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mercoledì 4 settembre 2024

Quale Club Tifano Gli Arbitri Di Premier League? Nuove Regole PGMOL (2024)

La PGMOL (Professional Game Match Officials Limited), associazione arbitri inglese, diretta da Howard Webb ha chiesto a tutti gli ufficiali di gara di compilare un questionario annuale, dove tra le altre cose si chiedeva anche la squadra del cuore. Il dato sarebbe dovuto essere segreto ma alcuni tabloid lo han fatto trapelare. In base alle risposte fornite al questionario, un arbitro avrebbe potuto arbitrare alcune partite piuttosto che altre.
Principali criteri (che puoi trovare qui: PGMOL (Appointments Policy 2024/25):

1) Aver posseduto o possedere un abbonamento stagionale ad una delle due squadre che si arbitra o essersi dichiarato tifoso in passato
2) Aver giocato una o più partite per una delle due squadre a livello di prima squadra
3) Connessione personale con uno dei due club: legali familiari, relazioni sentimentali, strette o rapporti d'affari con qualsiasi membro del consiglio di amministrazione della dirigenza, della squadra o dello staff tecnico del club
4) Quando la partita coinvolge direttamente un club della città in cui risiede l'ufficiale di gara, esclusa Londra (che ha moltissime squadre)

Questo cambiamento arriva probabilmente da alcune lamentele del Nottingham Forest a seguito della nomina di Stuart Attwell, un tifoso del Luton Town, come VAR in una partita contro l'Everton, quando tutte e tre le squadre erano impegnate in una lotta per la retrocessione la scorsa stagione. Il Forest ha visto tre richieste di rigore respinte durante la partita, perdendo 2-0 contro i Toffees, con il risultato che il club ha pubblicato una dichiarazione in cui affermava di "non poter accettare" le decisioni e sottolineava l'apparente conflitto di interessi di Attwell.
E' risaputo che anche gli arbitri tifano un determinato club, ad esempio citandone alcuni che si sono ritirati o non arbitrano più in Premier League: Martin Atkinson (Leeds Utd), Mark Clattenburg (Newcastle Utd), Mike Dean (Tranmere Rovers), Roger East (Salisbury), Kevin Friend (Bristol City e Leicester), Mike Jones (Chester City), Andre Marriner (Aston Villa), Lee Mason (Bolton Wanderers), Jon Moss (Sunderland), Howard Webb (Rotherham Utd).
Il tabloid Mirror recentemente ha riportato le squadre che alcuni arbitri sono noti tifare, così come la loro provenienza e quali squadre non possono arbitrare. Ecco l'elenco in ordine alfabetico degli arbitri 2024/25, città da cui provengono e squadra supportata o che non può arbitrare.


Sam Allison (Chippenham): il Bournemouth è una delle squadre per cui ha giocato

Stuart Attwell (Warwick): tifoso del Luton Town

Peter Bankes (Liverpool): è tenuto lontano dalle partite del Liverpool e dell'Everton

Samuel Barrott (West Riding, Yorkshire): non noto

Darren Bond (Wigan): tifoso del Wigan ma non arbitra le partite del Liverpool e dell'Everton

Thomas Bramall (Sheffield): escluso dalle partite dello Sheffield United e dello Sheffield Wednesday

John Brooks (Melton Mowbray): non arbitra le partite del Leicester

Davide Coote (Nottingham): tifoso del Notts County, non arbitra il Nottingham Forest

Darren England (Barnsley): tifoso del Barnsley

Sunny Singh Gill (Londra Ovest): non noto

Jarred Gillett (Queensland, Australia): tifoso del Liverpool, non arbitra partite che coinvolgono l'Everton

Tony Harrington (Hartlepool): tifoso dell'Hartlepool e non ha conflitti di interesse con club di Premier League

Simon Hooper (Swindon): tifoso dello Swindon Town ed ha giocato nella loro academy fino all'età di 16 anni

Rob Jones (Merseyside): non coinvolto nelle partite dell'Everton e del Liverpool

Chris Kavanagh (Greater Manchester): supporta una squadra di Non League

Andrew Madley (Huddersfield): tifoso dell'Huddersfield Town

Robert Madley (Huddersfield): tifoso dell'Huddersfield Town

Michael Oliver (Northumberland): tifoso del Newcastle e non arbitra le partite del Sunderland

