultanes De Monterrey, Rojos Del Águila De Veracruz.
Invece la Mexican Pacific League sono Minors invernali che vanno da ottobre a dicembre, fondata nel 1957 e con affiliazioni in MLB.
Molti messicani poi hanno sfondato in MLB: da Vinny Castilla ad Adrian Gonzalez, passando per Francisco Rodriguez, Cesar Ramos, Yovani Gallardo, etc
Nel 2013 fece scalpore un evento di cronaca nera che colpì Ciudad Juarez, una delle città con più alto tasso di omicidi e criminalità al mondo.
Qui i narcos si contendono i corridoi per far entrare droga e immigrati illegali in Texas, e qui sono stati trovati i corpi stuprati e mutilati di più di seicento operaie, mentre tremila donne risultano disperse dal 1993.
Al numero 4610 di El Porvenir due uomini incappucciati scendono da una macchina armati di AK-47.
Nel cortile della casa una trentina di persone sta celebrando la vittoria in un torneo di Baseball.
Intorno vi è la squadra al completo, oltre all’allenatore, i genitori, le sorelle e molti bambini.
Mentre si alzano i calici per l’ennesimo brindisi, il commando apre il fuoco.
Bastano due minuti per uccidere dieci persone, la maggior parte ragazzi tra i quindici e i vent’anni.


VENEZUELAN PROFESSIONAL LEAGUE: BASEBALL, SEQUESTRI E RAPINE
La Venezuelan Professional Baseball League è il più alto livello per quanto riguarda il Baseball venezuelano.
Pensi al Venezuela ed automaticamente pensi a campioni quali: Miguel Cabrera, Enrique Gonzalez, Francisco Rodriguez, Victor Martinez, Gerardo Parra, Felix Hernandez, Carlos Zambrano, Anibal Sanchez, Martin Prado, Carlos Gonzalez, Pablo Sandoval, etc
Il Baseball esplose in Venezuela nel 1941, dopo il Campionato del Mondo svoltosi a L'Avana.
Da allora, la comparsa del professionismo in Venezuela ha attirato molti giocatori dai Caraibi agli Stati Uniti.
Ciò è evidenziato da giocatori stellari quali Ramón Bragaña, Martín Dihigo, Oscar Estrada, Cocaina Garcia, Bertrum Hunter, Roy Campanella, Sam Jethroe, Satchel Paige e Roy Welmaker.
Il 27 dicembre 1945, i proprietari del Caracas Brewery fondarono la Venezuelan Baseball League.
La lega è stato formalmente registrata come istituzione nel mese di gennaio 1946 e nello stesso mese ha organizzato il suo primo torneo, a partire dal 3 gennaio 1946.
8 sono i team disposti in un'unica lega con 2 round robin e successivi playoff.
Le squadre più vincenti sono: Leones Del Caracas, Navegantes Del Magallanes, Tigres De Aragua, Tiburones De La Guaira.
In inverno invece si disputa la Liga Parallela che ha la stessa organizzazione della Professional League.
Durante l'inverno i giocatori di MLB vengono mandati qui.
Stadi non grandissimi ma pieni e con un pubblico caldo, campionato competitivo che esporta costantemente giocatori in MLB.
Un giorno sei in uno stadio ultrasicuro americano con 40mila che ti guardano, il giorno dopo sei su una montagna russa che ti può far toccare il paradiso come precipitare nel peggiore incubo della tua vita.
È normale, fa parte degli accordi di collaborazione tra Major League e Lega Venezuelana.
Se puntano su di te, ti smistano nei campionati che giocano d'inverno, quando la MLB è ferma.
Basta ricordare la storia di Wilson Ramos.
Wilson Ramos è il ricevitore dei Washington Nationals, una stella negli Stati Uniti come nel suo Venezuela dove sverna nei Tigres Di Aragua.
Wilson era a casa della madre a Santa Inés, nello stato di Carabobo.
Firmava autografi.
È arrivato un commando di uomini armati, lo hanno portato via su una Chevrolet Captiva arancione poi abbandonata per continuare il viaggio su un altro suv.
Per liberarlo dai rapitori, dopo un conflitto a fuoco, ci vuole un'azione congiunta tra la policia cientifica e la Guardia Nacional Bolivariana del presidente Chavez.
Tre lunghissimi giorni, in cui il Dipartimento di Stato americano esprime la sua preoccupazione, la gente chiede di fermare il campionato, prega, maledice la multinazionale dei secuestros che ormai viaggia a una media di due rapimenti al giorno.
"Eravamo in montagna, nella boscaglia" ricorda Ramos "mi hanno messo in una stanzetta dove mi sono chiesto se sarei uscito vivo dal rapimento. I sequestratori non mi hanno fatto danni fisici, ma psicologici: ridevano e se la spassavano mentre stavo male".
Sei rapitori venezuelani sono stati arrestati: sono disertori, hanno precedenti di droga.
Ma altri ancora sono scappati: "Ce n'era uno con l'accento colombiano", svela Ramos alimentando il sospetto che nell'organizzazione ci fossero gruppi paramilitari che operano al confine tra i due paesi.
E non è il primo ad avere sfiorato la tragedia: in passato è toccato ad altri giocatori della Major League e alle loro famiglie.
Victor Zambrano, ex Tampa Bay, New York Mets, Toronto e Baltimore.
Un idolo per molti, un obiettivo per pochi, ben armati.
In nove giorni gli rapiscono, e uccidono, il nipote Richard, poi sequestrano la madre Elizabeth.
Solo un intervento in stile commando, simile a quello di Ramos, permette la liberazione.
Jose Castillo, ai tempi terza base dei Washington Nationals, prende un taxi tra l'hotel e lo stadio di Caracas: sulla strada lo ripuliscono di collana d'oro e fede nuziale, dopo averlo affiancato con fucili e moto da enduro.
L'esperienza del rapimento la vive pure il figlio undicenne di Yorvit Torrealba, ex catcher dei Colorado Rockies: dopo un giorno liberano lui ed il cognato.
Va peggio al nipote di Jhonny Rafael Carvajal: ucciso in uno scontro a fuoco.
Il Venezuela è stato duro anche per Alex Liddi, il primo italiano ad aver giocato nella MLB.
La solita trafila: dopo aver convinto ai Seattle Mariners, viene spedito ai Cardenales De Lara di Barquisimeto.
Niente rapine o sequestri ma tante critiche per lui da parte dei tifosi, da sempre avversi agli "importados".


CUBAN BASEBALL LEAGUE: LE FUGHE DA CUBA
Il sistema cubano è strutturato in più League e Series governate appunto dalla federazione cubana.
Troviamo la Cuban National Series(da novembre ad aprile) e le SuperLiga(da maggio a luglio).
Dopo la rivoluzione Cubana, il baseball divenne lo sport nazionale, è in particolare dal 1960/61 che si disputa la prima Cuban League Season.
Dopo la già citata rivoluzione, venne creata una selezione di ex guerriglieri, chiamata "Los Barbudos".
In particolare la Cuban National Series è strutturata in 4 gironi con 4 squadre ciascuno (2 gironi a est e 2 ad ovest dell'isola) e ogni squadra disputerà complessivamente 90 partite, 6 contro ciascuna delle 15 avversarie.
La regular season si chiude a marzo, in gennaio c'è il "Juego De Las Estrellas" (l'All Star Game).
Le prime 2 di ogni girone disputeranno i quarti di finale al meglio delle 3 partite su 5.
Le semifinali, al meglio delle 7 partite, si giocano da fine marzo ad aprile.
La stagione cubana si chiude con la SuperLiga, disputata da 4 selezioni di 21 giocatori ciascuna.
Le squadre più vincenti sono: Industriales, Villa Clara, Santiago De Cuba, Pinar Del Rio.
La novità più ghiotta che Cuba introduce nel 2003 è il tentativo di velocizzare il gioco.
I battitori dovranno presentarsi nel box già pronti (con caschetto e protezioni varie già indosso) e le squadre dovranno entrare e uscire dal campo correndo.
A basi vuote, tra un lancio e l'altro non dovranno trascorrere più di 15 secondi.
Inoltre il battitore designato è usato in tutte le partite (per rimarcare una differenza con la MLB).
Nel corso della storia c'hanno giocato giocatori fenomenali quali: Braudilio Vinnent, Julio Romero, Pablo Miguel Abreu, Rene Arocha, Euclide Rojas, Jorgue Luis Valdes, Omar Ajete, Rafael Castillo, Rolando Arrojo, Omar Luis, Orlando "El Duque" Hernandez, Leonys Martin, Ariel Pestano, Danny Betancourt, Yosvany Peraza, Jose Contreras, Rogelio Garcia.
Ad esempio "El Duque", in seguito è approdato in Major League dove ha vinto 4 anelli (3 con gli Yankees e uno con i Chicago White Sox).
La storia degli scambi tra Baseball caraibico ed americano ha più di un secolo.
I Dodgers di Jackie Robinson, primo nero a essere ammesso tra i professionisti, si recavano regolarmente a giocare sui diamanti cubani negli anni 40 e 50.
In quegli anni i Cincinnati Reds gestivano addirittura una squadra satellite, gli Havana Sugar Kings.
Per parlare di anno recenti, Aroldis Chapman stella mancina dei Reds detiene il record del lancio più veloce mai partito dal monte: 106 miglia ovvero più di 170 chilometri orari.
C’è Yoenis Cespedes o Rusney Castillo per citarne alcuni.
Si tratta di «defector», di esuli, scappati da Cuba in maniera avventurosa, via mare, attraversando il Messico, consegnandosi agli scafisti di zona che hanno saputo sfruttare il valore di questi campioni.
Negli ultimi anni è alle porte quella che potrebbe essere una rivoluzione nei rapporti tra i due Paesi.
C'è addirittura chi ventila che tra una decina d’anni potrebbe esserci una squadra cubana nelle Major.
In ogni caso quando si parla di fughe da Cuba e Baseball, non si può non citare Yasiel Puig.
Se sei portoricano o dominicano, le porte americane della MLB non ti sono precluse.
Diverso il discorso se sei cubano, proprio per via dei rapporti non certo idilliaci tra le due nazioni.
Alle prime luci dell’alba di aprile del 2012 un motoscafo con a bordo Puig, la sua fidanzata, Yunior Despaigne (un ex pugile della Nazionale cubana) e un sacerdote della santería, che prima della partenza aveva officiato una cerimonia augurale sacrificando un pollo e recitando preghiere, lascia la costa a nord-ovest dell’isola di Cuba.
I quattro stanno abbandonando clandestinamente la propria patria per cercare fortuna in America.
Tra di loro l’unico piuttosto certo di potercela fare è Yasiel Puig, un giocatore di Baseball già famoso in patria nonostante abbia solo 21 anni.
In realtà la fuga è stata pensata e organizzata proprio per lui.
Raul Pacheco, un oscuro faccendiere di Miami di origini cubane, ha contattato Despaigne offrendogli denaro e il passaggio gratis purché convincesse Puig a disertare.
La missione non è delle più semplici, perché per il regime di Castro assistere alla fuga dei propri campioni ammaliati dalle sirene del capitalismo, non è esattamente quello che si dice una buona idea.
Per questo motivo chi è sorpreso con le mani nel sacco viene punito severamente.
Puig del resto ha già tentato quattro volte di scappare da Cuba, ma ogni volta i suoi tentativi sono andati a vuoto, compreso un improvvido intervento della Guardia Costiera americana che lo ha rispedito al mittente in prossimità dello sbarco.
Stavolta però, anche secondo il sacerdote della santería, i presagi sono favorevoli.
Eppure il viaggio per raggiungere il luogo dell’appuntamento con i “lancheros” che li devono portare via dall’isola non è stato dei più semplici.
I quattro, dopo essersi imbattuti in alcune pattuglie della polizia, sono stati costretti a percorrere a piedi l’ultimo tratto, attraversando, per circa 35 chilometri, paludi di mangrovie infestate dai coccodrilli nel parco nazionale Ciénaga de Zapata.
Sfiniti dallo sforzo e dalla paura di essere scoperti dalla polizia, scorgono finalmente il motoscafo.
A bordo ci sono tre uomini con le facce poco rassicuranti.
Sono contrabbandieri collegati al cartello messicano dei Los Zetas, un’organizzazione criminale di trafficanti di droga.
Li ha assoldati Pacheco, secondo uno schema piuttosto semplice: Pacheco pagherà il prezzo del biglietto, che costa 250mila dollari, e in cambio otterrà da Puig il 20% del suo primo contratto con una squadra di Baseball americana.
Quello della “tratta” dei giocatori di Baseball cubani che si trasferiscono negli USA è un fenomeno piuttosto collaudato negli ultimi anni.
Organizzazioni abituate a muoversi nell’ombra sono in grado, non solo di preparare la fuga, ma anche di ottenere i documenti che permettono al giocatore in questione di presentarsi all’appuntamento con gli scout con le carte “in regola”.
Il presupposto perché il giochino funzioni è far eleggere all’esule la propria residenza in un paese terzo, che non siano gli USA, il Canada o Portorico: in questo modo potrà ottenere un contratto da professionista, senza passare per il draft.
Quello che per le squadre di MLB può essere un affare lo è senz’altro per i “trafficanti” che, scatenando furibonde aste al rialzo, prelevano una percentuale del contratto.
Il motoscafo con a bordo Puig e i suoi amici approda in Messico a Isla Mujeres, poche miglia al largo di Cancún. Qualcosa però va storto perché i contrabbandieri provano a chiamare Miami, ma dall’altro capo del telefono non risponde nessuno.
Pacheco non ha i soldi promessi.
I giorni diventano settimane e i quattro, fuggiti da Cuba verso la libertà, ma costretti a restare prigionieri in uno squallido motel di Isla Mujeres, si accorgono che la situazione sta prendendo una brutta piega.
I contrabbandieri non nascondono il nervosismo e minacciano il ricorso al “machetazo”, ovvero la mutilazione per rappresaglia di un braccio o un dito del giocatore.
Ma all’improvviso, non si sa bene come, una notte di fine aprile nel motel irrompono degli altri uomini che prendono Puig e i suoi e li portano via.
Pacheco infatti ha stretto un accordo con El Rubio, capo di un’altra gang di trafficanti che, fiutato l’affare, si è offerto di fare il lavoro sporco, sottraendo il giocatore dalle grinfie dei messicani.
El Rubio, ungendo le persone giuste in soli 15 giorni ha procurato a Puig la residenza messicana, facendolo perfino volare a bordo di un aereo di linea da Cancún a Città del Messico, nonostante il giocatore avesse con sé soltanto la carta di identità cubana.
Nel frattempo, nonostante l’esplosione nella stagione 2009/10 con la maglia dei Cienfuegos Elephants, del giocatore si erano perse le tracce.
Puig infatti era stato escluso sia dal club che dalla Nazionale, verosimilmente per punizione in seguito ai tentativi di fuga.
La scommessa che Brito e i Dodgers fanno è di quelle pesanti: 7 anni di contratto per 43 milioni di dollari, un record per un esule cubano.
Il 28 giugno 2012 viene annunciato l’accordo: vestirà la maglia dei Dodgers.
Pacheco ed El Rubio possono stappare: hanno appena intascato più di 8 milioni.
Non gli resta che accompagnare Yasiel al confine con gli USA, fargli attraversare il ponte sul Rio Bravo e chiedere l’asilo politico, tracciando un colpo di spugna su quanto fatto per arrivare fin lì.


