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venerdì 1 maggio 2015

La Storia Di Mike Tyson: Risse, Arresti, Cocaina

Michael Tyson nasce nel quartiere popolare di Brooklyn noto come Bedford-Stuyvesant.
E' stato uno dei pugili più forti del mondo.
Il suo temperamento,  la sua imponente fisionomia e non meno la sua fama, nel corso della sua vita, non hanno potuto fare altro che incrementare negli avversari sportivi che lo hanno affrontato il timore di tutti coloro che lo vedevano fare anche due semplici scambi di boxe.
I soprannomi che gli furono attribuiti, Iron Mike, The Baddest Man On The Planet, Kid Dinamite e King Kong, rendono un’idea della brutalità presente nel pugile di cui ci appropinquiamo a parlare.
Nacque comunque in una famiglia molto povera.
Il padre Jimmy lavora come manovale ma, due anni dopo la nascita di Mike, soffrendo di gravi disturbi al cuore decide di lasciare il lavoro.
Con esso abbandona anche la compagna(Lorna Smith) e i figli per rifarsi una vita lontano da Brooklyn. Lorna quindi, incapace di sostenere da sola l'intera famiglia, si trasferisce con i suoi tre figli a Brownsville(quartiere antistante).
Lì, pensa, che le spese saranno sicuramente inferiori ma sà anche che la vita diventerà più pericolosa dato che quel distretto si trova in cima a tutte le liste dei quartieri più pericolosi d' America.


L'INFANZIA DIFFICILE E LE RISSE
Mike, senza un padre e con la madre che nel frattempo trova nell'alcol la soluzione ai mali della propria esistenza, cresce senza una guida sulle strade del ghetto dove trascorre un' infanzia parecchio difficile in cui viene spesso malmenato e schernito dai ragazzi della zona.
Tyson da bambino è introverso e solitario.
Egli parla poco e non si unisce volentieri ai giochi degli altri ragazzi.
I piccioni sono la sua unica compagnia assieme ad un cane trovatello che battezza con il nome "Killer".
Mike, a soli dieci anni, non è alto ma il suo fisico è molto più sviluppato di quello di molti suoi coetanei.
Essi tuttavia, notato il carattere remissivo e incuranti della sua mole, lo deridono costantemente.
Infatti gli affibbiano nomignoli come: "big head Mike" per la sua testa grande; "dirty Mike" perché veste sempre gli stessi vestiti sudici e consumati; "little fairy boy" per i modi gentili, la voce sottile e un lieve difetto di pronuncia.
Il piccolo Tyson si stanca infine dei continui abusi di cui è vittima la sua persona e si convince che, per essere rispettati sulle strade di Brownsville, paga di più l'uso della violenza che quello delle buone maniere.
Un giorno Mike picchia furiosamente un ragazzo più grande che, "per divertimento", aveva staccato la testa ad uno dei suoi piccioni e continua in seguito a ricorrere alle maniere forti qualora gliene si presenti l'occasione.
I risultati di questo suo nuovo comportamento, favoriti dalla sua corporatura sempre più imponente, non tardano a manifestarsi e ben presto egli diventa uno dei soggetti più temuti del quartiere.
La leggenda sui pugni di un ragazzino undicenne chiamato Mike Tyson comincia infatti a circolare a Brownsville e in breve tempo non esiste più nessun "dirty Mike"  in zona.
Adesso chi lo conosce si limita a rivolgerglisi con un certo timore.
Mike smette di andare a scuola e comicia a farsi largo nella sua mente l'idea di diventare pugile un giorno. Egli incoraggia tale proposito appendendo un poster del Campione dei pesi massimi Joe Frazier in camera sua.


