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giovedì 2 novembre 2017

Quando Alan Minter Uccise Angelo Jacopucci (Boxe)

Alan Minter o meglio noto come “Boom boom”, classe 1951, di Crawley è ricordato per aver ucciso (involontariamente) un avversario sul ring.
Peso medio con un sinistro devastante e tanto ardore che gli ha consentito di vincere pur senza dare spettacolo, passa professionista fortedel titolo britannico di campione della sua categoria.
Batte il connazionale Maurice Thomas il 31 ottobre 1972 alla Royal Albert Hall di Kensington per KO. alla sesta ripresa, per poi infilare una lunga serie di successi interrotta da una prima sconfitta con lo scozzese Don McMillan il 5 giugno 1973.
A fine carriera saranno 9, a fronte di 39 vittorie e un “no contest” contro Jan Magdziarz.
E così, dopo aver conquistato il titolo britannico dei pesi medi battendo ai punti Kevin Finnegan il 4 novembre 1975, infine Minter ha l’occasione per mettersi in bacheca quel titolo europeo sfuggito da dilettante, quando il 4 febbraio 1977, al Palazzo dello Sport di Milano, demolisce in cinque round Germano Valsecchi.
Ma sono i successi con Tony Licata, sfidante iridato battuto da Carlos Monzon al Madison Square Garden nel giugno del 1975, e con Sugar Ray Seales, campione olimpico dei pesi welter a Montreal nel 1976, così come una franca vittoria contro Emile Griffith, ad inserire Minter tra i pretendenti più accreditati per un combattimento per il titolo mondiale dei pesi medi.


LA MORTE DI JACOPUCCI SUL RING
Il giorno che però lo consacrerà alla storia (anche se dalla porta sbagliata) è però il drammatico 19 luglio 1978, data che segnerà la sua vita sua e soprattutto, tragicamente, quella del suo avversario, Angelo Jacopucci.
Allo Stadio Municipale di Bellaria, nel corso della 12esima ripresa, l’italiano abbassa improvvisamente la guardia, consentendo a Minter di colpirlo ripetutamente e duramente al volto. Jacopucci sbanda con la testa, rimbalzando all’indietro, sottoposta a traumi evidenti e i muscoli del collo ormai rilassati, impossibilitati ad offrire la seppur minima resistenza.
A quel punto ci sarebbero tutti i presupposti per una immediata interruzione del match.
Ma né l’arbitro, né i secondi, né il medico a bordo ring lo ritengono opportuno. Il pugile italiano finisce al tappeto e viene sconfitto per KO.
Jacopucci, tuttavia, si rialza dopo il conto totale, rassicurando tutti sulle sue condizioni.
Questa incapacità di prevenire il peggio gli sarà fatale.
Non si sottrae, infatti, poche ore dopo l’incontro, alla cena di festeggiamento del neocampione d’Europa e, davanti allo stesso Minter, avverte improvvisamente forti attacchi di vomito.
Una volta tornato in albergo finisce improvvisamente in coma.
Trasportato immediatamente all’ospedale “Bellaria” di Bologna, il pugile di Tarquinia viene dichiarato morto per emorragia cerebrale nella mattina del 22 luglio 1978.
Aveva solo 29 anni.


MINTER CAMPIONE DEL MONDO
Minter diviene campione del mondo 2 anni dopo, nel 1980, battendo Vito Antuofermo.
Il 28 giugno dello stesso anno vede i due rivali si incrociano ancora alla Wembley Arena di Londra. Minter domina il match costringendo Octavio Meyran, arbitro dell’incontro, ad interrompere il combattimento all’ottavo round, confermando il titolo dell’inglese.
Non resta, a questo punto, per legittimare le stimmate di numero 1 del mondo del pesi medi, che affrontare proprio Hagler, in un match programmato sempre alla Wembley Arena, il 27 settembre 1980.
Minter è dato leggermente favorito e i 12.000 spettatori presenti all’evento, rigurgitanti nazionalismo a piene mani, si attendono la recita del beniamino di casa.
Ma, inatteso, Hagler è padrone del match, sommergendo il malcapitato campione di colpi che ne provocano numerosi tagli vicino agli occhi.
attorno all’occhio sinistro è definitivo, dopo 1’45” dall’inizio del terzo round, e nonostante il parere contrario dell’angolo di Minter, il panamense Carlos Berrocal interrompe il match assegnando vittoria e cintura iridata allo sfidante.
Il pubblico non ci sta, anche perchè le dichiarazioni di Hagler prima dell’incontro non sono state certo improntate al fair-play “non stringo la mano all’avversario che devo affrontare il giorno dopo“, in risposta al “non voglio essere detronizzato da un negro” di Minter, lanciando lattine e bottiglie sul ring e costringendo i due pugili ad uscire dall’impianto sotto la scorta della polizia.


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