DOMINICAN PROFESSIONAL LEAGUE
Il Baseball nella Repubblica Dominicana è molto piú che un gioco.
La Dominican Professional League si gioca in inverno(da ottobre a dicembre) ed anche qui c'è il consueto sbarco di prospetti(e non) che arrivano dalla MLB.
6 è il numero delle squadre.
Ogni squadra gioca 18 partite, le prime 2  rappresenteranno il paese nel campionato caraibico(Caribbean Series), dove giocheranno contro quelle rappresentanti Messico, Venezuela e Puerto Rico.
Le squadre più vincenti del campionato locale sono Tigres Del Licey, Águilas Cibaeñas, Leones Del Escogido.
Questa, per intenderci, è la nazione del trio Pedro Martinez, Manny Ramirez e David Ortiz che portarono i Boston Red Sox a vincere le World Series del 2004.
O la patria di Robinson Canó dei Seattle Mariners (ex Yankees) e di José Reyes dei Colorado Rockies (ex Toronto Blue Jays).
Sono questi che nel marzo del 2013, portarono la Repubblica Dominicana a vincere il campionato del mondo e il World Baseball Classic.
Senza scordarci di autentici fenomeni degli anni recenti quali Albert Pujols, Juan Encarnacion, Fernando Rodney, Alfonso Soriano, Bartolo Colon, Josè Bautista, Johnny Cueto, Nelson Cruz, Eric Aybar, etc


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All Blacks: Storia Dell'Haka, Tipologie e Significato (Rugby)

Alan Armstrong: "La Haka è una composizione suonata con molti strumenti. Mani, piedi, gambe, corpo, voce, lingua, occhi… tutti giocano la loro parte nel portare insieme a compimento la sfida, il benvenuto, l’esultanza, o il disprezzo contenute nelle parole. È disciplinata, eppure emozionale. 
Più di ogni altro aspetto della cultura Maori, questa complessa danza è l’espressione della passione, del vigore e dell’identità della razza. 
È, al suo meglio, un messaggio dell’anima espresso attraverso le parole e gli atteggiamenti"

La danza tipica dell'etnia neozelandese dei Maori, adottata per la sua originale intensità come “grido di battaglia” dalla nazionale di Rugby degli All Blacks(Nuova Zelanda) è divenuta simbolo dell'identità di un'etnia.
Gli All Blacks sono più di un marchio, forse l'unica nazionale al mondo di cui dici lo pseudonimo e tutti sanno di cosa si sta parlando.
Fondati nel 1903 sono la nazionale che, a livello rugbistico, ha inserito più giocatori nell'Hall Of Fame.
Hanno vestito questa maglia campioni che son rimasti nella leggenda di questo sport: Nepia, Lochore, Whineray, Sean Fitzpatrick, Kirwan, Fred Allen, Grant Fox, Lomu passando per i recenti Spenser, Jerry Collins, Umaga, Howlett, McCaw, Carter, etc
2 Mondiali, 12 Tre Nazioni (sfidando Australia e Sud Africa), 3 The Championship (il vecchio Tre Nazioni allargato anche all'Argentina), 42 Bredisloe Cup (torneo che vede coinvolte solo Nuova Zelanda ed Australia) in un palmeiras in continuo divenire.
Fu il Daily Mail nel 1905 a battezzarli "The Blacks".
In seguito ad una vittoria in Inghilterra ad Hartlepool (contro la squadra locale The Hartlepools) per 63-0, vennero battezzati "All Blacks".


LA HAKA: STORIA E SIGNIFICATO
La Haka, è intesa come danza di guerra, anche se in realtà è l'espressione disciplinata ma emozionante per esprimere il proprio stato d'animo, sia esso positivo o negativo durante riti, feste o celebrazioni.
“Haka” significa infatti “accendere il respiro”, da HA (soffio) e KA (infiammare), ed è  una danza tesa ad impressionare, o comunque comunicare in modo incisivo e forte la propria aggressività.
La lingua fuori, i denti serrati, gli occhi spalancati o i colpi al petto e sugli avambracci, sono tutti simboli di potenza e coraggio che si ricollegano allo spirito guerriero dei Maori.
La leggenda riguardante la nascita di questa danza  racconta di un importante e ricco capo Maori, che per sfuggire a feroci assassini si nascose nel pozzo di un piccolo villaggio e con l'aiuto di una giovane coppia  fece perdere le sue tracce.
La coppia al principio tentò di convincere gli assassini che l'uomo non si trovava lì, e in quel momento questi, dal pozzo, sussurrava tra sé in lingua Maori “Ka Mate, Ka Mate” (io muoio, io muoio); quando invece sentì che si erano allontanati urlò di gioia “Ka Ora, Ka Ora” (io vivo, io vivo).
Ripetè il “Ka Mate, Ka Mate” quando li sentì tornare per la seconda volta, perchè non avevano creduto alle parole della giovane coppia, ed il “Ka Ora,Ka Ora”, quando invece ebbe la certezza che non sarebbero più tornati.
Mentre risaliva dal pozzo gioiva nel vedere il viso del giovane che lo aveva salvato, definendolo come “l' uomo dai lunghi capelli che ha riportato il sole su di me” (Tenei te tangata puhuruhuru, nana nei i tikimai whakawhiti te ra), accompagnato da “A Upane, a upane” (un passo in su, un passo in su), man mano che si avvicinava, risalendo, all'uscita del pozzo.
Quindi, una volta fuori,  “Whiti te ra! Hi!” (il sole splende di nuovo su di me), mettendosi a ballare e ripetendo le parole che lo avevano accompagnato lungo tutto il percorso di uscita dal pozzo.


TIPOLOGIE DI HAKA
L' Haka venne usata per la prima volta in ambito sportivo durante il primo torneo estero della squadra neozelandese di Rugby nel 1888, ma in quella versione i giocatori erano coperti da un mantello bianco, che lanciavano in aria alla fine della danza.
La prima volta che la Haka venne utilizzata dalla nazionale di Rugby fu invece nel 1905, quando venne coniato il termine “All Blacks”.
Prima della danza vera e propria, colui che guida la danza urla ai compagni un ritornello di incitamento, ruolo che nel caso degli All Blacks spetta al giocatore di sangue māori più anziano (e non al capitano della squadra).
Le parole servono non solo ad incitare chi si appresta ad eseguire il ballo, ma anche a ricordare loro il comportamento da tenere nel corso della danza.
Spesso il tono in cui viene urlato il ritornello, che è poi lo stesso tenuto nel corso di tutta l'esibizione, è aggressivo, feroce e brutale, destinato a caricare il gruppo ancora di più e a intimorire gli avversari.
In generale la “Peruperu”: è la tipica danza di guerra, in cui vengono usate anche le armi, è caratterizzata da un gran salto a gambe piegate alla fine della danza.
La “Ka Mate”: propria degli All Blacks e ripetuta sempre dopo gli inni nazionali per intimorire gli avversari, è un tipo di Haka molto corta, che non prevede l'uso di armi.
In realtà la danza originario non prevede il salto finale ma gli All Blacks lo eseguono fondendo quindi questa danza alla Peruperu citata in precedenza.
La “Kapa O Pango”: voluta dagli All Blacks per le occasioni speciali, è stata creata con un gruppo di esperti delle tradizioni dei Maori, ed è stata voluta come variante della “Ka Mate”.
Venne composta nel 2005, il suo esordio ufficiale fu nella sfida contro il Sud Africa in un test match vinto 31-27, a guidarla ci fu Tana Umaga.
Fa esplicitamente riferimento agli All Blacks, quando parla di “guerrieri in nero con la felce argentata”, ed è considerata più aggressiva, con più accenni di sfida verso gli avversari.
Il tono della danza nel Rugby è sempre aggressivo, feroce, e la guida del gruppo è affidata al membro più anziano della squadra.