THE JOLLY STOMPERS: LA GANG E I 38 ARRESTI
Tyson comunque deve rinunciare, per il momento, ad avvicinarsi alla boxe perché, nonostante la giovane età, si trova sempre più coinvolto dalla violenza che caratterizza il contesto in cui cresce.
Egli, ad appena dodici anni, diventa il membro più giovane della "gang" di strada conosciuta a Brownsville con il nome di "The Jolly Stompers" cacciandosi in ogni sorta di guaio.
Mike infatti diventa un esperto in furti, aggressioni, risse e, inevitabilmente, anche di soggiorni in riformatorio (in particolare nel centro di detenzione "Spofford", situato nel quartiere del Bronx).
In seguito all' ennesimo scippo, e dopo aver raggiunto il discutibile primato dei 38 arresti, per allontanarlo da Brooklyn e da un sicuro avvenire fatto di crimini più gravi, Tyson viene destinato al riformatorio "Tryon" dove cambierà il corso della sua esistenza.


RIFORMATORIO TRYON E IL PUGILATO
In questo centro per "ragazzi incorreggibili", infatti, egli parteciperà alle lezioni di boxe tenute da Bobby Stewart.
Quest' ultimo viene immediatamente colpito dalla prestanza fisica del "piccolo" Tyson (che a tredici anni pesa più di 80 chili) e nota fin dalle prime volte che gli permette di salire sul ring sia la forza impressionante che la straordinaria attitudine per la boxe del ragazzo.
Stewart decide pertanto di presentare Mike al leggendario allenatore Cus D'Amato.
Questo resta favorevolmente impressionato dalla vista del giovane Mike e arriva addirittura a predire, che quel ragazzo tredicenne, se guidato e allenato a dovere, sarà indubbiamente il prossimo grande campione dei pesi massimi.
Due anni dopo, nel 1982, D' Amato adotta Tyson legalmente (quando la madre di Mike muore di cancro) facendogli da padre e guida negli anni futuri.
Mike Tyson, allenato da D' amato (e da un altro "discepolo" di Cus: Teddy Atlas), disputa una eccellente carriera da dilettante sostenendo in tutto 54 incontri di cui 48 vinti.


CAMPIONE DEL MONDO (1986)
Cus D' Amato decide allora che è tempo per " il suo Tyson" di passare al pugilato dei professionisti e il debutto di Mike nel marzo del 1985 si risolve in una fulminea vittoria per KO al primo round quando egli batte Hector Mercedes in appena 77 secondi.
L'allenatore comunque non ce la farà a vedere il suo pupillo che conquista il titolo mondiale perché morirà a causa di una polmonite nel novembre del 1985 all'età di 77 anni.
Mike Tyson tuttavia, poco più di un anno dopo, il 22 novembre 1986 diventa il più giovane Campione del mondo dei pesi massimi nella storia del pugilato.
Infatti egli conquista il titolo mondiale WBC a soli 20 anni 4 mesi e 22 giorni battendo brutalmente per KO alla seconda ripresa il canadese Trevor Berbick.
Il giovane pugile dedicherà questa vittoria al suo indimenticato tutore Cus D' Amato e, nel corso dei nove mesi successivi, riunificherà la corona dei pesi massimi sconfiggendo prima ai punti in 12 riprese James Smith per la cintura WBA e poi, sempre ai punti, l'ottimo Tony "TNT" Tucker per il titolo della International Boxing Federation (IBF).
Il regno di "Iron Mike" dura più di tre anni duranti i quali egli appare una imbattibile macchina da pugni. Nessun avversario sembra potergli resistere e ogni suo incontro si risolve inevitabilmente in impressionanti e rapidissimi KO' s.
Nel 1988 Tyson licenzia Kevin Rooney, l'allenatore che lo aveva preparato a tutti i suoi match da professionista, per firmare un contratto che lo lega al promoter Don King.
Molti interpretano questo momento come l'inizio del declino professionale e personale di "Iron Mike".
La supremazia di Tyson nei pesi massimi si conclude bruscamente e con grande sorpresa l'11 febbraio 1990 quando, a Tokyo, viene pesantemente sconfitto da James "Buster" Douglas per KO alla decima ripresa.
Comincia così la corsa di Tyson verso la riconquista del titolo mondiale ma nei due anni successivi egli disputa e vince solo 4 incontri (di cui 3 per KO).


