La storia del Calcio Totale che farà grande l'Olanda degli anni 70 parte da lontano: precisamente dall’Inghilterra. In special modo grazie a due manager inglesi (Jack Reynolds e Vic Buckingham) che gettarono la "semina", poi recepita da Michels (giocatore di Reynolds quando questi allenava).
Reynolds allenò l’Ajax tre volte a cavallo tra le due guerre, salvo quindi essere internato in un campo di prigionia tedesco. Fu il primo allenatore ad esaltare la tecnica individuale, a stimolarla con esercizi fisici specifici. Esaltò anche le fitte ragnatele di passaggi e la tecnica individuale. Si deve a lui la frase storica: "la miglior difesa è l'attacco". Con l'Ajax (portata in primi divisione) vincerà ben 8 campionati (ebbe il merito di far vincere ai biancorossi il primo titolo della loro storia) e rivoluzionerà il modo di giocare dei lancieri, sia a livello di squadra senior che nelle giovanili (impose che tutte e due le squadre giocassero allo stesso modo, ciò permise a molti del vivaio di esordire in prima squadra).
I giornali olandesi lo riempiono di elogi per via del suo gioco offensivo basato sul possesso palla e sul gioco sulle ali. Otterrà anche un incredibile record (ai tempi mai successo in Olanda): facendo rimanere l'Ajax imbattuta per 30 partite (24 vittorie e 6 pareggi). Ovviamente anche qualche difficoltà, quà e là, Reynolds l'ha avuta.
Si ricordi una retrocessione nella prima parte del suo secondo mandato e fu proprio allora che Jack butta un altro seme su quella che poi diventerà una prerogativa del Calcio Totale: inverte e cambia i ruoli ai giocatori. La promozione arriva subito, seguiranno poi anche vittorie roboanti quali 0-9 e 17-0 al VUC (chiudendo il campionato con oltre 4 reti di media segnate a partita) e grandi successi quali campionati su campionati, sino alla prigionia (arrestato dai tedeschi in quanto cittadino britannico).
Gli olandesi però continueranno ad amarlo spedendogli tabacco e sigarette (si dice fumasse più di 100 sigarette a settimana). L'inglese, a seguito di un patto con i tedeschi, riesce a ritornare in Inghilterra mentre tutti lo danno per morto in un campo di concentramento. Tuttavia si scoprirà presto la verità, anche perchè l'Ajax lo rivuole e lui non si fa pregare: tornando ad allenarla, vincendo anche il suo ultimo titolo nel 1947 (l'ottavo). Va sottolineato che in questa squadra ci gioca Rinus Michaels che poi seguendo le sue dottrine, darà quella spinta ulteriore al calcio olandese inventando ufficialmente il Calcio Totale negli anni 70. Anche l'inglese Buckingham fa del possesso palla la sua missione di vita.
E via ad attaccare, attaccare, attaccare. Con il suo Ajax versione anni 60 vincerà una campionato olandese nel 1960 ed una Coppa D'Olanda l'anno successivo (a cui si aggiunge una Coppa di Spagna nel 1971 con il Barcellona ed una FA Cup con il West Bromwich Albion). Sicuramente poco per quanto dato a livello di tattica e mole di gioco prodotta ma anche la sua mano fu importante per lo sviluppo del calcio olandese degli anni 70. Il periodo è maturo inoltre per la tattica WM, che Buckingham sperimenta con il suo Ajax: marcatura a uomo compresa nel pacchetto, sin dalle giovanili questo modulo spopola nei settori giovanili. Insomma, il Calcio Totale s’apprestava a diventare la sintesi estrema e forse perfetta di tutte le idee calcistiche preesistenti. Che inglobavano l’attacco dello spazio e il controllo di quest’ultimo. In sostanza, l'idea alla base era allargare il campo quando si è in possesso di palla e cercare di mantenerlo e controllarlo continuamente. In fase difensiva, accorciare il campo e pressare alti.
I successi del calcio olandese di club, monopolisti della Coppa dei Campioni dal 1970 al 1973, annunciarono al mondo una piccola rivoluzione, basata su un atletismo spinto e sulla rinuncia alle specializzazioni di ruolo. Rinus Michels, selezionatore dell’Olanda per il Mondiale 1974, attinse il meglio dalle due dominatrici del calcio orange (Ajax e Feyenoord), costruendo una squadra formidabile.