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La Storia Del Sumo: Riti e Leggende

Per un giapponese il Sumo non è un semplice sport ma molto di più.
Vuoi per motivi storici, vuoi per i riti celebrati contro una natura che sovente mostra il suo volto più feroce (terremoti con relativi tsunami ed uragani ad esempio), simboleggiata da spiriti maligni in lotta contro monaci.
Successivamente è divenuto uno spettacolo per gli imperatori, poi lo sport dei samurai, infine è nato il sumo moderno.
Dicevamo dei samurai, ad esempio di Miyamoto Musashi, forse il più grande maestro dell' arte della spada.
Vissuto nel Giappone feudale, le sue doti marziali e la sua abilità rimasero insuperate .
Nei sessantuno anni di vita (1584 - 1645) prese parte a oltre 66 combattimenti e rimase sempre imbattuto.
In vecchiaia, diede diverse dimostrazioni della sua abilità.
Non uccideva più gli avversari, e li fronteggiava sempre con un Bokken (cioè una riproduzione della spada giapponese di legno ).
La sua tecnica consisteva nel brandire la Katana (spada lunga) con la mano destra e la Wakizashi (spada corta) con la sinistra così da imparare ad utilizzare tutte e due le spade in combattimento .
La Katana, per i Samurai, era il fulcro della loro vita: con essa combattevano servendo il loro signore.
Con essa difendevano il loro onore e quello del clan a cui appartenevano.
Con essa dimostravano la loro lealtà verso i compagni durante la battaglia, spesso venendo feriti o uccisi.
Infine, con essa, molto spesso, si toglievano la vita.
Come detto dal concetto di guerrieri samurai si è passato a quello dei lottatori di Sumo.
Sebbene il Sumo risalga ai tempi antichi, è divenuto uno sport professionistico solo all'inizio del periodo Edo (1600-1868).


SUMO: RITI E TRADIZIONI
Il lottatore (Rikishi), nella sua vita di continuo allenamento e meditazione, è la perfetta sintesi tra un monaco guerriero e un samurai, additato dai giapponesi quale esempio di rettitudine e incarnazione del codice samuraico (Bushidō) e della millenaria tradizione Shintoista.
Un esempio della sacralità e del rigore del Sumo è dato dagli oggetti che l’arbitro tiene in mano: il ventaglio, simbolo legato all’antica nobilità imperiale e il coltello che anticamente gli sarebbe servito per il Seppuku (il suicidio del samurai, in occidente erroneamente chiamato Harakiri), qualora avesse commesso errori gravi nell'arbitrare la contesa.
Ancora oggi si mantengono vive le tradizioni:
1) Gli arbitri vestono i costumi del periodo Ashikaga e il colore del ventaglione del lottatore ne indica la bravura.
2) Il ring(costruito in paglia) è di forma circolare e sopra elevato di 70 cm.
3) Il lancio beneagurante del sale prima del incontro sul Dohyo(contro infortuni e malocchio).
4) Prima dell'incontro la gamba viene alzata portandola quasi in posizione verticale e poi si compie un movimento opposto portandola verso il basso, sbattendo a terra il piede, cosi da produrre un forte rumore. È un movimento preparatorio, ma viene utilizzato soprattutto come rito scaramantico per scacciare gli spiriti malvagi dal Dohyo.
5) La vittoria si ottiene estromettendo l’avversario dal ring o costringendolo a toccare la stuoia del ring con qualsiasi parte del corpo al di sopra il ginocchio(insomma tranne i piedi).
6) La danza con l’arco svolta da un giovane Rikishi, alla fine del torneo, è un rituale che ha più valenze, simboleggia la forza e la vittoria (un arco era il dono ricevuto dal vincitore) ma anche felicità e prosperità.


VENTAGLI
La classe militare dell'antico Giappone aveva inventato un ventaglio di guerra di tipo rigido e arrotondato: il Gunbai .
Per via della struttura usato anche come scudo occasionale contro un attacco a sorpresa quindi erano fatti di ferro ed acciaio.
Il Gunbai, come detto, si vede ancora oggi nelle mani dell'arbitro degli incontri di Sumo .
Si dice che il campione del primo incontro di Sumo svoltosi a Nara, Kiyobayashi, ricevette in premio il ventaglio da battaglia e divenne quindi il primo arbitro con decreto imperiale.
Forse meno imponenti del Gumbai, ma decisamente più letali, erano quel tipo di ventaglio pieghevole che divenne il ventaglio di guerra: il Gunsen (portato dai samurai in armatura) e il Tessen (usato per deviare i coltelli e dardi avvelenati scagliatigli contro).


SEPPUKU ED HARAKIRI
Per eseguire il Seppuku, il condannato doveva sedere secondo la posizione tradizionale giapponese, poggiando il corpo sulle ginocchia, fondoschiena sui talloni e punte rivolte all'indietro; la posizione serviva ad evitare che il corpo cadesse all'indietro, movimento che avrebbe causato una morte disonorevole.
Per i giapponesi, l'anima aveva la sua sede nel ventre.
Questo giustifica simbolicamente il rituale del Seppuku: con un taglio profondo nel ventre, si mostrava la volontà di punire e purificare, la propria anima dalle colpe commesse continuando a conservare il proprio onore anche dopo la morte.
Il Seppuku venne adottato come condanna a morte (a volte volontariamente scelta dal condannato) senza disonore.
Piuttosto che soccombere al nemico, era preferibile uccidersi e non macchiarsi della colpa di venire catturato e fatto prigioniero.
Piuttosto che vivere con l'onta di una sconfitta, la morte era un'alternativa molto più appetibile che vedersi rinfacciare la propria inettitudine.
Se il Seppuku avveniva entro le mura di casa o a corte, la lama utilizzata era il Tanto, un sottile pugnale portato solitamente dietro alla schiena.
In caso di Seppuku sul campo di battaglia, spesso veniva utilizzato il Wakizashi (spada compagna), definito "il guardiano dell'onore".
Prima del rituale, e se non ci si trovava sul campo di battaglia, il samurai effettuava un bagno, vestiva abiti bianchi (il bianco è il colore del lutto in Giappone) e mangiava il suo ultimo pasto, ciò che più gli era gradito.
Spesso, il samurai componeva un poema prima di eseguire il Seppuku, sedendo di fronte alla sua spada.
Una volta pronto, il samurai sedeva di fronte ai testimoni scelti per assistere al rituale: apriva il suo kimono bianco, prendeva il pugnale predisposto per il suicidio rituale afferrandone una porzione di lama avvolta da un panno bianco e si infliggeva la ferita mortale.
I rituali del Seppuku e dell'Harakiri sono sostanzialmente simili.
Il Seppuku comunque è un rituale molto più articolato dell' Harakiri e generalmente riservato alla casta dei samurai.
L'Harakiri, invece, mancava di quell'estrema solennità che caratterizzava il Seppuku e la sua rilevanza simbolica era minore.
Sotto certi veri, l'Harakiri era (è) il suicidio dei poveri.


REGOLE SUMO
In Giappone la pratica del Sumo non è consentita alle donne(competono solo a livello amatoriale).
La vittoria spetta al lottatore che atterra o riesce a spingere all’esterno del Dohyo l’avversario.
Gli incontri possono durare da pochi secondi sino a parecchi minuti.
Esistono una settantina di tecniche da poter utilizzare, alcune riguardano il sollevamento o la spinta fuori dal Dohyo, altre varie prese e sgambetti.
Sono permessi schiaffi con la mano aperta ma solo sulla parte superiore del corpo, non si possono dare pugni, calci e tirare di capelli.


CATEGORIE LOTTATORI E TORNEI
Le categorie dei lottatori non si basano sul peso ma sulla bravura dei lottatori.
Le categorie del Sumo sono molteplici e partono dalla divisione minore, Jonokuchi, per poi passare rispettivamente a Jonidan, Sandanme, Makushita, Juryo e Makuuchi.
Più in alto della categoria Makushita ci sono le due divisioni professionistiche del Sumo (chiamate Sekitori): gli Juryo e i Makuuchi che rappresentano la divisione maggiore e che a loro volta sono suddivisi in Maegashira (dal livello 16 al livello 1) e Sanyaku.
Quest'ultima è la categoria dei grandi campioni divisi in: Komusubi, Sekiwake, Ozeki e Yokozuna.
Il massimo grado quindi è quello di Yokozuna, a cui appartiene un solo lottatore, il migliore.
Da questa categoria non si può retrocedere, quando il lottatore ritiene di non essere più in grado di competere e vincere, spontaneamente si ritira, cedendo il posto ad altri aspiranti.
Un lottatore può raggiungere il grado di Yokozuna se vince due tornei di fila da Ozeki o in alternativa ottiene punteggi altrettanto degni e possiede le qualità morali necessarie al titolo che saranno valutate da un apposito comitato nazionale; uno Yokozuna diviene egli stesso una semi-divinità scintoista e riceverà un generoso vitalizio anche a fine carriera.
Annualmente si svolgono 6 tornei dalla durata di 15 giorni ciascuno.
Ogni lottatore ha in programma un incontro giornaliero.
Il torneo è vinto dal lottatore che si è aggiudicato il maggior numero di incontri.
Con 8 incontri vinti il lottatore sale di categoria, con 8 persi retrocede alla categoria più bassa.
Al termine di ogni torneo si stila la Banzuke (classifica).


GRANDI YOKOZUNA
Sono circa una 70ntina i grandi divenuti Yokozuna.
Tra i più grandi campioni dei tempi moderni, ricordiamo Futabayama (Yokozuna, 1937-1945) che ha gareggiato con l' 86.6% vittorie di cui 69 vittorie consecutive.
Taiho (1961-1971) che ha vinto 32 tornei e ha mantenuto una serie positiva di 45 incontri.
Kitanoumi (1974-1985) che all'età di 21 anni e 2 mesi è stato il più giovane ad essere promosso al grado di Yokozuna.
L'hawaiano Akebono (ritiratosi nel 2001), diventato Yokozuna dopo soli 30 tornei, ha dunque registrato il record della promozione più rapida.
Musashimaru (ritiratosi nel 2004) originario delle Samoe Americane, vinse 52 tornei consecutivi, fermandosi poco prima del grado di Yokozuna ma poi diventatoci nel 1993 sotto la guida di Akebono.
Vinse più di 700 match consecutivi e ben 12 campionati della categoria superiore (addirittura 1 in più rispetto ad Akebono).
Takanohana che, all'età di 19 anni è stato il più giovane a vincere un torneo.