LA VIOLENZA DOMESTICA E IL DIVORZIO (1998)
Sul piano umano le cose vanno un po' diversamente.
Il 9 febbraio 1988 aveva sposato a New York l'attrice Robin Givens che però poco dopo inizia le pratiche di divorzio dichiarando più volte di essere stata picchiata dal marito.
I due poi divorzieranno nella Repubblica Dominicana il 14 febbraio dell'anno successivo.


L'ACCUSA DI STUPRO E IL CARCERE (1992)
Alla fine del 1991 tuttavia, il proposito della riconquista del titolo mondiale viene bloccato dall'accusa di stupro da parte della reginetta di bellezza Desiree Washington.
Segue un processo che viene seguito dall'intera America, divisa tra coloro che vedono in Tyson unicamente un criminale che deve pagare per la propria malefatta e coloro che invece credono nell'innocenza dell'ex campione del mondo.
Ad emettere la sentenza è il giudice donna Patricia J.Gifford che lo condanna a 10 anni di carcere (di cui 4 con pena sospesa).
Tyson entra nel carcere di Plainfield, nello Stato dell' Indiana, nel febbraio del 1992 e ne esce soltanto nel marzo del 1995 dopo 1095 giorni di reclusione e beneficiando, tra l'altro, di uno sconto sulla pena per buona condotta.
La vita dell'ex- campione sta andando evidentemente a rotoli e in molti aspetti somiglia a quella, altrettanto tragica, di un altro pugile peso massimo che Tyson considera da sempre uno dei suoi idoli: Charles "Sonny" Liston.


IL RITORNO AL PUGILATO (1995)
Tyson, dal momento del rilascio, riprende subito la sua attività pugilistica e sostiene alcuni incontri con pugili di medio livello che batte con disinvoltura.
I suoi tifosi e l'intero mondo della boxe, bisognoso di una figura carismatica in un' epoca di grossa crisi per questo sport, sperano in un ritorno in grande stile di "Iron Mike".
Tyson non delude nessuno perché conquista prima la versione WBC del titolo dei pesi massimi battendo il valido britannico Frank Bruno alla vecchia maniera(un KO alla terza ripresa) e poi impiegando un solo round per sbarazzarsi di Bruce Seldon e fare sua anche la cintura WBA.
Ma nel novembre del 1996, dieci anni dopo aver conquistato il primo titolo mondiale, arriva il momento di difendere il titolo WBA contro un avversario di grande prestigio: l'ex re dei massimi leggeri e dei massimi "The Real Deal" Evander Holyfield (un incontro che era stato già fissato nel 1991, prima della condanna di Tyson, e che quindi ora è molto atteso dagli appassionati).
Mike Tyson, in questo match molto combattuto e altamente spettacolare, viene prima messo a sedere da un colpo di Holyfield nella sesta ripresa e poi sconfitto, tra lo stupore collettivo, per KOT all'undicesima ripresa. I dubbi su quanto sia rimasto delle sue qualità pugilistiche, in seguito alla prigione, si fanno sempre più reali.


IL MORSO AD HOLYFIELD (1997) E LA SQUALIFICA
La rivincita con Holyfield si tiene a Las Vegas, nel Nevada, il 28 giugno del 1997 ma questa volta le possibilità di vittoria per "Iron Mike", solitamente favorito dai pronostici, sembrano essere poche.
Mike Tyson durante questo match perde il controllo e nel corso del terzo round, vistosi nuovamente vicino alla sconfitta, morde ripetutamente l'orecchio dell'avversario staccandogliene un pezzo e costringendo quindi l'arbitro Mills Lane a interrompere l'incontro, a squalificarlo e a decretare la vittoria in favore di Evander Holyfield.

"Lo volevo uccidere. Chiunque fosse presente a bordo ring ha potuto vedere la mia rabbia cieca, ero furioso, ero come un soldato indisciplinato fuori controllo, così l'ho colpito alla testa", ricordando che l'anno prima aveva visto Holyfield lo aveva battuto anche causandogli una ferita al sopracciglio dovuto a una testata.