Patrick Pawson (Sheffield): tifoso dello Sheffield United. Tenuto lontano dalle partite dello United e dello Sheffield Wednesday

Tim Robinson (Sussex): non è chiaro per chi tifa, ma ha arbitrato tutte le squadre della Premier League

Michael Salisbury (Lancashire): non arbitra le partite dell'Everton e del Liverpool

Graham Scott (Oxford): tifoso dello Swindon Town e non è mai stato tenuto lontano da nessuna squadra in Premier League

Josh Smith (Peterborough): non ha conflitti di interesse noti nella massima serie, ma è tenuto lontano dalle partite del Peterborough Utd

Lewis Smith (Wigan): non è noto

Anthony Taylor (Greater Manchester): non è noto

Paul Tierney (Wigan): è un tifoso del Wigan

Rebecca Welch (Tyne and Wear): non ha mai diretto una partita del Newcastle e del Sunderland


Sebbene la PGMOL apparentemente non abbia intenzione di rilasciare le squadre supportate dagli arbitri, Webb ha svelato un piano in sei punti per migliorare il VAR prima della campagna 2024-25 . Include fuorigioco semi-automatici e un modo per chiarire la soglia per l'intervento del VAR in caso di episodi dubbi. Nel frattempo è stata pubblicata la politica sulle dichiarazioni di fedeltà.


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sabato 26 giugno 2021

Il Licenziamento Di Richard Keys ed Andy Gray: Insulti Alla Massey (2011)

Nel gennaio 2011, due commentatori storici di Sky Sports ovvero Richard Keys e Andy Gray furono licenziati dalla compagnia televisiva a causa di commenti sprezzanti e sessisti nei riguardi della guardalinee donna Sian Massey e altre figure femminili nel Calcio.
La coppia in un fuori onda mostrò disapprovazione per le donne che arbitrano le partite di Calcio, mettendo in discussione le loro conoscenze e qualifiche.
In particolare, durante la vittoria per 3-0 del Liverpool in Premier League contro i Wolves, quando Massey fischiò un fuorigioco che si rivelò corretto dopo il replay, Keys disse, pensando che i loro microfoni fossero stati spenti: "Qualcuno dovrebbe spiegare il fuorigioco alla Massey".

"Yeah, lo so. Puoi crederci? Guardalinee donna. Dimentica quello che ho detto: probabilmente non conoscono la regola del fuorigioco", ha aggiunto Gray.

"Certo che no" rispose Keys.

Gray ha risposto: "Perché c'è un guardalinee donna? Qualcuno si è fottuto alla grande"

Si è anche scoperto che Keys aveva fatto un commento sulla colonna del giornale del vicepresidente del West Ham United Karren Brady, dicendo: "Il gioco è impazzito. Vedi l'affascinante Karren Brady questa mattina che si lamenta del sessismo? Sì ma fammi il favore, amore"
È stato rivelato un altro audio in cui Gray discuteva crudamente dell'aspetto fisico di Massey con un altro collega (Andy Burton). Sia Sky Sports che la FA hanno condannato i commenti, il che ha portato Keys a dimettersi dal suo ruolo e Gray è stato licenziato.

Keys in seguito disse: "Le battute preistoriche non sono accettabili nel mondo moderno. Lo accetto. Non siamo riusciti a cambiare quando il mondo è cambiato. Ci scusiamo con tutto il cuore per il nostro comportamento. Era sbagliato. Merito di essere maltrattato. Posso sopportare ciò. Non mi dispiace per me, mi dispiace per Sian Massey"

Gray ha poi dichiarato: "Se le conversazioni off-air di presentatori televisivi e radiofonici venissero registrate, non rimarrebbe nessuno a lavorare. Questo non è per difendere quello che è successo"

La Premier League ha confermato che Keys chiamò Massey per scusarsi, ma ciò non gli ha impedito di continuare a dire che si trattava solo "umorismo per ragazzi", attribuendolo come normale nei pub, nei club e negli spogliatoi di tutto il mondo.

"Non c'è sessismo intrinseco a Sky, né nel dipartimento sportivo che in quello calcistico. C'è una sala sportiva, un po' turbolenta come uno spogliatoio in tutto il paese. Ciò riflette quello che accade nei pub"
Sia Keys che Gray alla fine firmarono un contratto con Al Jazeera nel giugno 2013, coprendo il calcio in Qatar, dove commentano la Premier League, la FA Cup e la Champions League. I due sono diventati i presentatori di punta dei canali BeIN Sports.omo e della trasmissione "Super Saturday".