CONTROVERSIE: SCOMMESSE E LE SQUALIFICHE DI AKINORI
Gli incontri di Sumo vengono trasmessi dalla televisione in tutta la nazione, tra le ore 16 e le 18, ma gli incontri tra i lottatori di livello più basso cominciano molto prima.
Durante un torneo, i lottatori di grado più alto, nelle categorie Makunouchi e Juryo, gareggiano una volta al giorno per 15 giorni; quelli che appartengono alle categorie di grado inferiore ossia Makushita, Sandanme, Jonidan e Jonokuchi gareggiano solo 7 giorni su quindici.
Fatte tutte queste premesse si capisce tranquillamente che il Sumo, in Giappone, è ben più di uno sport.
Quindi si può facilmente comprendere l’ondata di sdegno che si è sollevata tra gli estimatori del Sumo, dopo le vicende negative che hanno coinvolto la federazione di Sumo negli ultimi anni.
In particolare poco prima del ritiro(avvenuto nel 2010) del campione Asashōryū Akinori scoppiarono un mare di polemiche per il comportamento disdicevole di questo lottatore a seguito dell’ennesima rissa e in seguito al coinvolgimento di 65 lottatori su 800 che compongono la federazione in un giro di scommesse clandestine, gestite dalla mafia locale, la Yakuza.
È doveroso precisare che le scommesse riguardavano altri sport e non risulta che siano stati combinati incontri di Sumo, quindi tutta la vicenda gravita intorno all’onorabilità dei Rikishi.
Un duro colpo per lo sport tradizionale che, già da diverso tempo, deve fare i conti con una fase di declino.
Crisi all’interno della quale si colloca come detto anche la figura di Asashōryū Akinori, personaggio controverso che ha scosso diverse volte l’establishment del sumo.
Nato nella capitale mongola Ulan Bator, Asashōryū è stato il più precoce sumotori della storia, diventando il 68° Yokotsuna, primo di nazionalità mongola, a soli ventidue anni.
Non particolarmente amato dal pubblico per il fatto di non aver mai richiesto la cittadinanza giapponese, ha infranto più volte i rigidi codici del Sumo: sonore proteste con gli arbitri, schiaffi agli avversari fuori dal Dohyo, sospetti di combine, esultanze eccessive, episodi di danneggiamenti nei confronti del suo Oyakata (maestro e allenatore).
Oltre alle squalifiche: nel 2003 per aver strattonato un avversario per i capelli durante un incontro, nel 2007 per aver saltato, con un falso certificato medico, un torneo promozionale (primo Yokotsuna a subire una squalifica).
Il 4 febbraio 2010, infine, Asashōryū ha annunciato il suo ritiro dal Sumo, ritiro avvenuto dopo un lungo conciliabolo privato con gli uomini del Riji-Kai, ovvero il comitato direttivo dell'Associazione di Sumo, il Nihon Sumo Kyōkai.
Fatale per lo Yokozuna è stata l'ennesima intemperanza che lo ha visto protagonista di un alterco all'interno di un night-club di Tokyo, alterco nel quale Asashōryū, ubriaco, ha colpito un avventore del posto procurandogli la frattura del setto nasale.
Inutile si è rivelato il tentativo di accordo amichevole tra i due litiganti perché anche se la vittima del colpo ha accettato una notevole somma di denaro per non denunciare il campione alle autorità, i giornalisti nipponici hanno scoperto l'accaduto, malamente coperto dal manager di Asashōryū, facendo scoppiare l'ennesimo scandalo.
Si prospettava la squalifica a vita, per questo decise a soli 29 anni di ritirarsi di sua spontanea volontà.
Dopo questi eventi e lo scandalo scommesse citato che coinvolgeva anche altri lottatori, nel veder messa in dubbio l’onorabilità dei Rikishi l’opinione pubblica ha risposto negativamente, inviando messaggi di sfiducia e biasimo alla federazione e ai media.
Messaggi che hanno indotto gli sponsor a ritirarsi e, successivamente, la televisione pubblica NHK ad annullare le dirette del torneo di Nagoya, trasmesse ininterrottamente dal 1957, anno in cui la televisione sbarcò in Giappone.
Il Giappone non è nuovo a casi di corruzione, scandali e convivenze con la Yakuza: tutti eventi mal visti dall’opinione pubblica che di prassi pretende la testa di chi si macchia di tali reati, in particolare quando il buon nome del Giappone e delle sue tradizione viene infangato.
A gran voce si chiede rifondare la federazione ed epurare chiunque sia coinvolto in vario titolo negli scandali o colluso con la Yakuza, per salvare la sacralità di uno sport che di fatto è una vera cerimonia religiosa, in cui anche il Dohyo è strutturato come un tempio shintoista.
In un paese in cui l’onore è ancora un valore e il sentimento nazionalistico è vivo e forte, è inaccettabile che sia infangato uno dei simboli del paese.


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Tutte Le Battute Del Baseball: Fly Ball, Pop Up, Line Drive, Bunt e Ground Ball

Nel Baseball, banalmente, si parla di battuta quando il battitore impatta la palla con la mazza.
Sono diversi i termini usati per descrivere una palla battuta, a seconda della traiettoria della palla e di dove questa finisce.


BATTUTE ESTERNE O VOLANTI
Ci sono generalmente tre categorie per le palle colpite in aria:
1) Fly Ball semplicemente è una palla che viene colpita molto alta, generalmente sull'esterno, detta anche "volata".
Gli esterni aspettano la discesa della pallina, quando ciò è possibile.
Generalmente sono queste palle che, se abbastanza profonde, provocano Fuoricampo.
2) Pop Fly o Pop Up anche qui trattasi di una palla molto alta che però non va verso l'esterno, generalmente di facile presa.
Chiamata quindi Fly Out o Pop Out.
Queste palle battute all'interno del diamante sono sempre di facile presa per gli Interni.
Per questo tipo di palle vige la regola dell'Infield Fly: quando ci sono corridori in prima e seconda base e la palla può essere presa con un movimento "normale" da parte della difesa, l'arbitro urla "Infield Fly If Fair" e il battitore è subito eliminato.
Contrariamente a quello che potrebbe sembrare, questa regola, tutela l'attacco (anche se il battitore finisce Out) perchè impedisce alla difesa doppi e tripli giochi che sarebbero possibili facendo battere la palla a terra e forzando i corridori in prima e seconda a muoversi verso le basi successive.
La regola dell'Infield Fly non si applica sui Bunt e sui Foul Fly.
3) Line Drive o Liner si tratta di una battuta forte e tesa.
Queste battute tendono ad essere le palle più difficili da prendere a causa della loro velocità e rapida discesa.
Anche se a volte vengono prese istintivamente dagli interni.
Le Lines Drive possono essere anche particolarmente pericolose per giocatori e spettatori.
Il 22 luglio 2007, il coach di prima base Mike Coolbaugh dei Tulsa Drillers è stato ucciso da una Line Drive.


BATTUTE INTERNE
1) Ground Ball o Grounder è una palla battuta che rimbalza sul terreno(detta anche Rimbalzante).
Una Line Drive rimbalzante nel campo interno può diventare un Grounder molto difficile da prendere per un esterno; anche se vengono chiamate comunque Line Drive.
2) Bunt non sono generalmente considerati come palle battute.
In poche parole si provoca il "blocco" della palla, piuttosto che prenderla in modo pieno.
E' detto anche Sacrifice Buntperchè quasi sempre comporta l'eliminazione del battitore che lo esegue.
E' invece chiamato Squeeze Bunt se rotola verso la prima base, permettendo a chi è in terza di segnare.
Infine si parla di Bunt For Hit, sempre palla smorzata ma che se ben effettuata permetterebbe al battitore di arrivare salvo in prima.
3) Foul Tip, un tipo molto diverso di palla battuta, ovvero una battuta che finisce indietro o subito catturata dal catcher.
A volte è difficile stabilire se si tratta di un Foul Tip, a meno che non si senta il contatto palla/mazza.
Un Foul Tip è sempre Strike, anche sul conto di 2 Strike per il battitore.
Se il Catcher non prende la palla è un normale Foul Ball.


EFFICIENZA OFFENSIVA
Tenendo comunque presente che trattasi di un'efficienza media che dipende da tanti fattori(non ultimo il Ballpark) e che i valori cambiano da anno ad anno, generalmente una Line Drive produce 1.26 Run per Out, mentre le Fly Ball producono 0.13 Run per Out e le Ground Ball 0.05 Run per Out.
In altre parole, i battitori vogliono colpire un sacco di Line Drive e Fly Ball(che spesso diventano Fuoricampo), mentre i lanciatori preferirebbero concedere, al limite, delle Ground Ball.
Il Bunt invece è utilizzato solo in particolari situazioni di punteggio e da determinati giocatori.
Il compito principale è quello di provocare l'avanzata di un corridore sulla base successiva.


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lunedì 28 settembre 2015

La Storia Di Hal Chase: Partite Vendute e Scommesse

Harold Chase, detto anche Prince Hal, nasce in California nel Febbraio 1883.
Sin da ragazzo mette in mostra le sue qualità fisiche ma anche quelle caratteriali, tutt'altro che nobili.
Nel 1905 è acquistato dai NY Higlanders, la grande mela non è il posto più adatto per un ragazzo poco più che ventenne e dai pochi scrupoli come Hal.
Come se non bastasse, la club-house dei due proprietari della franchigia, è tutt'altro che un posto dove lealtà ed onestà prevalgono: Farrell è il padrone della bisca clandestina più famosa e frequentata di NY, Devery a fine anni ’90 viene arrestato, poi rilasciato, sospeso e poi reintegrato nel suo ruolo di capitano di Polizia.
L’accusa? Corruzione ovviamente.
Insomma, se c’era un posto che Hal Chase doveva evitare visto il suo carattere e le sue attitudini, quel posto era New York.


NEW YORK HIGHLANDERS E GLI STRANI ERRORI DIFENSIVI
Ad ogni modo Hal diventa subito il prima base titolare della squadra.
Qualità atletiche fuori dal normale ma l'allora manager Griffith capisce anche che quel ragazzo la sera dovrebbe restare in camera piuttosto che trascorrere le serate tra i tavoli del Club di Farrell, ed è da subito che la sequenza di errori in cui Chase incorre lo insospettisce: la differenza tra il giocatore fortissimo che domina la prima base come nessuno mai prima di allora, alternato a quello che si lascia passare la palla tra le mani o commette altri errori clamorosi, è troppo marcata.
Griffith è sostituito come manager, dopo 6 anni, da Eberfeld, poi sostituito a fine stagione da George Stallings che resta per una stagione e mezza, ma nel frattempo le mire di Hal sul ruolo di Manager riprendono vigore ed è proprio lui a sostituire Stalling per completare la stagione del 1910 riuscendo a guadagnarsi il ruolo di Manager/Giocatore anche per la stagione 1911: è questa la stagione in cui Hal commette il maggior numero di errori in una singola stagione.
Quando Stalling viene licenziato, parla a ruota libera con i giornalisti e dice senza mezze misure che Chase si vende le partite.


