"È possibile che verrà un giorno in cui qualcuno sarà un giocatore di Poker No Limit migliore di me. Ne dubito, ma è possibile. Ma non ci sarà mai un giocatore di Gin Rummy migliore di me.
E soprattutto non ci sarà mai un giocatore in senso assoluto migliore di me"
Stu Ungar, detto anche "The Kid", è stata una leggenda del Texas Hold’em.
Su di lui si è scritto di tutto, trattandosi di un personaggio che incarna perfettamente l’idea del genio ribelle, diviso tra tossicodipendenza, eccessi, vittorie, clamorose cadute, ricchezza e povertà assoluta.
Stu nasce a New York, il padre era un usuraio: quindi già da ragazzino, inizia a giocare a Gin Rummy nelle bische gestite proprio dal padre.
Grazie alle sue incredibili capacità di calcolo diventa imbattibile o quasi.
Nonostante vincesse tantissimo, perdeva tutto scommettendo nelle corse dei cavalli e dei cani.
Questa sua passione sfociò in una dipendenza accumulando tantissimi debiti: fu costretto a trasferirsi a Las Vegas. Il padre morì nel 1968, la madre divenne disabile per via di una malattia, Stu si dà sempre più al gioco d'azzardo illegale. Nel mentre sbanca qualsiasi Casinò.
Superata la maggiore età entra in rapporti amichevoli con Victor Romano, un membro della cosca mafiosa dei Genovese. Romano, condivise con Ungar l'interesse per il calcolo delle probabilità nel gioco d'azzardo. Ungar era conosciuto anche per i pesanti insulti che rivolgeva ai suoi avversari.
La sua amicizia con Romano lo proteggeva dai giocatori che non accettavano il suo modo di comportarsi al tavolo.
Pare che un avversario, dopo essere stato sonoramente sconfitto da Ungar, cercò di colpirlo in testa con una sedia. Qualche anno più tardi Ungar racconterà che, pochi giorni dopo l'episodio, quell'uomo fu trovato morto, ucciso a colpi di arma da fuoco.
Venivano da tutto il mondo per sfidarlo a Gin e se ne tornavano a casa con un pugno di mosche in mano e le tasche vuote. Era impossibile batterlo, anche quando ti concedeva tutti i vantaggi possibili (handicap).
Un giorno un amico lo avvertì che il suo avversario stava truccando le carte.
Lui rispose: "Me ne sono accorto, tranquillo", e vinse ugualmente.
Era impossibile avere la meglio sulla sua memoria, bastavano poche pescate dal mazzo e avrebbe saputo dirti tutte e dieci le carte che avevi in mano.
E spesso lo faceva, con grande imbarazzo dell’avversario di turno, già multimilionario che aveva attraversato il mondo per sfidarlo.
BANDITO ANCHE DAI TAVOLI DI BLACKJACK
Poteva contare tutte le carte di un sabot di Blackjack con sei mazzi completi.
Vinse anche una scommessa da 100.000 dollari perché nessuno poteva credere che sarebbe riuscito a farlo davvero, Bob Stupack (proprietario di un Casinò) pagò a caro prezzo una simile mancanza di fiducia.
In un altro torneo pare che tutti gli altri avversari si ritirarono per netta inferiorità.
Ormai non c’era più nessuno disposto a battersi con lui nel Gin Rummy, gli fu proibito di iscriversi ai tornei, avvicinarsi ai tavoli del Blackjack nemmeno a parlarne (al Caeser Palace, vinse 83,000 dollari finchè il manager della sala non lo fermò: con la sua memoria fotografica ormai riusciva a contare le carte mancanti, e per questo fu cacciato dal casinò e la sua foto messa in bella mostra negli uffici dei boss dei casino del Nevada. Come si sa, contare le carte al Blackjack è vietato nella quasi totalità dei casinò USA). Non gli rimaneva che cambiare gioco.
TEXAS HOLD'EM: RICCHEZZA E POVERTA'
In seguito arriva il passaggio naturale al Texas Hold ‘em.
Quando le WSOP iniziarono nel 1970 Stu era già considerato il miglior giocatore di Gin nel mondo, ma solo dieci anni dopo avrebbe cementato il suo status come giocatore di Poker.
Nel 1980 e 1981 Ungar vinse il Main Event e continuò ad accumulare soldi e vittorie per tutto il corso degli anni 80.Vinse a soli 27 anni.