Dopo il secondo morso, e la conseguente squalifica decretata dall'arbitro Mills Lane, Tyson ammette di aver perso completamente il controllo: "C'era gente che tentava di tenermi mentre Holyfield era rannicchiato a terra nel suo angolo, ho provato più volte a raggiungerlo. Avevo addosso 50 persone, ho cercato di liberarmi dagli agenti che mi bloccavano". 

La reazione dell'opinione pubblica al suo gesto non fu tenera.
"Qualcuno gettò persino una testa di pesce. 
E la cosa è proseguita con una aggressione agli uomini della sorveglianza. 
Alla fine, ho fumato dell'erba e bevuto del liquore prima di andare a dormire. 
Fuori dall'Mgm c'era una gigantesca rissa".


In seguito a questo episodio, forse senza precedenti nella storia della boxe, la Commissione Atletica del Nevada decide di revocare a Tyson la licenza di pugile per un anno.
Mike, riottenuta la licenza e nonostante i guai che caratterizzano ormai la sua vita fuori dalle sedici corde, continua con altre rapide vittorie per KO che servono a ricostruire la sua immagine di pugile e a fargli ottenere una nuova chance per il titolo mondiale.
Egli intanto divorzia dal socio-promoter Don King accusandolo di avergli sottratto circa 100 milioni di dollari dei suoi guadagni. (Tyson vincerà anni dopo la causa ottendendo 14 milioni dollari).


IL NUOVO ARRESTO (1999) E LA RISSA CON LENNOX LEWIS (2002)
Nel 1999 Mike torna ancora una volta in prigione dove sconta 5 mesi dell'anno di reclusione inflittogli per aver aggredito fisicamente due automobilisti in seguito ad un tamponamento avvenuto nel Maryland.
Per "Iron Mike" seguono altri inevitabili ritorni sul ring con altrettante rapide vittorie che alimentano i dubbi a proposito del valore degli avversari scelti per affrontarlo.
Infine, l'8 maggio 2002 a Memphis, Tyson ha una nuova possibilità per il titolo mondiale contro il legittimo Campione dei pesi massimi: il britannico Lennox Lewis.
Nella conferenza stampa pre-match volano parole grosse, minacce, schiaffi, pugni con tanto di mega rissa che ha coinvolto una ventina di persone.
Tutto è iniziato quando Tyson senza apparenti motivi ha attraversato il palco per raggiungere dalla parte opposta un membro dello staff del suo avversario e colpirlo con un pugno.
Un attimo dopo la confusione e il nervosismo si sono impadroniti della scena: sedie che volavano, schiaffi e spintoni tra la ventina di persone dei rispettivi staff dei due campioni.
Che, intanto, venivano trattenuti perché non arrivassero ad affrontarsi in un match anticipato.
"Vi garantisco che metterò Lennox fuori combattimento, il mio destino è quello di riprendermi la corona dei massimi", ha urlato Tyson verso il pubblico dei giornalisti.
"Non vedo l'ora di sbarazzarmi di Tyson", ha risposto a tono il pugile britannico.
Le "battute" dei due, calmati e allontanati l'uno dall'altro, hanno concluso i cinque minuti di scontro sul palco di New York.
In quello che viene definito "l'incontro del secolo" e che desta interesse in tutto il mondo per il valore dei due pugili (ma anche in seguito, come detto, alla rissa scoppiata di fronte alle telecamere in seguito durante la conferenza stampa che presentava questo evento) Mike viene impietosamente messo KO dall' inglese all'ottava ripresa.