CHICAGO WHITE SOX E FEDERAL LEAGUE
A seguito di ciò Frank Chance dice a chiare lettere che uno dei due, tra lui e Chase, a New York è di troppo, e nonostante proprio ad inizio stagione Hal abbia firmato un triennale con gli Yankees, a metà stagione Chase viene scambiato con i Chicago White Sox: dopo averlo accusato di aver fatto perdere la squadra apposta in Maggio, Chance mette Hal in panca e non lo fa giocare più.
A Chicago, in quella squadra ci trova Buck Weaver ed Eddy Ciccotte.
A fine stagione ci arriva anche Lefty Williams.
Ovvero tutti coloro che nel 1920 saranno considerate le “menti” dello scandalo delle World Series del 1919.
A fine 1914 Hal rifiuta l’offerta economica dei White Sox e va a giocare nella Federal League con Buffalo.


CINCINNATI REDS E LA DENUNCIA
La Federal League chiude i battenti dopo la stagione 1915 (ad Hal riesce comunque l’impresa di vincere la graduatoria degli errori difensivi anche in quella Lega..) e nel 1916 viene messo sotto contratto dai Cincinnati Reds, con Christy Mathewson come Manager.
Il rapporto tra i due è difficile sin dall’inizio, nonostante i due si conoscessero dai tempi newyorkesi.
Nel primo anno (1916) Hal produce la sua migliore stagione in carriera, ma ci mette poco per tornare alle sue abitudini ed all’atteggiamento indolente che gli causa continui scontri con il suo Manager.
Due anni di alti e bassi e la tregua si rompe nel 1918: Mathewson denuncia pubblicamente Hal di vendere le partite, di offrire soldi a compagni ed avversari per orientare i risultati delle partite su cui scommette.
A metà stagione cerca di corrompere il lanciatore suo compagno, Jimmy Ring, per fargli perdere la partita contro i Giants.
Mathewson se ne accorge e lo sospende fino a fine stagione, dichiarando che Hal è una rovina per il baseball e che “non c’è nulla da fare, non si correggerà mai.
Il Presidente della National (Heydler) si mette alla ricerca delle prove, nella consapevolezza che non si può squalificare un giocatore solo sulla base di dicerie...


NEW YORK GIANTS E LE PROVE DI CORRUZIONE
Nel frattempo i Reds liberano Chase e, ironia della sorte, licenziano anche Mathewson; non appena la notizia che Hal Chase è libero sul mercato si diffonde, John McGraw lo chiama a New York e gli propone di giocare per i Giants.
Hal accetta e si trova come coach proprio Mathewson, per una re-unione che ha vita breve; nel corso della stagione infatti, un anonimo spedisce all’indirizzo di Heydler una copia di un assegno per l’importo di 500 dollari emesso da un noto allibratore ed incassato da Hal Chase.
E' la prova che il capo National aspettava: convoca Charles Stoneham, Presidente dei Giants, e gli ordina di liberare Chase; contestualmente vieta a tutti i proprietari National di provare a mettere sotto contratto Chase per le stagioni a venire.
Le franchigie American si allineano, in quel 1920 molti dei Manager erano giocatori durante gli anni dieci, quando Chase si vendeva tutto quello che era possibile vendere: in quel preciso istante, Hal Chase viene praticamente (anche se non ufficialmente) cancellato dal mondo del baseball professionistico.
Ovviamente non c’è testo d’accusa che non riferisca del coinvolgimento di Chase nell’organizzazione della combine Black Sox, grazie ai suoi rapporti privilegiati e con il mondo delle scommesse clandestine, e con gli ambienti delle due squadre nelle quali, guarda caso, ha militato negli ultimi anni.
Si parla di 48.000 dollari intascati dalla vittoria dei Reds nelle World Series (rispetto ai 5mila/6mila dollari di stipendio che prendevano i più forti giocatori dell'epoca), inoltre risulta assolutamente credibile se rapportata al volume d’affari del gioco clandestino della Chicago di Al Capone degli anni venti.
Di certo, nelle sue interviste rilasciate ne primi anni ’40, Hal dichiara di non essere coinvolto nello scandalo, ma di aver saputo in anticipo che le World Series fossero combinate.


LE MINORS, ALTRE CORRUZIONI E I PROBLEMI D'ALCOOL
Hal si ricicla come giocatore di Minors, ma il vizio non lo perde; cerca di corrompere anche i giocatori della California, dell’Arizona, cerca di corrompere un arbitro, la sua è una malattia compulsiva.
Lo cacciano da praticamente tutte le squadre in cui gioca in quei due anni, ed allora si inventa promoter: fonda una squadra di “fuorilegge” con tutti i vecchi amici dei “Black Sox” (Weaver, Gandil, Williams, escluso Jackson) e gira per il paese e l’Alto Messico per gare di esibizione, fino a quando si trancia entrambi i tendini di Achille in un incidente stradale. Prova ad organizzare una Lega in Messico, ma nessuno gli concede credito e fiducia.
Diventa alcolizzato, indigente, passa gli ultimi anni in casa di una sorella.
Nel maggio del 1947 a 64 anni muore, povero e solo, a casa della sorella.


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domenica 27 settembre 2015

Donna Contro Uomo: Tutte Le Battles Of The Sexes

Sono diversi i motivi che potrebbero spingere le donne sul ring (e non solo) contro gli uomini: la mancanza di avversari femminili di valore, il desiderio di dimostrare che la parità di sesso ormai è stata raggiunta in qualsiasi campo ed infine motivi pubblicitari.
Sicuramente però, quasi nessun combattente maschile vede l'ora di competere contro una donna.
Da un lato per un uomo è difficile combattere/gareggiare contro una donna, dall'altro l'eventualità della brutta figura fa il resto.
Magari alcune furono delle vere e proprie farse, altre però sono sicuramente da prendere in considerazione. Ad ogni modo vediamo casi storici di "Battle Of The Sexes".


BOXE: HELEN HILDRETH VS JOHNNY ATKINSON (1916)
Uno dei primi incontri misti documentati(semi-ufficioso) si è tenuto il 29 febbraio 1916 tra Helen Hildreth ("Lady The Pugilist") e Johnny Atkinson.
Johnny ha avuto un buon record di boxe, mentre Elena era una che sollevava pesi in palestra a New York City(muscle-builder).
Helen battè Johnny così duramente all'inizio del round che le cronache dell'epoca scrivono "Helen aveva un fisico muscoloso superiore al campione" disse la stampa, "la donna spinse il campione alle corde con una serie di pugni nelle costole di Atkinson".
La lotta è stata ben presto fermata dal commissario Fred Wenck e da un agente di polizia che aiutò Johnny Atkinson ad uscire dal ring.



TENNIS: SUZANNE LENGLEN VS BILL TILDEN (1921)
Il 27 maggio 1921 Suzanne Lenglen e Bill Tilden giocarono un match a Saint Cloud, Francia. 
Venne giocato un solo set e Bill Tilden prevalse 6-0. 
Lenglen dirà: "Qualcuno ha vinto 6-0, ma non ricordo chi".


NUOTO: SYBIL BAUER (1923)
La prima a battere un record di nuoto maschile fu Sybil Bauer: il suo tempo di 6'24''8 ottenuto nelle 440 yard nel 1923 abbassò di ben quattro secondi l'asticella posta dai nuotatori uomini della stessa specialità. 
La FINA non omologò mai il risultato, conquistato in un corso d'acqua delimitato da funi.


NUOTO: GERTRUDE EDERLE (1926)
Nel 1926, Gertrude Ederle attraversò la Manica in 14 ore e 38 minuti, due ore in meno del record maschile: in realtà, la nuotatrice statunitense avrebbe potuto portare a termine l'impresa in un tempo ancora più basso, ma venne fermata poco prima dell'arrivo da un ispettore della dogana, intenzionato a fermarla. La Ederle non aveva passaporto. 



TENNIS: HELEN WILLS VS PHIL NEER (1933)
L'ex giocatore Phil Neer giocò un match di due set contro la giocatrice Helen Wills il 28 gennaio 1933, a San Francisco. 
Neer era stato classificato a livello nazionale massimo al numero 20 e di tanto in tanto giocava doppi misti proprio con la Wills. 
Wills aveva inoltre vinto a Wimbledon l'anno precedente. 
Anche se Neer aveva solo 32 anni, vinse la Wills 6-3, 6-4.



BOXE: JOANNA HAGEN VS NORMA JONES (1952)
Erano passati molti anni fino a quando Joanna Hagen, pugile femminile degli anni '50 ha avuto un incontro di boxe con Norma Jones e lo sconfisse in quattro round a Michigan nel 1952.
E' questo il primo intergender mixed match della storia e soprattutto la prima, vera, affermazione di una donna su un uomo.


MOTORI
La più grande di tutte, se usciamo dalle ruote scoperte e dalla pista, è stata Michelle Mouton, la rallysta francese che che nel 1982 lottò contro Walter Rohrl arrivando seconda nel Mondiale, e che in carriera vinse ben 4 prove iridate: Sanremo, Acropoli, Portogallo e Brasile.
Inessa Tushkanova è stata capace di arrivare anche sesta in una prova del campionato del suo Paese. Katjia Poensgen mostrò le sue indiscutibili doti a cavallo di una Aprilia nel Mondiale 250, ottenendo come miglior risultato un 14esimo posto al Mugello.
A fine Anni ‘80, nel Motomondiale approdò la finlandese Taru Rinne, non solo carina, ma anche velocissima. Nell’88, in Francia, fu la prima donna ad andare a punti nel Motomondiale, con il 14° posto nella classe 125. L’anno dopo, a Hockenheim, firmò il suo miglior risultato in carriera, settima. Poi un brutto incidente la costrinse al ritiro.
Nella Indycar invece Danica Patrick nel 2008 vinse la Indy Japan 300 (per lei anche una pole a Daytona 500, Nascar).
Anche in Formula 1 ce ne sono state addirittura cinque, di cui tre italiane.
Come la napoletana Maria Teresa De Filippis, che nel già 1958 si fece 4 Gran Premi.
Lella Lombardi, la sola ad andare a punti: mezzo punto a dire il vero, nel 1975 a Barcellona il GP fu sospeso e il punteggio dimezzato.
Ma nessuna prima di Danica aveva mai vinto in Indy Car: lei ce l’ha fatta quattro anni fa a Motegi, in Giappone.
Così come è stata la sola sul podio della 500 Miglia di Indianapolis, terza nel 2009.
Negli anni 80 si ricorda Michele Mounton che nel biennio 1981-82 vinse 4 gare del mondiale Rally al volante dell'Audi A4.
Sempre di Rally parliamo invece, quando si cita Jutta Kleinschmidt che vinse una Parigi Dakar nel 2001, seconda nel 2002 e terza nel 1999 e 2005 (più 10 vittorie di tappa).



TENNIS: MARGARET COURT VS BOBBY RIGGS (1973)
Il campione americano degli anni 40 Bobby Riggs nel 1973 affermò pubblicamente che nonostante la sua età (55 anni all'epoca) egli sarebbe stato in grado di battere anche le migliori giocatrici donne.
Inizialmente sfidò Billie Jean King ma questa rifiutò l'incontro, subentrò l'australiana Margaret Court, all'epoca numero 1 della classifica femminile.
Il match apparì fin dall'inizio dall'esito incerto, tuttavia la maggior parte degli appassionati riteneva favorita la Court a causa dell'età di Riggs e del suo essere fuori forma da molti anni ormai.
La partita si disputò in California e non ebbe storia.
Riggs si era preparato a dovere fisicamente ma soprattutto tatticamente, infatti utilizzando dei lob e dei drop shot riuscì a mandare subito in crisi la Court, che forse sottovalutò l'incontro, infliggendole una dura umiliazione(6-2, 6-1).