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martedì 24 novembre 2020

Arbitri Casalinghi? Lo Dimostra Lo Studio "Animals Spirits In The Beautiful Game"

Storicamente si è spesso fatto uso del detto "arbitro casalingo" etichettando quei fischietti che usano un metro di giudizio diverso a seconda delle squadre coinvolte (se di casa o trasferta). Un luogo comune rimane pur sempre un luogo comune (del resto sappiamo che i tifosi sono poco oggettivi nelle valutazioni), sino a che uno studio realizzato da Carlos Cueva nel 2020, ricercatore del Dipartimento di Analisi Economica dell'Università di Alicante, ha valutato l'effetto degli stadi vuoti sul calcio durante la pandemia. Effettivamente le statistiche dimostrano che senza tifosi (annullando quindi il fattore campo), gli arbitri sono più equi nel distribuire cartellini gialli, rossi, nel fischiare falli e rigori. I dati li troviamo nello studio "Animal Spirits In The Beautiful Game" (dal 1993 al 2020: 230,000 partite).
Prima di questo studio, l'International Of Environmental And Science Education, aveva analizzato 141,000 partite (dal 1963 al 2018) evidenziando che in Premier League le squadre di casa avevano una % di punti portati a casa del 61,9% (63,2% in Serie A, 64,2% in Germania e 66,4% in Spagna).
Secondo questo nuovo studio (che confronta il pre-Lockdown con quello che sta succedendo ora: partite a porte chiuse), la mancanza di pressione sociale esercitata dai tifosi di casa avrebbe ridotto i vantaggi della squadra interna.

Cueva: "Prima che gli stadi venissero chiusi al pubblico, la squadra di casa vinceva il 45% delle partite contro il 29% della squadra ospite, una differenza del 16%. Dopo la chiusura dello stadio, abbiamo il 41% delle vittorie locali e il 33% degli ospiti, una differenza di 8%"

E' stata anche studiata la variazione del metro arbitrale: "Il periodo della pandemia è l'unico in cui gli arbitri non puniscono maggiormente gli ospiti rispetto ai locali", dice l'economista. "Con il pubblico, la squadra ospite subiva il 3% di falli in più e riceveva il 17% in più di cartellini gialli e il 33% in più di cartellini rossi rispetto alla squadra di casa. Dopo la chiusura delle fasi, queste differenze, statisticamente molto significative, sono scomparse"

Quindi, ora una squadra che gioca in casa ha il 4% in meno di possibilità di vincere rispetto a prima della pandemia. La mancanza di tifosi ha portato gli arbitri a fischiare il 10% in più alla squadra di casa (cresciuto anche il numero di falli degli ospiti ma decisamente meno in proporzione), il 22% di gialli (1,79 gialli a partita prima del lockdown, oggi 2,18; valore inalterato per gli ospiti) e il 33% di rossi in più sempre per la squadra interna (0,09 rossi pre-Covid e 0,12 rossi ora; per le squadre in trasferta il numero è rimasto uguale: 0,12).


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sabato 27 giugno 2020

Gli Errori Arbitrali Nella Doppia Sfida Chelsea-Inter (Champions League 2010)