LA BANCAROTTA (2003) E IL RITIRO DEFINITIVO (2005)
Tyson nel 2003 dichiara bancarotta non essendo in grado di far fronte ai debiti maturati nei confronti del fisco americano che ammontano a 38 milioni di dollari.
Il pugile arriva a questo dopo aver dilapidato circa 300 milioni di dollari guadagnati in carriera con spese folli (due matrimoni falliti, figli da mantenere, parcelle di avvocati che lo difendono nelle sue svariate cause, un esemplare di tigre bianca in giardino, macchine di lusso, gioielli...).
Nel 2004, oppresso dai debiti, egli tenta un nuovo ritorno sul ring, ma viene messo KO in quattro riprese dall'inglese Danny Williams.
L'anno dopo, ritirandosi dopo la sesta ripresa dell'incontro che lo vede opposto all'irlandese Kevin McBride, Mike conclude definitivamente la sua carriera agonistica.
Tyson, nella conferenza stampa che si svolge immediatamente dopo questo incontro, dichiarerà di "non avere più il cuore e la disciplina necessari per fare bene la boxe" e, cosa non meno importante, di "non voler discreditare con prestazioni deludenti questo sport a cui deve tanto".
Mike indossa nuovamente un paio di guantoni, solo per esibizione questa volta, il 20 ottobre 2006 quando affronta sulla distanza delle quattro riprese il peso massimo Corey "T- Rex" Sanders.
Si tratta del primo incontro del "Mike Tyson' s World Tour", che si tiene a Youngston nello Stato dell'Ohio e che, in futuro, prevede altri incontri del genere in diverse parti del mondo.
Il "Mike Tyson' s World Tour" era stato annunciato dallo stesso pugile qualche mese prima ed aveva lo scopo, neanche troppo taciuto, di riassestare le finanze dell'ex campione.


L'ARRESTO IN ARIZONA (2006)
Per Mike Tyson il 2006 si conclude con un altro guaio giudiziario perché il 29 dicembre egli viene arrestato all'uscita di un night club di Scottsdale, un sobborgo elegante della città di Phoenix, nell' Arizona.
Questo accade dopo che Mike, a bordo della sua Bmw nera, aveva quasi tamponato l'auto dello sceriffo destando pertanto i sospetti delle forze dell'ordine.
Tyson veniva fermato e, in seguito all' immediato controllo, appariva in evidente stato confusionale e nella sua auto venivano rinvenuti diversi grammi di cocaina.
L'ex pugile veniva quindi incriminato per possesso di sostanze stupefacenti e guida in stato di ebbrezza.
Il processo contro Mike Tyson si è concluso quasi un anno dopo quando, il 19 novembre del 2007, Tyson è stato riconosciuto colpevole dal giudice donna Helene Abrams del tribunale di Mesa (Arizona) di tutti i capi d' accusa.
Mike Tyson, che rischiava fino a tre anni e mezzo di prigione, è stato invece condannato a scontare un solo giorno di detenzione nel carcere "Maricopa County Jail" (vicino Phoenix), a pagare una multa di circa 3500 dollari e a prestare 360 ore di servizi sociali.
Egli inoltre dovrà sottoporsi a controlli periodici nei prossimi tre anni.
A molto hanno valso, per il raggiungimento di questa sentenza minima per Tyson, le lettere di clemenza scritte al giudice dalla Dottoressa Monica Turner, ex moglie di Mike, e soprattutto il fatto che Tyson, dopo aver riconosciuto la sua dipendenza da cocaina e marijuana, abbia intrapreso un programma di riabilitazione per dipendenza da diverse sostanze e, fino alla data del processo abbia superato con successo ben 29 test antidroga.
Il 20 ottobre 2007 alle 9 del mattino Mike Tyson è stato rinchiuso nel carcere "Maricopa County Jail", isolato dagli altri 1500 detenuti, per scontare la pena di 24 ore di incarcerazione.


L'AMMISSIONE DELL'USO DI COCAINA (2013)
"Ero sotto l'effetto della cocaina durante gli ultimi incontri più importanti. 
Agli esami del doping avevo sotto i pantaloncini un pene finto con la pipì fatta da un mio amico. 
Usavo quella per riempire le boccette degli esami ed è sempre andata bene. 
Sono 90 giorni che non sto toccando nulla. 
Ho iniziato a frequentare gli alcolisti anonimi che mi stanno aiutando. 
Sto soffrendo ma ho ritrovato mia moglie Kiki al mio fianco. 
Voglio continuare a vivere la boxe come promoter, a occuparmi di spettacolo e cinema. 
Non ho mai abusato di Desiree Washington, le conseguenze della sua azione sono una cosa con la quale dovrà convivere per il resto della sua vita".


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