TENNIS: BILLIE JEAN KING VS BOBBY RIGGS (1973)
Dopo il primo match giocato a maggio contro la Court, a settembre ne venne organizzato un altro.
Dopo aver rifiutato il precedente incontro Billie Jean King fu convinta a giocare da una ottima offerta economica.
A differenza della Court, la King si preparò a dovere all'incontro e giocando frequenti smorzate costrinse Riggs a giocare un serve & volley per lui innaturale e soprattutto troppo dispendioso dal punto di vista energetico(vista anche la differenza di età).
La strategia della King la portò alla vittoria di fronte a 30.000 spettatori ed ebbe grande risalto mediatico.
La partita fu vista in televisione da oltre 90 milioni di persone.
Finì 6-4, 6-3, 6-3.


BOXE: JACKIE TONAWANDA VS LARRY RODANIA (1975)
Nel 1975, Jackie Tonawanda auto-proclamatasi "l'Ali femminile", sfidò al Madison Square Garden, a New York, un kickboxer tale Larry Rodania.
La lotta venne vista come una farsa perchè si concluse con un 'Phantom Punch' (stile Ali), da parte sua. Tonawanda credeva che facendo questo match di esibizione, si sarebbe guadagnata la licenza per boxare tra gli uomini.



KARATE E KICKBOXING: MARION BERMUDEZ (1975)
Marion Bermudez, all'epoca 23 anni, con un destro al volto di Edwardo Parras lo sconfisse per KO tecnico nel torneo Phoenix Golden Gloves.
Nel match successivo venne battuta da Fernando Granillo.
Marion Bermudez inoltre divenne la prima donna nella storia a vincere un incontro di kickboxing in un torneo professionista contro un uomo.
Bermudez riuscì a battere ai punti Antonio Suarez.
Questa giovane donna in totale ha vinto oltre 250 trofei di karate e judo, di fronte a molti rivali maschi di peso di oltre 200 libbre.



KICKBOXING: SUE TIGER LILLY FOX (1976)
Pugile, esperta anche di Kickboxing dei 70.
Anche Sue "Tiger Lilly" Fox ha combattuto contro un uomo che faceva per lo più da sparring partner.
"Vorrei non aver mai fatto questo match organizzato per una troupe televisiva, l'ho preso a calci in bocca, perse entrambi i suoi denti anteriori più alcuni tagli sul labbro con seguenti punti di sutura".



NUOTO: PENNY LEE DEAN (1978)
Penny Lee Dean attraversò la Manica nel 1978 e fece realizzare il tempo di 7 ore e 17.
Il record maschile venne migliorato di un'ora.



TENNIS: MARTINA NAVRATILOVA E PAM SHRIVER VS BOBBY RIGGS E VITAS GERULAITIS (1985)
Nel 1985, all'età di 67 anni, Bobby Riggs(sempre lui) cercò di lavare l'onta subita organizzando una sfida di doppio assieme al lituano Vitas Gerulaitis (ancora attivo ma a fine carriera) contro la miglior coppia femminile in circolazione ovvero Martina Navrátilová e Pam Shriver.
La coppia femminile si impose senza troppi problemi 6–3, 6–2, 6–4.



KICKBOXING: JOLENE BLACKSHEAR VS JEREMY POWELL (1990)
Nel 1990, si è svolto il primo incontro di kickboxing televisivo misto(match di esibizione).
Jolene Blackshear contro Jeremy Powell match di 4 round.
Jeremy Powell era un pugile dilettante, di circa 15 libbre più pesante di Jolene.
Primi 3 round pieni di calci, backfists e pugni da entrambi.
Nessuno dei due sembrava però che stesse colpendo a forza piena ma sicuramente Jolene era l'attaccante.
Alla fine del combattimento, l'arbitro solleva le mani di entrambi.



KICKBOXING: YVONNE CHAVEZ VS WILFREDO PARRA (1992)
Nel 1992 Yvonne Chavez di Albuquerque(New Mexico), 16 anni, era l'unica ragazza iscritta nel torneo kickboxing amatoriale nel 1992.
E dal momento che non vi erano altre ragazze combattè nello stesso torneo contro i concorrenti di sesso maschile.
Yvonne Chávez venne sorteggiata contro Wilfredo "Junior" Parra.
Lei mostrò abilità ed agilità inaspettata facendo perdere i sensi al suo avevrsario.
Questo era il match di debutto per lui.
Un appassionato di boxe disse: "Si comportava in modo arrogante e, alla fine, dopo essere stato colpito con un calcio, ha rifiutato di tornare nel suo angolo. Era battuto ed esausto mentalmente e fisicamente".
Secondo Sue TL Fox, di tutti i match misti che aveva visto, questo era sembrato quello più vero: visto che entrambi i contender volevano vincere e facevano sul serio.



TENNIS: MARTINA NAVRATILOVA VS JIM CONNORS (1992)
Una terza battaglia dei sessi(parlando sempre di singolari) si svolse al Caesars Palace di Las Vegas.
La Navratilova accettò di giocare contro Connors, il campione statunitense definì la sfida come una "guerra" e la prese molto sul serio cercando di vendicare la sconfitta del genere maschile di venti anni prima.
Data la minore differenza di età (40 a 35) stavolta le regole furono modificate per favorire la Navratilova. Infatti Connors aveva a disposizione un solo servizio invece di due e alla Navratilova fu permesso di mandare la palla anche nei corridoi riservati al doppio.
La partita fu tesa solo nel primo set, vinto da Connors per 7-5; la seconda frazione di gioco fu dominata dal tennista statunitense che grazie alla sua potenza e precisione da fondo campo si impose per 6-2.



KICKBOXING: LUCIA RIJKER VS SOMCHAI JAIDEE (1995)
Uno dei più pericolosi pugili di sesso femminile e kickboxer, Lucia Rijker, combattè un match di kickboxing contro Somchai Jaidee nel 1995.
Fu un vero e proprio kickboxing match al 100% dove entrambi lottarono nel pieno delle loro forza.
Lucia riuscì a resistere sino al secondo round dove, poi, finì KO.
Questo incontro diciamo che differiva dai precedenti dato che per la prima volta due ben addestrati, forti tecnicamente e fisicamente combatterono uno contro l'altro per davvero.
Da sottolineare però che la Rijker era ai tempi la migliore al mondo, Jaidee era ben lontano da ciò a livello maschile.



TENNIS: LE WILLIAMS CONTRO KARSTEN BRAASCH (1998)
Durante l'Australian Open 1998 il tennista Karsten Braasch, numero 203 del mondo sfidò le sorelle Williams, all'epoca giovani promesse (17 e 16 anni) del tennis femminile.
La sfida trae origine dal fatto che le sorelle dichiararono di poter essere in grado di sconfiggere qualsiasi tennista uomo posizionato oltre la 200ª posizione del ranking mondiale.
Braasch giocò il primo set contro Venus Williams vincendo per 6-2, poi sconfisse 6-1 Serena Williams nel secondo set vincendo l'incontro e schernendo le sorelle in conferenza stampa affermando che la partita potrebbe essere interessante solo con un tennista posizionato intorno alla 600ª posizione.
Per la verità andrebbe sottolineato che le sorelle Williams ai tempi non erano quelle che poi divennero negli anni successivi dominando il circuito femminile (Serena in particolare).
Anche se comunque erano già tra le prime 20 del mondo.



BOXE: CHRISTY FOSTER VS CHRIS BYMAN (1999)
Nell'agosto 1999, due soldati americani si scontrarono in un incontro di boxe mista.
Prevalse la soldatessa Christy Foster che prese a pugni il suo avversario Chris Byman, un soldato di sesso maschile, sconfiggendolo per split decision.
"Sei stato battuto da una ragazza!" gridavano gli spettatori.



KICKBOXING: SUNSHINE FETTKETHER VS RANDY PITTMAN (1999)
Nell'ottobre 1999 la Fettkether, ben allenata, battè facilmente Randy Pittman (un signore di mezza età non allenato) nel primo round di un incontro di kickboxing a Phoenix in Arizona.
Pittman abbastanza a disagio sul ring venne mandato KO con un calcio sul volto.
A livello tecnico, netta la differenza tra i due.



BOXE: MARGARET MCGREGOR VS LOI CHOW (1999)
Il più pubblicizzato incontro di boxe misto ha avuto luogo il 9 ottobre 1999.
I mezzi di informazione di tutto il mondo sono andati in estasi quando il match è stato fissato a Seattle, Washington, tra Margaret McGregor (36 anni) e Loi Chow (un fantino trasformato in boxer).
Per la verità l'avversario originario della McGregor sarebbe dovuto essere Hector Morales.
Proprio all'ultimo Hector Morales rifiutò di combattere e venne sostituito con l'inesperto Loi Chow.
La McGregor venne dichiara vincitrice, poi disse ai giornalisti: "Il peso del mondo era sulle mie spalle.
Spero di aver fatto bene per la boxe."



BOXE: REGINA HALMICH VS STEFAN RAAB (2001)
La boxer Regina Halmich ottenne tanti successi in carriera ma è principalmente ricordata per il suo match con il presentatore televisivo Stefan Raab, che ha affrontato sul ring il 22 marzo 2001.
Nelle settimane precedenti l'evento, è stata sottoposta a insulti pubblici dalla star televisiva.
Tuttavia, Raab venne sconfitto nel quinto round e lasciò il ring con il naso rotto.
7.5 milioni di spettatori seguirono l'evento televisivo.



MUAY THAI E KICKBOXING: TAKAKO SHIMOSEKI ED ASAKO SAIOKA (2001-2004)
Le kickboxers femminili giapponesi non sono contrarie a combattere contro gli uomini.
Takako Shimoseki venne etichettata come "Men's Killers" dopo che il 19 maggio 2001, in Thailandia, ha battuto il suo avversario maschile nel terzo round di un incontro di Muay Thai Kickboxing.
Il 20 luglio 2003 presso il Korakuen Hall di Tokyo, in Giappone, Asako Saioka sconfisse Kiken Takayama nel match di kickboxing con una decisione unanime dopo tre round di 2 minuti.
Il 26 gennaio del 2004, la giapponese kickboxer femminile Asako Saioka incontrò sull'anello Arashi Hujihara (avversario di sesso maschile), il risultato fu un pareggio.



BOXE: TONYA HARDING VS MARK MASON (2005)
L'ex pattrinatrice Tonya Harding intraprese la carriera nel pugilato dopo il suo ritiro dal pattinaggio e vinse un match misto contro Mark Mason per KO tecnico al secondo round.
La lotta finì così in fretta che la folla iniziò a rumoreggiare.
Mason che non aveva mai boxato prima, disse di esser stato sopraffatto sul ring: «Mi ha preso con un paio di pugni che non mi aspettavo".


