Jurgen Klopp subentra a Brendan Rodgers, sulla panchina del Liverpool, il 9 ottobre 2015.
Dopo qualche tempo di ambientamento sono arrivati risultati e gioco.
Quest'anno soprattutto.
Ma anche lo scorso anno con la finale di Champions League.
Persa ovviamente contro il Real Madrid.
Malgrado tutto, le finali restano maledette per Jurgen Klopp che, dal 2013 ad oggi, si è fermato 6 volte ad un passo dalla gloria e ha sempre dovuto guardare gli altri alzare le varie coppe.
Il sortilegio inizia nel 2013 quando il tecnico guida il Borussia Dortmund fino alla finale di Champions League vinta poi dal Bayern Monaco.
Nel 2014 e nel 2015 invece il Borussia di Klopp arriva in fondo per due anni di fila alla Coppa di Germania ma deve inchinarsi prima ancora al Bayern Monaco e poi al Wolfsburg.
Non va meglio nel 2016 quando, al suo primo anno sulla panchina del Liverpool, Klopp di finali ne perde addirittura due in pochi giorni: Coppa di Lega contro il Manchester City ed Europa League contro il Siviglia.
Una maledizione vera e propria che Klopp sperava di interrompere contro il Real Madrid nel 2018. Speranza resa vana sabato sera dalla doppietta di Bale e dai clamorosi errori del portiere Karius.
Dunque il rapporto che l'allenatore riesce ad instaurare con i tifosi esula dai risultati ma dipende dalla capacità istrionica e spontanea, esagerata e anti-conformista di considerare il calcio dalla tribuna, dalle curve.
"Ben venga il calcio in televisione, gli anziani aumentano e anche loro devono aver l’occasione di divertirsi con il calcio ma se per la TV si devono sfavorire i ragazzi che escono di casa, si fanno i chilometri per sostenerci, allora dico: nemmeno per sogno, anzi, proprio per il culo" (disse alla Bild un paio di anni fa a proposito della richiesta di rinvio di una partita per esigenze televisive)
E dire che le prime stagioni al Dortmund erano iniziate tutt'altro che bene: qualche discreta vittoria ma tanti tonfi con i tifosi che fischiano, chiedono a Klopp di dimettersi. La curva lancia ortaggi al tecnico, lui applaude ironico. Il capo ultrà lo affronta, lui lo guarda e gli dà appuntamento fuori dallo stadio. Non passa nemmeno per gli spogliatoi e aspetta i tifosi, nonostante la dirigenza voglia vietargli l’incontro. Quello che succede è raccontato un anno dopo dalla Bild. I due si incontrano, urlano entrambi, si rischia lo scontro fisico. Klopp grida al capo ultrà di essere uomo, tirare fuori le palle e continuare a sorreggere la squadra. Gli viene risposto che l’unico modo che ha per continuare a essere uomo è quello di dimettersi. L’allenatore risponde che l’unico modo che ha lui di essere uomo è di affrontarlo in birreria.
Un litro di birra, chi ci mette meno tempo a consumarla imporrà all’altro la propria visione del calcio. Il direttore sportivo del Borussia è allibito, vorrebbe che l’allenatore lo seguisse sul bus della squadra, lui rifiuta e va a sfidare il rivale. Vince.
Klopp pretende che la curva smetta con i fischi e supporti i gialloneri almeno sino alla pausa invernale. Da lì saranno 10 risultati utili consecutivi, diventa amato, raggiunge anche la finale di Champions League come detto.
Particolare anche quest'episodio raccontato da Gundogan (ora al Manchester City): nel 2011/12, al Dortmund mancavano pochi punti per vincere il secondo campionato in fila ed è capitato che, anticipando i festeggiamenti, i giocatori si presentassero agli allenamenti ubriachi.
"Eravamo giovani e molti di noi single. La sera dopo le partite facevamo festa. È capitato che alcuni di noi arrivassero non ancora del tutto sobri agli allenamenti. Ma sono cose che ci univano ancora di più"
Prima della finale con il Bayern Monaco: "Abbiamo una freccia e un arco. Se miriamo bene, possiamo centrare l’obiettivo. Il problema è che il Bayern ha un bazooka. Le probabilità che loro riescano a centrare l’obiettivo sono decisamente superiori. Detto questo, pure Robin Hood ha avuto un certo successo"
Il lungo addio è datato 18 marzo 2015: si gioca l’ottavo di finale di Champions contro la Juventus, perso per via di una doppietta di Tevez.
Klopp decide di incamminarsi verso casa a piedi: inghiottito dalla cupa e gelida notte di Dortmund, zaino in spalla, in un paesaggio spettrale e silenzioso.
Klopp ora cerca di replicare in Inghilterra quanto fatto in Germania: "Se tra quattro anni dovessi essere ancora qui, sono molto fiducioso nel fatto che avremo conquistato almeno un titolo"
Subentrando a Rodgers all’inizio del 2015/16, Klopp ereditò una squadra reduce da appena quattro vittorie nelle prime undici partite.
Dei 41 elementi allora in rosa, appena 12 sono ancora a Liverpool e solo quattro sono ancora titolari: Henderson, Milner, Firmino e Gomez.
Va detto che alcune decisioni, come nel caso di Coutinho ed Emre Can, sono andate contro la sua volontà.