Il Chelsea vincerà la Champions League nel 2011/12, poi nel 2012/13 l'Europa League (bissata anche nel 2018/19), perdendo la finale di Champions League del 2008/09 contro il Manchester Utd. Poi si ricordano le semifinali del 2004, del 2005, del 2007, del 2009 e del 2014. La semifinale del 2009 contro il Barcellona fu quella dell'incredibile arbitraggio di Ovrebo con almeno 4 rigori netti non concessiQui ripercorriamo un'altra edizione sfortunata (a livello di arbitraggio): quella con l'Inter nella Champions 2010. L'Inter poi vincerà la Champions League battendo il Bayern Monaco e per via del "treble" tutti parleranno di stagione perfetta e così fu. Tuttavia le malelingue hanno sempre rinfacciato la molta fortuna che circondò l'annata della banda di Mourinho.
Ovviamente tutti ricordano il doppio confronto con il Barcellona, soprattutto il goal di Milito in fuorigioco e il penalty su Dani Alves non concesso (nel 3-1 dell'Inter all'andata), oltre che al ritorno il gol-qualificazione annullato a Bojan all'89esimo per un fallo di mano di Yaya Toure (in realtà era di petto). Nella stessa partita però il belga De Bleeckere aveva espulso Thiago Motta, lasciando l’Inter in 10 per quasi tutta la partita, per via di una sceneggiata di Busquets, buttatosi a terra fingendo di avere dolore in faccia e contemporaneamente sbirciando la decisione dell'arbitro.
Inoltre l'1-0 del Barcellona forse era irregolare. Diciamo che gli errori penalizzarono, a fasi alterne, entrambe le squadre. In realtà ancora prima l'Inter aveva eliminato il Chelsea con un arbitraggio a senso unico sia all'andata che al ritorno. A Milano finì 2-1.
Stavolta a finire sotto inchiesta fu l'arbitro spagnolo Mejuto Gonzalez reo di non aver concesso un rigore per reiterate trattenute in area di Thiago Motta su Ivanovic.
Ma ancora più clamoroso fu, a fine primo tempo, il netto rigore non concesso su Kalou (atterrato da Samuel a due passi da Julio Cesar). Ovviamente sarebbe stato rigore più espulsione.
Il quotidiano "The Sun": "Chelsea furioso per l'errore dell'arbitro" e riportò le dichiarazioni di Mourinho: "Il rigore c'era sicuramente, non so perchè l'arbitro non ha fischiato, ma non voglio parlarne". Al ritorno a Stamford Bridge al sesto minuto, Malouda viene bloccato da Lucio (fallo simile a quello di Iuliano su Ronaldo nel 1998) ma per Stark non è rigore.
Il Chelsea chiede altri due rigori: prima con Ivanovic (strattonata abbastanza prolungata di Thiago Motta) in situazione di calcio d'angolo.
Poi a fine 1t sempre su corner è ancora lo stesso Motta a strattonare Ivanovic e soprattutto Drogba viene atterrato da Samuel.
Thiago Motta tra sceneggiate, simulazioni, strattonate in area, perdite di tempo sul finire di partita fece infuriare Drogba. All'85esimo infatti l'ivoriano perde la testa e a palla lontana rifila un calcio a Motta venendo espulso (l'Inter era passata al 77esimo con Eto'o). Sicuramente fu una grande annata per gli uomini di Mourinho ma almeno in Champions League la fortuna fu davvero tanta.


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mercoledì 20 maggio 2020

Quando Graham Poll Ammonì Simunic 3 Volte (Mondiale 2006)

L'arbitro inglese Graham Poll, internazionale dal 1996 ed oggi opinionista TV e collaboratore del Daily Mail, è ricordato dai tifosi di calcio per alcuni clamorosi errori occorsi soprattutto a livello di nazionali. Nei campionati inglesi arbitrò comunque oltre 1500 gare venendo considerato tra i migliori arbitri.
Arbitrò anche la finale di Coppa UEFA 2005 e fu spesso l'arbitro inglese disegnato per mondiali (2002 e 2006) ed europei (2000).
Uno degli errori più clamorosi che commise in Premier League avvenne negli ultimi secondi del derby del Merseyside tra Everton e Liverpool il 21 aprile 2000 con il punteggio fissato sullo 0-0.
Il portiere del Liverpool calciò la palla sulla schiena di Don Hutchison mentre quest'ultimo si stava dirigendo verso la propria metà campo. La palla terminò in fondo al sacco ma Poll non convalidò la rete, sostenendo di aver già fischiato la fine della partita. Le immagini al rallentatore televisivo dimostrarono che non fu così. A seguito del suo ritirò si pentì di quella scelta ammettendo l'errore.
Nel mondiale 2002 annullò 2 reti controverse in Italia v Croazia.
Invece dopo le prime 2 partite del mondiale 2006 filate lisce, la sua ultima apparizione a livello di nazionali fu Croazia v Australia (22 giugno 2006, stesso giorno e mese in cui Maradona segnò di mano eliminando l'Inghilterra dai mondiali del 1986).
Josip Šimunić venne espulso solo a seguito del terzo cartellino giallo.
Croazia e Australia si giocavano la qualificazione agli ottavi di finali con i canguri messi meglio in classifica, mentre la Croazia per qualificarsi doveva solo vincere. Simunic con una dura entrata su Kewell in avvio di secondo tempo si beccò il primo cartellino giallo. Sul finire della partita, il croato viene ancora ammonito, ma il cartellino rosso non fu estratto da Poll. La cosa curiosa è che nessuno (nè panchina nè giocatori in campo dell'Australia) si accorsero della cosa.
Poi a tempo scaduto, Simunic per proteste vide sventolarsi in faccia ancora un cartellino giallo (il terzo della sua partita). E a questo punto arrivò finalmente il rosso.
L’errore di Poll non compromise comunque la gara dell’Australia (che in rimonta ottenne il 2-2 finale), qualificatasi agli ottavi di finale, dove poi verrà eliminata a seguito di un controverso rigore assegnato all'Italia. Probabilmente se l'Australia fosse stata eliminata a causa di quest' errore tecnico, la gara contro la Croazia sarebbe stata ripetuta. Poll comunque venne escluso dalle successive designazioni del mondiale.