Di lui si dice che pagò di nascosto il mutuo al suo vecchio amico Michael "Baseball Mike" Salem, rimasto al verde.
Oppure che una sera passeggiando per le strade di Las Vegas con Doyle Brunson fu avvicinato da un mendicante.
Ungar gli diede 100 dollari e quando Brunson appuntò che non sapeva nemmeno chi fosse, Stu disse: "Se lo avessi saputo gliene avrei dati 200".
Oppure che un giorno, venuto a sapere di alcune difficoltà economiche del suo avvocato, si presentò in studio con 10mila dollari e un messaggio: "Prendili e ridammeli quando puoi. E se non puoi ridarmeli va bene lo stesso".
Era solito telefonare in anticipo ai ristoranti affinché tutti i piatti (per lui ed i suoi ospiti) fossero già in tavola al suo arrivo.
Ungar pagava sempre per tutti, indipendentemente dal costo del pasto ma non era possibile discutere il suo metodo.
Stu entrava di corsa nel ristorante, divorava il cibo il più velocemente possibile, lasciava i soldi per pagare più una generosa mancia sul tavolo ed era pronto ad andare via, anche se i suoi ospiti erano ancora agli aperitivi o agli antipasti.
Ungar in una occasione vinse circa 1,5 milioni di dollari scommettendo ai cavalli ed organizzò una festa per i suoi amici in uno strip club.
La serata vide Ungar ed i suoi amici divertirsi in una sala VIP con numerose ragazze e parecchie bottiglie di champagne Crystal. Ungar pagò quasi 9mila dollari, senza chiedere mai a nessuno dei partecipanti di contribuire in alcun modo. Al di là di questi episodi di generosità, dopo ogni grosso premio vinto, riusciva comunque a sperperare il resto dei suoi soldi nel gioco d'azzardo.
Una volta 900,000$ in scommesse sportive, oppure riusciva a dilapidare un milione di dollari giocando ai dadi, per poi spillare a Larry Flint ben 5 milioni di dollari in varie sessioni di Poker.
LE ACCUSE DI BROGLI E LO STILE DI GIOCO
Le sue capacità mnemoniche e la sua abilità nel conteggio delle carte furono controverse e su di lui, ad un certo punto, gravò il sospetto di essere un baro.
Nel 1982, venne accusato di imbroglio in un casinò di Atlantic City, Stu Ungar fu inizialmente condannato dalla Commissione sul Gioco d'Azzardo del New Jersey, al pagamento di 500 dollari di multa. Il casinò sosteneva che Ungar ponesse di nascosto delle fiche extra sulle sue giocate vincenti, per garantirsi una vincita maggiore.
Ungar negò ogni addebito e portò la causa in tribunale e la vinse, evitando la multa.
Newman in tempi recenti ha provato a fare luce sul motivo per cui Ungar aveva un livello di ragionamento superiore alla maggior parte dei giocatori di Poker del suo tempo: "Ungar giocava uno strano lagTAG solido, con un valore di VPIP (soldi messi volontariamente preflop) intorno a 30 e un valore PFR (Raise Prelfop) intorno a 20. E' molto importante anche la size di rilanci di Stu Ungar pari a 3,5 x a 3x, al giorno d'oggi un rilancio del genere può apparire addirittura esagerato, ma in quegli anni era di routine aprire 4x o 5x, sotto questo punto di vista un precursore"
Chan: "Nessuno poteva battere Stu, tranne lui stesso"
Secondo altri Ungar avrebbe potuto vincere ancora molto di più se avesse rallentato il gioco contro avversari nettamente inferiori, dandogli l'illusione di poterlo battere, in modo da fargli scommettere più soldi. Invece, lui praticava un gioco troppo aggressivo, visto che cercava di sconfiggere i propri avversari nel peggior modo possibile.
L'ABUSO DI COCAINA E CRACK: L'OVERDOSE NEL 1990
E' più o meno nel periodo di massimo splendore che Ungar inizia ad abusare di droghe pesanti che lo porteranno alla rovina.
Dopo il suicidio del suo figlio adottivo, nel 1986 si separa dalla moglie e incontra la droga (consigliato da alcuni giocatori, secondo i quali li aiutava a tenerli svegli la notte durante le nottate interminabili a giocare a Poker). Fa uso di cocaina e alcol, in seguito crack. Siamo a fine anni 80.