MARATONE E GARE DI RESISTENZA (2006-2021)
E' in queste tipologie di gare che probabilmente l'upset è più frequente.
Ne cito solo qualcuna (in realtà sarebbero molte di più, tra i dilettanti in particolare).
Nel 2006 nella Badwater Ultramarathon di 135 Miglia, prima a giungere al traguardo Pamela Reed in 28 ore, 26 minuti e 52 secondi.
Secondo Dean Karnazes in 28 ore, 51 minuti e 26 secondi.
Nel Trail, sempre 2006, prima assoluta Corinne Favre 10:35:55, secondo Powell Alun 10:53:17.
Nella Where's Waldo 100K Ultramarathon sempre 2006: 1° assoluta Krissy Mohel con 8 minuti di vantaggio sul 2° arrivato.
Darcy Africa nello stesso anno vince la Hurt 100 km con 47 minuti sul 2° arrivato
La stessa atleta americana vincerà anche la Boulder 12 Hours nel 2009.
Invece nel 2007, Meghan Arbogast vinse la Where's Waldo 100K Ultramarathon con 2 minuti di vantaggio sul 2° arrivato.
Nell'Ultra Sky Marathon del 2009 vinse Raffaella Miravalle precedendo di 6 minuti il primo maschio.
Beverley Anderson, americana, vinse la Mad City 50 km Road Race nel 2010 con 5 minuti di vantaggio sul 2° classificato e poi la Pony Express 50 mile nel medesimo anno (con 16 minuti di vantaggio sul 2° arrivato).
Nella 50 km lungo l'Adda, 2011, vince Roberta Orsenigo battendo tutta la concorrenza maschile.
Nell’ottobre del 2017 Camille Herron ha battuto il record mondiale sia maschile che femminile di corsa trail, cioè su strade non asfaltate, su una distanza di 100 miglia (circa 160 chilometri) alla "Tunnel Hill 100" di Vienna, in Illinois. Un mese dopo un’altra donna, Courtney Dewaulter, ha vinto la "Moab 240 race", una gara che si corre tra montagne e canyon seguendo il percorso del fiume Colorado, nello Utah. Dewaulter ha impiegato 2 giorni, 9 ore e 59 minuti per concluderla, ben 10 ore in meno del secondo classificato, un uomo.
Ann Trason, fin dagli anni 80 ha vinto molte corse di lunga distanza, battendo i suoi colleghi maschi. Queste prestazioni non riguardano solo la corsa ma anche altre competizioni di lunga durata, come il ciclismo e il nuoto. 
Il numero sempre maggiore di performance di questo tipo nelle ultramaratone è ancora più sorprendente se si pensa che le donne possono partecipare a queste competizioni solo da pochi anni. Fino al 1972, per esempio, alle donne era vietato correre la maratona di Boston, perché considerate troppo deboli dagli organizzatori per resistere in una corsa così lunga. 
Jasmin Paris, vinse nel 2019 la Spine Race, una delle corse più lunghe e dure al mondo. Erano 126 i partecipanti, per la maggior parte uomini. Paris, scozzese, ha vinto nettamente la gara (battè il record appartenente ad un uomo dal 2016).
Da questa impresa ha preso spunto un articolo pubblicato sul Financial Times ("Why women are outperforming men at the extremes of endurance"), che ha fatto molto discutere il mondo del running. Ma il tema non è nuovo, e non riguarda solo la maratona: nel 2017 Sarah Thomas segnò il record di miglia nuotate in mare aperto (104). E le quattro maggiori distanze di questa disciplina sono sempre stabilite da donne. La Trans Am Bike Race, gara di ciclismo che attraversa gli USA in oltre 7 mila chilometri, è stata vinta da Lael Wilcox dopo 18 giorni di corsa. Diversi studi relativi alle performance nelle lunghe distanze attestano migliori performance femminili rispetto a quelle maschili.
Insomma, le donne sembrano essere diventate negli anni più potenti degli uomini negli sport di resistenza. La statistica ci dice che il superamento non è ancora avvenuto pienamente, ma la scienza ha cominciato a chiedersi perché, considerate le differenze fisiche, il dato stia diventando così lampante. 



LOTTA/WRESTLING: MICHAELA HUTCHISON VS AARON BOSS (2006)
Michaela Hutchison sconfiggendo Aaron Boss è diventata la prima donna di una high school, liceo appunto, a conquistare il titolo statale del Wrestling combattendo nel torneo maschile.
E' successo in Alaska, dove sua sorella maggiore aveva provato la stessa impresa nel 1999 ma si era arresa sul terzo gradino del podio.
Anche Michaela, la stagione scorsa, ci aveva già provato perdendo in finale.
Non questa volta: si è passata una mano sul naso per ripulirsi del sangue che le colava, i postumi di una vera battaglia, e poi ha alzato le braccia al cielo.
Regina della categoria dei 47 chilogrammi, durante la stagione aveva perduto soltanto 4 volte su 49 combattimenti.
Lo sconfitto non sembrava particolarmente disturbato per aver perso da una esponente del gentil sesso. Diceva: "E' la più forte, lo sapevo. Niente da fare".
Mentre Michaela commentava così: "In questo momento non m'importa niente delle implicazioni di questo successo".



MUAI THAI: CHANTAL UGHI VS KWANFA (2008)
Chantal Ughi, kickboxer italiana, inizia praticando karate e taekwondo negli USA.
Poi si trasferisce in Tailandia dove inizia con la Muai Thai.
Nel 2008 sfida Kwanfa, atleta decisamente più "piccolo" di lei(1.78) e lo sconfigge ai punti.
I maligni però lo etichettano come match farsa.



KICKBOXING: GERMAINE DE RANDAMIE VS ROM WAES (2008)
L'attore belga Tom Waes nel 2008 accetta di combattere, dopo solo 3 mesi di allenamento, un match misto di Kickboxing contro Germaine de Randamie(alta 1.75 e pluri-campionessa femminile di MMA e Kickboxing).
Il coraggioso Tom finisce KO nel primo round.



BASEBALL: MACKENZIE BROWN (2009)
E' vero che in giovane età le differenze fisiche a livello di forza non ci sono ancora ma l'impresa della Mackenzie Brown merita di essere raccontata essendo diventata la prima ragazza della storia della Little League a lanciare un Perfect Game.
Per Perfect Game s'intende la partita perfetta: 0 valide concesse, 0 basi ball e 0 errori.
La dodicenne eliminò tutti i ragazzi che si presentarono al piatto con ben 12 strikeout.



NUOTO: YE SHIWEN (2012)
Ai Giochi olimpici di Londra 2012, la cinese Ye Shiwen(16 anni) vince l'oro nella finale dei 400 metri misti, stabilendo il nuovo record mondiale con il tempo di 4:28:43 e nei 200 metri misti.
L'oro olimpico dei 400 misti è arrivato grazie soprattutto all'incredibile parziale di 58"68 fatto segnare nella frazione dei 100 metri a stile libero.
Gli ultimi 50 metri (28"93) sono stati più veloci di 0"17 rispetto a quelli nuotati dallo statunitense Ryan Lochte nella prova maschile e di otto decimi più rapidi dell'altro asso statunitense, Michael Phelps.
Mai una donna era riuscita a segnare questi tempi.


BASKET: CHICAGO SKY VS E-LEAGUE (2009)
Forse questo era il match più scontato di tutti.
Ovvero una squadra della WNBA (la lega professionistica americana di pallacanestro femminile), per la precisione le Chicago Sky contro un gruppo di celebrità maschili: finito 102-55.
Celebrità maschili quali Bill Bellamy, James Lafferty e Brian McKnight.
Sicuramente non certo un team composto da uomini che non sapevano come fosse fatta una palla da basket ma pur sempre amatori.



SOFTBALL: CHICAGO BANDITS VS SCHAUMBURG FLYERS (2009)
Venne etichettato come "The Battle Of Sex II", ovvero il match tra le Chicago Bandits (squadra di softball femminile) e i Schaumburg Flyers (squadra di baseball maschile).
Professioniste contro professionisti ma match giocato con le regole del softball (la versione femminile del baseball).
I Flyers fecero la Northern League (minors di baseball ma non sono affiliati a squadre di MLB) sino al 2010.
Per la cronoca vinsero le Bandits 4-2.
Fine però nobile in questo caso: raccolta di fondi per il softball.


KICKBOXING (NON DISPUTATO): RONDA ROUSEY VS FLOYD MAYWEATHER (2015)
Tra le diatribe recenti c'è sicuramente quella che vede coinvolti  la kickboxer Ronda Rousey e il pugile Floyd Mayweather, una “faida” scoppiata quasi per caso, per goliardia, nel luglio 2014, quando il pugile aveva affermato di non sapere chi fosse la sua collega della MMA: Ronda ha nutrito rabbia e risentimento per quasi un anno ma quando ha ricevuto i premi ESPY come miglior atleta donna dell’anno e come miglior fighter, ne ha approfittato per consumare la sua personalissima vendetta: “Non posso evitare di chiedermi come si sentirà ora Floyd sapendo di essere stato battuto da una donna”.
Le stoccate sono proseguite a distanza.
Ronda ha ammesso di aver covato vendetta per mesi, ritenendo l’uscita di Mayweather offensiva e maschilista, e il pugile, da parte sua, dopo aver riconosciuto il valore della campionessa MMA, ha poi fatto calare la mannaia con l’invito a chiamarlo “il giorno in cui avrebbe guadagnato 300 milioni di dollari per 36 minuti di combattimento”.
La faida ha raggiunto livelli di popolarità pazzeschi negli States, dove entrambi sono atleti riconosciutissimi, con i disegni di un’ipotetica sfida tra i due.
Ronda ha colto la palla al balzo, affermando in due occasioni di essere certa di poter battere Mayweather in un combattimento “senza regole”.
“Floyd è uno dei pugili più forti di sempre. In un incontro di boxe mi batterebbe sicuramente. Ma in un combattimento senza regole penso di poter battere chiunque su questo pianeta. La boxe è una scienza precisa con regole ferree che rispetto molto, ma, in un combattimento senza regole, penso sinceramente di poter vincere”.
Il campione dei pesi welter contro la campionessa MMA, Ronda, 170 cm per 61 kg, avrebbe uno svantaggio di 3 cm e 7 kg rispetto a Mayweather e, soprattutto, di 12 cm di allungo, eppure gli addetti ai lavori parrebbero non avere dubbi sulla forza di questa ragazza.
“In un vero combattimento di MMA, Ronda distruggerebbe Mayweather in pochi secondi, sono sicuro al 100%" afferma a riguardo il lottatore MMA irlandese Conor McGregor.
"Quando non sei abile con le prese, non hai speranze. Per noi, è come giocare con un bambino.
Le persone che non capiscono questo sport non riescono a capire nemmeno quanto siano vulnerabili.
E poi Ronda è stata anche un’olimpionica di judo".