"Simunic aveva l’accento australiano e pensavo di aver ammonito un giocatore dell’Australia"

Poll ha dichiarato di aver commesso l'errore nella sua seconda ammonizione di Šimunić, segnando il numero corretto (3) ma nella colonna sbagliata, il che significava che non aveva alcun ammonizione precedente. Maria Villar Llona, ​​presidente del comitato arbitrale della FIFA, disse: "È un arbitro eccezionale e un grande sportivo, sarà in grado di superare la situazione grazie alla sua forte personalità e all'amore per il gioco"

In realtà Poll si ritirò dal calcio internazionale il 29 giugno 2006, citando come motivo l'errore appunto.

"Quello che ho fatto è stato un mio errore. Non ci possono essere controversie. Non è stato causato da una direttiva FIFA, non è stato causato dal fatto che mi è stato chiesto di arbitrare diversamente dal modo in cui arbitro in Premier League. Le regole del gioco sono molto specifiche. L'arbitro si assume la responsabilità delle sue azioni sul campo di gioco. Ero l'arbitro quella sera. È stato un mio errore e la mia carriera finisce qui"



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martedì 27 novembre 2018

Cosa Vuol Dire Arbitrare All'Inglese? Numero Di Falli, Gioco Effettivo ed Injury Time

Uno dei detti più vecchi è che il Calcio (soprattutto quello inglese) "non è uno sport da signorine" oppure ancora "il miglior arbitro è quello che non ti accorgi che c'è".
Cosa vuol dire al giorno d'oggi arbitrare all'inglese? Vuol dire tutto e niente.
Storicamente si sa che in Inghilterra vengono permessi molto più falli che altrove (tranne quelli a piedi uniti o a gamba tesa, sanzionati spesso con il rosso, per direttive della FA) e viene concesso maggiormente il vantaggio.
Naturalmente, ogni campionato sembra avere un suo metro arbitrale ma come detto è risaputo che in Premier League si fischiano molti meno falli rispetto al resto d’Europa.
In prima approssimazione si può sottolineare una palese differenza: il pubblico inglese si esalta per un tackle, nei paesi latini per una finta o un dribbling.
In Italia il ritmo di gioco è più lento rispetto a Premiership e Champions League. 
Secondo una statistica di qualche anno fa, in media, l'azione viene fermata ogni 105 secondi, fischiando molti più falli dei loro colleghi inglesi.
Una teoria che ribalta il punto di vista dei primi anni 90, quando i club che venivano dalla Premier League facevano fatica a raggiungere la fase finale della Champions League e venivano considerati fallimentari in Europa proprio perché tentavano di applicare un tipo di gioco veloce e fatto di continue azioni. 
Se analizziamo le statistiche di qualche anno fa (2014), è abbastanza chiaro quanto rigidi fossero gli arbitri italiani: in Serie A venivano fischiati in media 32 falli a partita, contro i 22 falli a partita della Premier League. 
Dieci in meno della Serie A e il 20.36% in meno rispetto a una gara di Champions League.
Se nella Premier League il numero dei cartellini gialli raramente superava i tre (3.21 con 6.89 falli per cartellino giallo), in Serie A venivano puniti con l'ammonizione quasi cinque giocatori a partita (4.84 per 6.61 falli per cartellino giallo). 
Discorso simile per i cartellini rossi. 
Questo influenza notevolmente il ritmo di gioco: in una partita di Serie A il tempo di gioco tra un fallo e un altro raramente supera i 105 secondi, 45 secondi in meno (-40%) della media della Premier League.
In Italia le partite sono frammentate, lente e conseguentemente noiose da guardare. 
Inoltre, questo sistema arbitrale supporta e facilita tutti quei giocatori che astutamente si lasciano cadere al minimo contatto con l’avversario.
Il Calcio e le sue tattiche si sviluppano con il passare degli anni, e il gioco al giorno d’oggi è diventato sicuramente più veloce e più fisico. 
Rapportando con dati più recenti (2017) invece notiamo che rispetto a qualche anno fa in Italia si fischia molto meno (si è passati dai 32 falli del 2014 ai quasi 26 del 2017).
In media con il 2014 gli altri campionati (tedesco e spagnolo), ancor meno in Premier League (20.9).
Malgrado ciò il tempo effettivo in Premier League si è un po' abbassato rispetto agli ultimi anni.