Potendo contare su campioni in ogni zona del campo, impostò il gioco su pochi punti fermi. Innanzitutto, il portiere Jongbloed (con tanto di numero 8) che si comportava da difensore (non era neanche professionista), sovente costretto dalle evenienze tattiche a disimpegnarsi ricorrendo a recuperi avventurosi, balzi goffi ma quasi sempre efficaci, salvataggi di piede. Davanti a lui, due difensori centrali rigorosamente a zona, Haan, il "libero" e Rijsbergen lo "stopper", distinguibili in queste due etichette solo per la più netta propensione del primo a costruire gioco, rispetto alla vocazione tipicamente difensiva del secondo. La principale tattica difensiva è il fuorigioco. A centrocampo, due fulcri, Jansen e Van Hanegem. I ruoli standard finiscono qui, il resto improvvisazione e fantasia quindi movimento, sovrapposizioni, interscambi. Sui lati giocano a destra Suurbier e a sinistra Krol, due terzini-ali disponibili costantemente all’avanzata così come a scambiarsi le corsie o ad accentrarsi. Loro prolungamenti laterali sono Rep a destra e Rensenbrink a sinistra, punte anche queste pronte al ripiegamento ma anche ad attaccare. Non per niente gli olandesi sono noti per l’anticonformismo anche fuori dal campo. Ritiro con mogli e compagne, preparazione fisica eccellente, ma anche grande libertà individuale nella gestione del tempo libero. Il centrocampo si completa con Johan Neeskens, l’emblema del superamento dei ruoli. Può giocare difensore, mediano, regista e soprattutto attaccante, come suggerisce la sua media gol (iniziò la sua carriera da libero, poi divenne centrocampista incursore). Infine il "profeta" Johan Cruijff, che della squadra è il centravanti e l'uomo di maggior classe. I difensori diventano attaccanti o ali, i giocatori offensivi tornano indietro, Cruijff è sia attaccante che regista.
Come detto le posizioni sono intercambiabili (ogni compagno sostituisce l'altro), anche se di base si tratta di un 4-3-3. Lo schema più tipico è una sorta di assedio: i giocatori si passano la palla in semicerchio, da un lato all’altro del campo, avanzando progressivamente il proprio raggio d’azione, fino a stritolare la difesa avversaria, beffandola con improvvise partenze in triangolo che proiettano un giocatore in area di rigore. Proprio questa imprevedibilità che non si era mai vista (era completamente l'opposto del catenaccio all'italiana) farà grande l'Olanda dell'epoca. L'essenza forse negativa del Calcio Totale è che appunto i giocatori in campo miravano più che a divertirsi che a vincere.
Per carità, l'Olanda qualcosa di buono fece ma le mancò sempre la zampata finale.
Come nel 1974 quando arrivò in finale (a seguito di 14 reti segnate ed 1 subita in 5 partite) venendo sconfitta dalla Germania, dopo che riuscì a passare in vantaggio nel primo minuto di gioco con una ragnatela di 15 passaggi che provocò un calcio di rigore. La Germania senza toccare palla si trovò sotto 1-0. Ad ogni inizio azione i terzini si alzavano e un difensore centrale saliva palla al piede, il più delle volte era Haan, il giocatore olandese con più passaggi dell’intero mondiale. A quel punto Van Hanegem si fermava per coprire le avanzate del compagno. Rotazioni e scalate che difficilmente si erano visti in precedenza, e non si rivedranno per decenni. Neeskens agiva da teorico vertice basso del 4-3-3. In fase difensiva però, era spesso l’uomo più aggressivo, quello che faceva partire il feroce pressing olandese. Un pressing, ed una ri-aggressione a palla persa, selvaggio e micidiale, non codificato, disordinato ma comunque organizzato. Difensivamente parlando: difesa alta, fuorigioco, pressing, fallo tattico.
Tuttavia poi, in quella finale, i tedeschi finiranno per vincere 1-2 annullando Crujiff e compagni, prendendo le redine del centrocampo..
Michels: "Ci dimenticammo di segnare il secondo gol"
Sarà la sconfitta più della presunzione che del Calcio Totale. Va comunque sottolineato che l'ossatura di questa nazionale era data dall'Ajax che vincerà tre coppe campioni nel 1971, nel 1972 (anche qui l'allenatore era Rinus Michels) e nel 1973. Nel 1970 a vincere fu il Feyenoord che usava lo stesso modulo ed idee di gioco. L'Olanda, malgrado l'assenza di Cruijff, tornerà in finale dei mondiali nel 1978 venendo ancora una volta sconfitta 3-1 dai padroni di casa dell'Argentina, accusati di ostruzionismo e perdite di tempo. Lo stesso Johan Cruijff, divenuto poi allenatore, getterà le basi per il Barcellona che poi vincerà tutto con Messi in anni più recenti. Il profeta vincerà 11 titoli con gli spagnoli, di cui una Champions League nel 1992.
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