TENNIS (NON DISPUTATO): SERENA WILLIAMS VS JOHN MCENROE (2015)
 John McEnroe, nonostante l'età(56), pensa di poter battere Serena Williams seppur l'americana stia vivendo uno dei periodi migliori della sua carriera.
"Le mie figlie pensano che probabilmente perderei da Serena. Io invece penso ancora di poterla battere", afferma McEnroe.
"Perchè non ci siamo ancora affrontati? 15 anni fa Donald Truph ha fatto un'offerta ma io l'ho rifiutata. E Serena ha tanto da perdere giocando contro un vecchio come me. Anch'io ho molto da perdere, perchè se perdo, contro una donna, non potrò andare nello spogliatoio per maschile per i prossimi 15 anni, o comunque ciò sancirebbe la fine della mia vita.
Sarebbe una sfida da sogno intrigante paragonabile al match di boxe tra Pacquiao e Mayweather".
Questo paragone suscita nell'intervistatrice una domanda: e se Serena e McEnroe si affrontassero un giorno in un match di boxe, chi vincerebbe? "Non penso di batterla sul ring" ammette però l'ex numero uno al mondo.


CALCIO: AEM LLEIDA (2017)
Il team di 12/14enni di Dani Rodrigo nel 2017 ha stravinto il campionato provinciale maschile con numeri record: "All'inizio ci deridevano, ora riceviamo solo applausi. Le donne, se vogliono, possono tutto, ma al calcio femminile serve la sensibilità della gente".
L'Aem Lleida è come detto una squadra femminile composta da ragazze comprese tra i 12 e i 14 anni che ha vinto la Liga di Segunda Infantil Masculina (campionato maschile).
E' stato il loro allenatore, mister Dani Rodrigo, ad avere, l'intuizione di iscrivere queste ragazze al campionato provinciale maschile. 
Una scelta originata da motivi economici: l'alternativa "tradizionale" sarebbe stata, infatti, iscrivere la squadra al campionato femminile, ma regionale, il che avrebbe portato in dote trasferte lunghe e dispendiose.
Come fare, però, per disputare un torneo competitivo, in grado di impegnare per davvero queste ragazzine terribili che con la palla tra i piedi miglioravano un allenamento dopo l'altro? 
Semplice, farle competere coi maschi di pari età. 
Di livello provinciale, ma pur sempre giovani ragazzi che giocano a calcio.
Nei primi due anni, la squadra perdeva spesso e veniva derisa. 
I numeri messi in fila dall'AEM Lleida, durante quest'ultima stagione trionfale, sono pazzeschi: 21 vittorie, 4 pareggi e solo 1 sconfitta (a fronte di 37 gol subiti e 109 realizzati, praticamente una media di 4 a partita).
Andrea Gómez ha vinto la classifica marcatori con 47 reti.
Mister Dani Rodrigo: "Il nostro segreto? Ne abbiamo tanti, oltre all'attacco c'è una gran difesa, composta dalle nostre Lore, Sofia, Marta, Helena, Ariadna, Joana, Ainhoa e un impianto di gioco su cui lavoriamo, da tre anni, ogni giorno. Le ragazze ti concedono maggiore attenzione, hanno più fame di vittorie, si applicano come meglio non potrebbero e, nei contrasti, entrano più decise".


SUPERSPORT 300: ANA CARRASCO (2018)
Con il 13° posto sulla pista di Magny-Cours (Francia), Ana Carrasco (esordio in Moto3 nel 2013) ha conquistato il Campionato del mondo Supersport 300 (già l'anno precedente aveva vinto una gara iridata nel SSP300).
Un successo storico perché mai una donna aveva vinto un titolo iridato in una competizione motociclistica aperta a entrambi i sessi.
La spagnola classe 1997 si è imposta in 2 delle 8 gare stagionali (una con 13 secondi di vantaggio, l’altra con 4) ed è andata sempre a punti.



CALCIO: SB FRANKFORT (2019)
Il club SB Frankfort squadra femminile Under 12 di Plymouth è diventata la prima in Gran Bretagna a vincere un campionato maschile (Devon Junior Minor League), non avendo un campionato a cui partecipare.
Questa squadra ha fatto la storia dopo aver battuto la squadra maschile Drake FC vincendo il titolo.
Le ragazze, nonostante i vari allenamenti ogni settimana, non avevano squadre con cui giocare contro, e così decisero di entrare in un campionato maschile.
Il vicepresidente John Preston ha dichiarato a MailOnline: "Per quanto ne sappiamo, nessun'altra squadra ha realizzato qualcosa del genere. Le ragazze hanno molto talento e provengono tutte da Plymouth".



BOXE: TATYANA DVAZHDOVA (2020)
Tatyana Dvazhdova, giovane pugile russa di 22 anni, non considerandosi più debole di un atleta maschio, ha deciso per anni di celare la sua vera identità e combattere sotto lo pseudonimo di Vladimir Ermolaev. Pare che per 17 incontri, nessuno si sia accorto che dietro quella massa di muscoli e capelli corti si nascondesse una ragazza.
Tatyana ha deciso di tagliarsi i capelli e munirsi di documento falso al fine di poter gareggiare solo contro gli uomini. La sua volontà era quella di smentire le dicerie secondo le quali le donne sarebbero troppo deboli e anzi, dimostrare il contrario. Dopo aver vinto 9 dei 17 scontri, la ragazza ha deciso venire allo scoperto, conscia del fatto che la sua rivendicazione fosse giunta a compimento. Purtroppo per lei, però, da quel momento le venne vietato di scontrarsi con ulteriori atleti maschi. A quel punto decise di lasciare il club di pugilato ed approdò nei combattimenti di strada.
Anche durante i combattimenti di strada, Dvazhdova camuffata da Vladimir Ermolaev sembra essere riuscita a scontrarsi esclusivamente con uomini ignari. "I ragazzi che ho battuto non sapevano affatto che fossi una ragazza". 



BRACCIO DI FERRO: IRINA GLADKAYA
Irina Gladkaya (alta 1.71m per 76 kg), 13 volte campionessa del mondo di braccio di ferro, nata in Russia ed avviata a questa disciplina dal 1999 non solo ha la meglio sulle donne, ma anche sugli uomini. A testimoniarlo un video che in poche ore è diventato virale negli Stati Uniti: Irina sulla spiaggia di Miami che viene sfidata da una serie di concorrenti maschi, convinti di vincere. Il risultato? Una brutta figura per tutti. Nessuno è in grado di batterla.
In alcune interviste Irina ha ricordato che è sempre stata una bambina particolarmente energica. I genitori l'hanno spinta verso lo sport e lei ha iniziato a praticare l'atletica leggera. Poi è nato l'amore con la disciplina del braccio di ferro: dopo un mese di allenamento, ha vinto il campionato di Mosca. Dopo altri due mesi, quello russo. In cinque mesi è arrivata al Mondiale e ha vinto di nuovo. E sul fatto che fosse anche uno sport adatto alle donne, non ha mai avuto dubbi.  
Ora Irina Gladkaya è tredici volte campionessa mondiale ed europea, vincitrice dell'Arnold Classic Brasile 2016. Dal 2007, poi, è impegnata nel coaching, specializzata in esercizi di perdita di peso e allenamento della forza.



SURF: MAYA GABEIRA (2020)
Maya Gabeira viene chiamata la "super woman del surf". Nel 2020 vinse l’Oscar dell’onda più grande mai cavalcata da una donna, il cdbMD XXL Biggest Wave Award assegnato ogni anno dalla World Surf League, una sorta di federazione mondiale dei surfisti professionisti, dopo aver domato una montagna d’acqua alta 73,5 piedi, oltre 22 metri. E, nonostante la divisione di generi, Maya ha anche battuto la quota del cbdMD XXL Biggest Wave della categoria "uomini", superando Kai Lenny, che ha vinto surfando un’onda di 70 piedi a Paia, Hawaii. 


GOLF: LINN GRANT (2022)
La ventiduenne di Helsingborg ha vinto lo Scandinavian Mixed di Tylösand, il primo torneo misto della storia ad essere stato vinto da una donna. Grant conquista il suo terzo successo compresi quelli del Ladies European Tour. Al secondo posto troviamo Henrik Stenson, il futuro capitano dell’Europa in Ryder Cup. Con lui a -15 c’è lo scozzese Marc Warren, che con il -7 finale rimonta 15 posti.
Quarta posizione per lo spagnolo Santiago Tarrio, che si pone insieme all’australiano Jason Scrivener e all’olandese Darius van Driel a -14; -13, invece, per i francesi Matthieu Pavon e Romain Langasque e il tedesco Maximilian Kieffer. Decimi a -12 l’altro iberico Sebastian Garcia Rodriguez, il danese Niklas Norgaard Moller e l’inglese Paul Waring. 



SQUADRE MISTE ED ALTRI CASI
Nel 1900 alle olimpiadi francesi, Helene De Pourtales, era a bordo del Lerina (Vela) che vinse nella classe 1-2 tonnellate contro equipaggi maschili.
Negli anni 50, più precisamente nel Dressage (Equitazione), alle prime gare miste la cavallerizza danese Lis Hartel vinse l'oro iridato ad Aquisgrana nel 1954 e due argenti ad Helsinki e Stoccolma.
Nell'Ippica invece negli anni 90 Julie Krone vinse la prima gara al Triple Crown di Galoppo nel 1993 (Belmont  Stakes).
Nel Ciclismo, Alfonsina Strada partecipò al Giro D'Italia 1924 arrivando con 2 ore e mezza di ritardo, in una tappa successiva arrivò fuori tempo massimo.
A Monaco ’72 il tiro a volo non avendo gare femminili aveva aperto quelle maschili anche alle donne, tant’è che la pluricampionessa mondiale canadese Susan Nattras nella fossa aveva partecipato a 3 edizioni dei Giochi, senza mai entrare nei primi 20.
A Barcellona 1992 invece nello skeet arrivò Zhang Shan, cinese, 24 anni.
Nelle serie fece 200/200, in finale le bastò 23 per battere tutti gli uomini, compreso l'italiano Bruno Rossetti che fu bronzo.
Nel 2003 la golfista Annika Sorenstam fu la prima donna dal 1945 a partecipare ad un evento del PGA, il Bank Of America Colonial, mancando il taglio a causa di diversi errori nel putt.
Più recentemente, Michelle Wie ha partecipato ad eventi maschili, sia nel PGA che nel tour europeo, però senza mai passare il taglio.
Andrebbero citate anche Holley Mangold, statunitense, 10ª nei massimi del sollevamento pesi.
Qualche anno fa giocò a football all’Ursuline College. Era lineman. Nessuna donna ci ha mai giocato.
Eri Yoshida, alta 1,55 m, è lanciatrice di Baseball.
Siccome i suoi lanci non raggiungerebbero mai una velocità accettabile, è andata a scuola di knuckleball da Tim Wakefield (lancio lento ma con traiettorie imprevedibili e difficile da leggere per il battitore se ben eseguito). Gioca in Leghe Indipendenti, prima in Giappone, poi negli Stati Uniti, coi Chico Outlaws e ora coi Na Koa Ikaika di Maui, alle Hawaii.
Nell‘Hockey ghiaccio: nel 2003, la canadese Hayley Wickenhaiser giocò 10 partite nel Salamat, squadra di terza divisione del campionato maschile finlandese. Nel 2020 Arianna Bridi ed Ana Marcela Cunha (staccata di quasi 1 secondo) si giocarono il primo posto nella Maratona del Golfo (traversata a Nuoto Capri-Napoli) battendo di circa 40 secondi il terzo classificato (che battè anche il record maschile della competizione), fu la prima volta nella competizione che a vincere è stata una donna.


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