Sicuramente l'invasione di stranieri ha contribuito a ciò ma anche alcuni interventi terribili che hanno provocato gravi infortuni (si pensi a Ramsey o Eduardo) portando gli arbitri a verificare sempre le condizioni del giocatore a terra (anche se magari l'infortunio non è grave).
Il tempo effettivo di gioco in Premier League tra 2016 e 2017 è stato di circa 56 minuti, idem in Bundesliga, nella Liga spagnola 54 minuti, in Serie A 57 minuti.
Tutto ciò indica che il tempo di gioco effettivo dipende dallo stile di Calcio giocato nei diversi paesi, in quanto sembra esserci una forte connessione con il numero di interruzioni come falli, sostituzioni e rimesse.
Per quanto riguarda le interruzioni di gioco, l'Inghilterra nella medesima stagione aveva la cifra più bassa con solo 100 interruzioni di media a partita, seguita dalla Spagna con 106 e Germania e Italia (entrambe 107).
Più pause dovrebbero portare ad un minore tempo di gioco effettivo.
Tuttavia oltre ai falli, contano anche calci di punizione, calci d'angolo, infortuni e gol.
Tendenzialmente le squadre che mantengono maggiormente la palla tra i piedi facendo possesso palla possono contare su un tempo effettivo maggiore degli altri.
Queste stats risalenti ad agosto 2017, evidenziano che anche nello stesso campionato i tempi effettivi di gioco son ben diversi.
Nella giornata menzionata a guidare la classifica c'era il Liverpool contro il Crystal Palace, dove la palla è rimasta in gioco per ben 62 minuti.
La partita ad Anfield ha avuto quasi 15 minuti di azione in più rispetto alla vittoria per 1-0 del West Bromich al Turf Moor (Burnley).
Di tutte le squadre che hanno giocato in questa giornata si vede come l'Arsenal abbia avuto per la maggior parte del tempo la palla (41,7 minuti per l'esattezza), ma non è riuscita a capitalizzare in quanto ha perso 1-0 contro lo Stoke City.
Comunque il tempo effettivo e le lunghe interruzioni hanno portato gli arbitri inglesi ad aumentare drasticamente i minuti di recupero (non a caso chiamato "injury time"), quando una delle caratteristiche storiche dell'arbitrare all'inglese era proprio quella di dare pochi minuti di recupero.
C'è però un altro fattore cruciale nella reputazione di campionato più bello del mondo (in parte collegato a tutto ciò): la sua propensione nel veder realizzate reti nei minuti di recupero.
Nel 2016/17 ci sono stati ben 68 gol segnati nel recupero del 2t, che corrisponde al 6.3% di tutti i gol segnati due anni fa (circa 0.18 gol a partita).
Nella Liga 61, in Serie A 59.
La Bundesliga solo 50, anche se va sottolineato che si tratta di un campionato a 18 squadre (ma la media rimane inferiore alla Premier League).
E nel 1t? Sempre rapportando ai campionati di due anni fa, ne sono stati realizzati 35, nella Liga (20) e Serie A (15).
In Bundesliga 14 e 10 in Ligue 1.
La spiegazione è più o meno semplice: in quella stessa stagione in Premier vennero concessi in media 2.9 minuti di recupero nel 1t (gli altri campionati oscillavano tra 1.4 e 2.0).
Tuttavia, ciò non spiega comunque tutto e quel vecchio slogan "poco prima dell'intervallo è il momento migliore per segnare" sembra essere particolarmente in voga in Inghilterra (e questo direi da sempre).
Complessivamente l'injury time per entrambi i tempi raggiungeva una media di 7.59 minuti, una cifra considerevolmente più alta che in qualsiasi altro campionato in Europa, che hanno registrato tra 5.16 minuti e 6.35 minuti.
Facendo un confronto con i falli fischiati (decisamente meno che altrove) e il tempo effettivo di gioco (non molto dissimile dagli altri campionati) non ci sono particolari giustificazioni a ciò, se non che gli arbitri inglesi siano diventati più severi con il cronometraggio e le perdite di tempo.
Il Watford, nella stessa stagione, vide una media di 8.41 minuti aggiunta alle sue partite, la più alta della Premier League, e ben oltre il doppio del Bayern (3.46 minuti).
In definitiva cos'è rimasto oggi dell'arbitrare all'inglese? Sicuramente vengono fischiati meno falli che altrove però in media le interruzioni sono più lunghe che altrove (infortuni e quant'altro) e questo influenza anche i lunghissimi tempi di recupero concessi nei 2 tempi.


