Luke McCormick nasce nel 1983 e nei primi anni del 2000(dal 2004 in poi) è un portiere di belle speranze del Plymouth, eletto miglior giovane del suo club per due anni consecutivi e si mormora di un suo approdo nelle nazionali giovanili inglesi.
McCormick diviene sempre più forte ed iniziano ad adocchiarle diverse squadre (tra le quali il Leicester di Holloway).
L'INCIDENTE STRADALE E IL DUPLICE OMICIDIO
La sua vita però cambia radicalmente il 7 giugno 2008 quando alla guida della sua Range Rover si scontra contro l’auto della famiglia Peak uccidendo i due bambini Arron(dieci anni) e Ben(otto) e ferendo gravemente il padre Phil.
Ad ottobre dello stesso anno arriva la sentenza del tribunale che lo condanna a 7 anni e 4 mesi di carcere.
Il giovane portiere in quel maledetto giorno era stato al matrimonio del suo compagno di squadra David Norris.
Subito dopo i festeggiamenti però aveva deciso di ripartire per la sua città natale, Coventry, per risolvere alcuni problemi coniugali con la sua fidanzata.
Inutili erano stati i tentativi di dissuasione degli amici che lo avevano pregato di fermarsi a riposare.
Luke era partito chiaramente stanco e con una concentrazione di alcool nel sangue doppia del consentito. Mentre era alla guida del suo fuoristrada è stato preso da un colpo di sonno e l’urto con la Toyota della famiglia Peak è stato fatale.
In seguito alla sentenza nel tribunale di Stoke-On-Trent la famiglia Peak si è detta soddisfatta della condanna anche se sicuramente non sarà mai sufficiente a ripagarli del vuoto lasciato dalla morte dei due bambini.
Il signor Peak ancora oggi paga il prezzo di quell’incidente essendo bloccato su una sedia a rotelle e la signora Peak fece notare che tutto sommato McCormick fra tre anni e mezzo sarà fuori con la condizionale mentre i suoi figli non torneranno mai più in vita.
CARRIERA FINITA?
Dopo la sentenza il Plymouth rescisse il contratto il giorno successivo.
La notizia fece molto rumore nel mondo del calcio, basti pensare che Sir Alex Ferguson in persona spedì un messaggio di condoglianze alla famiglia Peak, i due bambini erano infatti accaniti sostenitori del Manchester United e i loro funerali furono seguiti da una massiccia rappresentativa di tifosi dei Red Devils.
LA SCARCERAZIONE(2012)
Nel 2012(dopo 4 anni) la scarcerazione anticipata mise termine alla sua condanna, fissando per giugno 2012 la sua data di ritorno alla libertà.
E lo Swindon Town, club allenato ai tempi da Paolo Di Canio, offrì al giocatore la possibilità di tornare a giocare, accogliendolo in squadra in prova per qualche mese.
Coi Railwaymen (neopromossi in League One) McCormick inizia ad allenarsi già da gennaio, approfittando del regime di semilibertà che gli è stato concesso e prende parte al tour estivo della squadra, in Italia.
Ma la possibilità che il club biancorosso offrì al portiere non piacque alla famiglia Peak: il dolore e la rabbia comprensibile dei due coniugi ha trovato grande risonanza su molti quotidiani, dove ci si chiede se sia giusto riammettere nel mondo del calcio questo giocatore, che in sede processuale si era difeso giurando che non sarebbe più tornato a giocare a calcio.
«Noi siamo la parte lesa», dice il Philip Peak.
«Abbiamo perso i nostri ragazzi perché McCormick guidava ubriaco e lui, invece, non solo torna in libertà dopo meno di quattro anni, ma gli permettono pure di fare il lavoro che vuole».
Anche i tifosi dello Swindon hanno fatto sapere di non gradire l’arrivo dell’ex-numero 1 del Plymouth Argyle.
Le parole di Jeremy Wray, presidente del club, furono chiare:
«Siamo vicini alla famiglia delle due piccole vittime, perché questa tragedia ha distrutto le loro vite, ma il giocatore ha scontato la sua pena e noi vogliamo dargli la possibilità di rifarsi una vita». Perché non offrirgliela? Non ci si può barricare dietro lo strascico emotivo della vicenda (che c’è da credere sia angosciante anche per il giocatore stesso, tra rimorsi e sensi di colpa): espiata la pena, anche lui deve essere lasciato libero di tornare alla normalità. Ugualmente, non si può brandire come deterrente l’inflazionato cliché della vita comoda e rammollita del calciatore, cui è ingiusto che un condannato possa ritornare. Ricordiamoci che i giocatori sono professionisti, e il loro è pur sempre un lavoro. Strapagato, facile quanto tirare due calci ad un pallone… definitelo con tutti gli aggettivi che volete, ma è un mestiere che ha lo stesso status dignitario delle altre professioni: è ciò con cui loro riescono a vivere, l’espressione più alta e creativa del loro talento al servizio della società.
Perché McCormick non può tornare a farlo?".
LA NUOVA CARRIERA
Tuttavia lo Swindon decide di rilasciarlo ad agosto 2012, senza offrirgli un contratto.
Riparte dal Truro City (Conference South), il club in amministrazione controllata riesce comunque a metterlo sotto contratto, essendo rimasti con solo 1 portiere (infortunato tra l'altro).
Gioca 10 partite e poi ritorna tra i professionisti, firmando per l'Oxford City in League Two.
Gioca 15 match prima di perdere il posto in favore di Max Crocombe e viene rilasciato al termine della stagione.
Il Plymouth, da svincolato, lo riporta all'ovile a maggio 2013.
Gioca una discreta stagione nel 2013/14, ancora migliore quella successiva(2014/15) dove è tra i protagonisti della grande stagione dei Pilgrims.
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