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domenica 17 marzo 2019

In Cosa Consiste La Nuova Regola "Three Batter Rule" In MLB?

Dal 2020, in MLB, entrerà in vigore la "Three Batter Rule" ovvero una nuova regola che in pratica mette fine alla categoria degli specialisti di 1 eliminazione o 2.
Essa prevede che un lanciatore, partente o rilievo, debba lanciare dall’inizio alla fine di un inning o comunque affrontare un minimo di 3 battitori.
Ad esser penalizzato sarà il ruolo del LOOGY (Left-handed One Out Guy) cioè principalmente i lanciatori specializzati nell'affrontare 1 o massimo 2 mancini.
Stiamo parlando di gente quale Jesse Orosco che negli ultimi 13 anni della sua carriera non ha mai giocato più di 1 inning a partita in ogni stagione.
Ovviamente si possono citare anche altri rilievi del calibro di Mike Myers, Trever Miller, Javier Lopez, Randy Choate e Will Ohman.
Cioè gente che entrava in campo quasi ogni partita, per 1 o massimo 2 eliminazioni.
Questo ruolo è molto attivo nella Nippon Pro Baseball rispetto alla Major League Baseball, proprio per la presenza di rooster allargati.
Questol termine fu coniato dallo staff della rivista online Baseball Prospectus nei primi anni del 2000, quando il numero di questi lanciatori proliferò.
Bruce Bochy (San Diego Padres, San Francisco Giants), Mike Scioscia (Los Angeles Angels) e soprattutto Tony LaRussa (ex manager dei Chicago White Sox, degli Oakland Athletics e dei St.Louis Cardinals) amano/amavano incondizionatamente questo tipo di lanciatore, mantenendo sempre almeno due e talvolta tre LOOGY nel bullpen delle loro squadre ed apportando modifiche nello staff pitching e nei giocatori stessi molto più impegnative rispetto a qualsiasi altro manager.
Questa nuova regola non solo estinguerà questo ruolo ma limiterà anche l'eccessiva dipendenza dai cambi di pitchers in generale, salvo infortuni o la fine del mezzo inning.
Se Aaron Boone dei New York Yankees e Kevin Cash dei Tampa Bay Rays non credono che queste modifiche possano avere effetti negativi su gioco e strategia, di diversa idea sono altri manager.
Ad esempio Joe Maddon (Chiacago Cubs) e Terry Francona (Cleveland Indians), che fanno della profondità del bullpen uno dei rispettivi marchi di fabbrica per quanto riguarda la gestione delle partite.
Francona: "A me va bene tutto, non ho problemi con le altre modifiche, ma ne ho quando si va a toccare le strategie. Non mi piace. L’unico cambiamento con il quale ho difficoltà è quello che riguarda l’obbligo dei tre battitori, e sono grato del fatto che non entrerà in vigore prima del prossimo anno. Un esempio perfetto è quanto successo qualche giorno fa (lunedì 4 marzo) contro i Padres. Loro avevano Eric Hosmer (mancino) e Manny Machado (destrorso) a battere secondo e terzo. Se, ad esempio, in una partita di regular season Corey Kluber si trovasse a lanciare sette inning ed un terzo con Hosmer e Machado pronti a battere, in quel caso la soluzione che vorrei adoperare sarebbe utilizzare Oliver Perez (mancino) e Adam Cimber (destrorso). Spero davvero che durante quest’anno abbastanza gente cominci a porre interrogativi a riguardo, cosicché magari si possa ripensare la struttura del regolamento. Non sto cercando di criticare la MLB, ma noi passiamo parte delle nostre vite a pensare a come possiamo fare meglio delle altre squadre e cercare di trarre vantaggio dall’utilizzo del bullpen"

Sulla stessa linea d'onda Andy Green dei San Diego Padres: "Come manager, per me questa regola è la cosa più dura da digerire. Quando vedi un lanciatore salire sul monte e ad un certo punto capisci che non ne ha per restare a lungo e sai che non puoi toglierlo dopo uno o due battitori, non hai grandi sensazioni. Secondo me invece un minimo di 2 battitori raggiungerebbe lo stesso obiettivo e sarebbe meglio per la gestione del matchup mancino-destrorso"

Adam Cimber (rilievo destrorso dei Cleveland Indians): "Direi che si tratta di un cambiamento frustrante. I matchup servivano a promuovere le nostre migliori qualità"
Climber lancia ottimamente contro i battitori destri (.235/.273/.337 con una FIP di 3.20 su 51.2 inning) e numeri pessimi contro i mancini (16.2 inning con FIP di 4.12 ed una slugging opposta di .630).
Tyler Olson, uno dei due specialisti mancini (l’altro è Oliver Perez) presenti nel bullpen degli Indians, si apre alla novità aggiungendo: "È troppo presto per affermare realmente come questo influenzerà il gioco. Bisogna adattarsi ogni giorno, per ogni lancio. Se questo significa adattarsi a lanciare a più destrorsi allora vuol dire che è ciò che dovremmo fare, soprattutto se vogliamo continuare a giocare"

Dan Otero (altro pitcher che preferisce affrontare i mancini): "Direi che tutti i lanciatori, anche coloro che vengono chiamati ‘LOOGY’, cercano di eliminare qualsiasi battitore. Io sto cercando di lavorare per eliminare sia i mancini che i destrorsi, così come, ad esempio, Oliver Perez sta lavorando per eliminare sia i destrorsi che i mancini. Il Baseball esiste da 130 anni ed è fantastico così com’è. I puristi lo amano, ed anche chi ci si avvicina per la prima volta. I tifosi gravitano attorno ai giocatori, non al modo in cui viene giocato"


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