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lunedì 21 agosto 2017

Cos'è La VAR e Come Funziona? Casi In Cui Si Applica

VAR sta per Video Assistant Referee, si tratta sostanzialmente della moviola in campo, anche se avviene in una postazione al di fuori del terreno di gioco (con due assistenti a decidere).
Essa permetterà al direttore di gara di avvalersi del supporto delle telecamere.
Sarà gestita sempre da arbitri del suddetto campionato in cui viene applicata: a bordo campo due addetti affiancheranno il quarto uomo, che continuerà a svolgere le sue funzioni, per esaminare i video delle azioni su due schermi.


ADDIO ASSISTENTI DI PORTA
In campo, oltre all'arbitro, ci saranno i guardalinee, ma spariscono gli assistenti di porta.
Assistenti di porta diventati inutili già con la Goal Line Technology che ha ridotto quasi a zero le reti fantasma.
Ricordiamo che questa tecnologia provvista di 7 telecamere che effettuano il tracking della palla nell'area di porta, ha un margine di errore di 15 mm.
Il goal è segnalato all'arbitro grazie ad un segnale inviato all'orologio.


VIDEO OPERATION ROOM E REFEREE REVIEW AREA
Ogni società avrà all’interno del proprio stadio la cosiddetta "Video Operation Room", ovvero una stanza (o in alcuni casi una postazione esterna come il classico furgoncino purché dotato degli stessi requisiti tecnologici) dove lavorano i due arbitri addetti alla VAR.
Oltre alla "Video Operation Room", c’è anche la "Referee Review Area": si tratta di una zona a bordo campo riservata alla revisione arbitrale.
Si trova tra le due panchine, non lontana dalla postazione del quarto uomo.
Da lì l’arbitro in campo potrà decidere di riguardare o meno i replay delle azioni, dopodiché potrà mantenere o modificare la propria decisione.
Gli unici che potranno comunicare con il direttore di gara in campo sono i due arbitri addetti alla VAR.
Questa comunicazione può avvenire sia per iniziativa degli assistenti sia su richiesta dell’arbitro in campo.
In nessun caso un calciatore o un allenatore può richiedere l’utilizzo della tecnologia, pena l'ammonizione.


DECIDE COMUNQUE SEMPRE L'ARBITRO
Come detto solo l'arbitro, a cui comunque spetta sempre la decisione finale, potrà invocare la VAR, mostrando con un gesto uno schermo e fermando di conseguenza il gioco.
Egli prenderà la decisione finale, dopo aver consultato gli assistenti a bordo campo.
L'arbitro può fidarsi degli assistenti o in alternativa, arrivata la decisione, guardare lui stesso il replay a bordocampo.
La tecnologia sarà chiamata in causa solo per situazioni dubbie riguardanti gol, rigori, espulsione diretta e scambio di persona.
Non sarà utilizzata per le ammonizioni.
Gli assistenti inoltre possono segnalare all'arbitro situazioni dubbie, e lui potrà decidere se eventualmente consultare il monitor.


SITUAZIONI IN CUI SI APPLICA
Come detto quattro sono le situazione in cui si applica:
1) Goal da annullare (offside, fallo ed altre irregolarità. Il tracciamento delle linee per il fuorigioco è davvero molto accurato come si può vedere nell'immagine di sotto)
2) Espulsione (per valutare la situazione che ha portato al cartellino rosso)
3) Calcio di rigore (assegnazione o mancata concessione di un penalty)
4) Scambio di giocatore (per espulsioni ed ammonizioni)



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