Nel 1990, Stu ha 37 anni: la droga piano piano lo stava consumando.
Al di là di ciò per tutti è considerato il più forte giocatore di tutti i tempi, l’unico allora ad essere riuscito a vincere per tre volte il Main Event delle World Series Of Poker (poi è stato eguagliato da John Moss): addirittura molti pensano che i successi sarebbero saliti a quattro se un’overdose di cocaina non gli avesse impedito di prendere parte al Day 3 del 1990 (non si presentò, in quanto come detto collassò nella sua stanza), dove era in gara da chip leader.
L’assenza dal tavolo consegnò la vittoria a Monsour Matloubi, lui per via delle tante chips accumulate nei giorni precedenti terminerà comunque al nono posto, incassando 20mila dollari.
LA SFIDA A MATLOUBI
Due anni dopo, durante un altro Main Event delle WSOP, Stu pensò fosse arrivato il momento di ristabilire le gerarchie.
Dotato di spirito competitivo fuori dal comune, non impiegò molto a decidere di sfidare l’avversario in un celebre Heads Up dal buy-in di 50.000 dollari che inizialmente vide andare in vantaggio Matloubi ma poi ristabilì effettivamente le gerarchie tra i due rendendo Stu protagonista di un call sorprendente.
Stu è in leggero vantaggio, $60.000 per lui e 40.000 per il suo avversario e decide da SB di rilanciare con Td9c fino a 1.600 $ ricevendo il call con 4d5c.
Al flop cadono 337 rainbow e Stu decide di bettare $ 6.000; call di Mansour.
Con il K del turn entrambi optano per un check, river Q e Mansour decide di andare in all In per i suoi restanti 32.000 $.
Stu si prende solo qualche secondo prima di dichiarare il call, aggiungendo al suo avversario: “You have 4-5 or 5-6; i’m gonna call you with this” (Tu dovresti avere 4-5 o 5-6; ti chiamo con questi), scoprendo i suoi T-8 e portando a casa il piatto con dieci alta!
La dipendenza dalle droghe comunque continua a divorarlo e lui continua a sperperare le sue vincite al Poker tra droga e scommesse.
Ha problemi al naso non può più sniffare, per questo abbandona la cocaina e passa al crack.
LE WSOP 1997 E LA MORTE NEL 1998
Nel 1997, a lottare per il Braccialetto erano in 312 ed il montepremi riservato al vincitore era di un milione di dollari.
Indimenticabile il final table a Fremont Street, naturalmente a Las Vegas, dove furono erette delle gradinate per gli spettatori.
Ungar iniziò il final table con un vantaggio consistente di chips, nonostante questo giocò in modo aggressivo.
La sua superiorità era palese: sembrava fosse capace di vedere attraverso le carte degli avversari.
Nel momento della bolla nessuno dei 6 giocatori voleva essere eliminato e Stu Ungar fu incredibilmente abile ad approfittarne.
Rilanciò sette mani di seguito e nessuno osò vedere.
Tutti erano impauriti tranne Ungar, le cui chips aumentavano esponenzialmente.
Fu forse la finale più squilibrata che le WSOP possano ricordare.
Quando Ungar vinse il Main Event delle WSOP 1997 e il primo premio di $ 1 milione, i suoi amici e la famiglia speravano che gli avrebbe dato l'opportunità di cambiare la sua vita, cosa che non avvenne.
Sperperò subito i soldi vinti in droga e scommesse, iniziò a mendicare vicino le sale da Poker.
Non si presentò alle WSOP del 1998, inoltre viene anche arrestato per possesso di stupefacenti.
Il 22 novembre 1998 Stu fu trovato morto in una stanza dell'Oasis Motel di Las Vegas con 800 dollari in tasca dopo una partita al Bellagio.
Lui si alzò dal tavolo con più di 800 dollari, ma il resto non fu mai trovato.
L’autopsia dimostrò che non aveva assunto una quantità sufficiente di droga per portarlo alla morte; il medico legale concluse che era morto per un attacco cardiaco (malgrado si ventilasse di overdose di droga e farmaci).
Calava il sipario sul giocatore più forte di tutti i tempi: ormai sommerso dai debiti, nonostante avesse accumulato vincite per oltre 30.000.000 di dollari nel corso della sua carriera, Ungar avrebbe infatti giocato le sue ultime partite di Poker a credito grazie ai prestiti dell’amico Billy Baxter.
"Shuffle Up And Deal"
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