Nella vita di Arthur Cravan (1887-1918) non è semplice stabilire dove finisca la realtà e dove cominci la finzione.
Alto quasi due metri,più di 100 kg, fisico possente, una passione smodata per gli pseudonimi (se ne contano almeno nove), come hobby in primis boxe e letteratura.
Fondò e diresse la rivista letteraria Maintenant, diede scandalo nei sofisticati ambienti artistici parigini, si esibì in stravaganti dancing-boxing.
CAMBI D'IDENTITA' E TRAVESTIMENTI
Pronipote di Oscar Wilde, lo avvistano agli inizi del Novecento, a Losanna, Parigi, Madrid e New York. Disertore professionista, durante la Grande Guerra cambia continuamente cittadinanza e identità per disertare e alla recidiva aggiunge il cambio di genere: riesce a passare una frontiera travestito da donna.
E lo vedono in mille altri posti.
Si dichiara "cittadino del mondo" assumendo 20 nazionalità diverse.
Viene anche espulso dall'accdemia militare per aver schiaffeggiato il proprio insegnante.
Conferenziere farneticante, invece di declamare versi si spoglia e offre dimostrazioni di pugilato.
Poi spara con la sua rivoltella sopra la testa del pubblico e se ne va per fondare una rivista di critica brutale, Maintenant.
Insulta letteralmente tutti i poeti dell'epoca e tra i prosatori copre di insulti il povero Gide, che non ha il coraggio di dirgli assolutamente niente.
LA BOXE, IL MATCH DEL SECOLO E LA TRUFFA
Poi conosce Jack Johnson, il campione del mondo scappato dagli Stati Uniti perché inseguito dall'odio dei suprematisti bianchi.
I due pugili decidono di applicare il dadaismo alla noble art e inscenano la grande truffa dei pesi massimi. Allestiscono in Spagna un incontro che dovrebbe essere il match del secolo.
Jack Johnson all'epoca è un mito, il più grande pugile prima di Muhammad Alì.
Si accordano per una borsa enorme anche per chi perderà.
Il palazzo dello sport non riesce a contenere le migliaia di spettatori: suona il gong, dopo un paio di jab telefonati, Cravan si mette in ginocchio e toccando i piedi di Johnson lo supplica: «Non picchiarmi, mammina, ti voglio bene!».
Il pubblico non la prende bene e cerca di linciare i due pugili.
Loro scappano e si sbronzano in periferia.
LA FUGA IN AMERICA
A questo punto Cravan fa perdere le sue tracce.
Ricompare in America.
A New York vive nei parchi, nel nord del Canada si dedica alla pesca dei merluzzi.
In Messico vive di espedienti, poi gestisce una palestra di lotta libera e prepara una conferenza sull'arte egizia.
Conosce la poetessa inglese Mina Loy, si innamora perdutamente e la sposa, nonostante fosse già sposato con un'altra.
Non capisce le leggi e si chiede incuriosito perché lo accusino di bigamia.
Alla fine Mina scappa a Buenos Aires, lui le scrive lettere colme di poesia.
Secondo André Breton, che lo inserisce nella Antologia dello humour nero, Cravan una notte si ubriaca in una spiaggia messicana, ruba una barchetta e prende il largo a remi, fiducioso delle proprie braccia e convinto di poter ricongiungersi col suo amore a Buenos Aires.
Dopo di ciò, sparì misteriosamente nelle acque del Golfo del Messico, imbarcato come detto su un piccolo veliero per raggiungere Buenos Aires e sfuggire nuovamente alla chiamata delle armi.
Non arriverà mai.
LA SCOMPARSA
Mina lo aspetta per un po', poi torna in Inghilterra.
Lo cerca per tutte le carceri e i bordelli e le palestre degli Stati Uniti.
Poi si arrende.
Lo dichiarano scomparso nel 1918, quando aveva 31 anni.
Sulla sua morte ci sono altre ipotesi: secondo Blaise Cendrars finì accoltellato in una bettola.
Secondo altri la sua scomparsa sarebbe un trucco per fottere i creditori: arrivò a Buenos Aires, cambiò identità e divenne un maestro di tango.
Visse e morì mille vite.
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