Per quanto riguarda il 2017, la svolta più significativa può essere fatta risalire all’ingaggio di Virgil van Dijk: che dopo un ambientamento difficile, sta dominando, essendo diventato tra i migliori 3 difensori al mondo.
Poi certo con Salah, Firmino, Mané ma anche un ringiovanito Milner, per non parlare dei giovani Robertson ed Alexander Arnold è tutto più facile.
Di Alisson o di rincalzi di lusso quali Shaqiri e Sturridge.
Pur restando fermi i capisaldi del Gegenpressing (soprattutto quando si tratta di aggredire in avanti i centrali difensivi avversari in situazioni di parità numerica), il tedesco ha provato ad accorciare ulteriormente le distanze tra i reparti, aumentando la densità in mezzo al campo e rendendo difficile la costruzione di gioco degli avversari. In fase di possesso i Reds tendono a privilegiare una costruzione della manovra che coinvolga anche i terzini per risalire più rapidamente possibile il campo e facilitare la preparazione degli inserimenti tra le linee delle mezzali.
"Non puoi avere la migliore atmosfera del mondo, giocando in orizzontale"
"Il mio calcio è Heavy Metal. C’è chi dirige la squadra come un’orchestra. Fanno possesso palla, passaggi giusti, ma è come una canzone silenziosa. A me piace vedere il pallone di qua, di là, i tuffi dei portieri, pali, traverse, noi che voliamo dall’altra parte"
Sostanzialmente il gioco di Klopp si basa su un mix di pressing offensivo imposto, fase offensiva che si trasforma improvvisamente in difensiva con l’aggressione sui portatori di palla e la chiusura delle linee di passaggio in uscita, creando densità intorno al pallone: spesso gli avversari sono costretti all’errore o alla giocata forzata, favorendo così i fulminei tagli della propria squadra che, in pochi passaggi, arriva in porta.
Poi certo, al di là della tattica e del gioco, si tratta di uno passionale sempre pronto a saltare sulla linea di bordocampo o ad esultare.
Ronald Koeman, prima che venisse esonerato dall’Everton, dirà dopo un derby di Liverpool di qualche anno fa di non sopportare troppo gli allenatori che "passano tutto il tempo dalla panchina a urlare agli arbitri e ai guardalinee: sembrano pazzi". Il riferimento è chiaramente a Klopp.
Lo stesso allenatore tedesco nel 2016 aveva invitato i tifosi della sua squadra ad andare a Basilea, la città svizzera dove si sarebbe tenuta la finale di Europa League tra Liverpool e Siviglia, anche se non avevano il biglietto.
Lo stadio del Basilea, il St.Jakob-Park, è molto piccolo e ha solo 35mila posti, pochi per una finale europea: per i tifosi del Liverpool sono stati messi a disposizione solo 10.236 biglietti (gli altri sono per i tifosi spagnoli e neutrali).
Dopo l’invito ai tifosi del Liverpool, però, si è accorto che stavolta stava esagerando, e in una conferenza stampa disse che la sua non era stata un’uscita molto intelligente, visto che in Svizzera dovrebbero andare solo i giocatori e i diecimila tifosi provvisti di biglietto, altrimenti ci sarebbe il caos.
Anche con Mourinho litigò nel 2017 quando lo United affrontava il Liverpool.
Il Liverpool si era portato in vantaggio su rigore molto ingenuo provocato da Pogba. Poi, nel finale, il pareggio di Ibrahimovic che chiude un’azione in cui ad arbitro e guardalinee sfugge il fuorigioco di Valencia. E il nervosismo sale ancora. Al 91' il netto fallo di Herrera su Firmino che viene strattonato. Il brasiliano reagisce e Mourinho scatta.
L’arbitro Michael Oliver decide di ammonire entrambi i giocatori, ma poi deve calmare anche i due allenatori.
Klopp e Mourinho, infatti, stavano per venire a contatto.
Klopp: "Pretendeva che ci fosse come minimo il cartellino giallo, non potevamo avere la stessa opinione. Credo che l’arbitro abbia fischiato prima che accadesse qualcosa. Roberto è un giocatore di testa, voleva restare in piedi e giocare. Il giallo lo avrebbe dovuto prendere solo Herrera, non Roberto, che voleva continuare a giocare"
Lo si ricorda litigare anche con un tifoso dello Swansea ad inizio 2018:
"Mi stava gridando per tutto il tempo. Scusate, ho reagito una volta, mi sono ricordato di essere un essere umano e non un manager professionista. Ad un certo punto, ho detto per favore. Non avevo un registratore come voi, quindi nessuno l'ha registrato, nessuno poteva sentire quello che ha detto. Va bene così. Ho avuto solo un attimo in cui ho pensato ora, ne ho abbastanza"
O correre come un pazzo in campo come fece nel derby della Merseyside vinto contro l'Everton nei minuti di recupero, i primi di dicembre del 2018.
Il Liverpool e i suoi fans, se possibile, hanno portato il suo stile adrenalinico ai massimi livelli.
Le interviste pre e post partita, le conferenze stampa, l’interazione con i propri calciatori.
Klopp che corre a esultare come un ultrà con i suoi dopo una rete "avevo un altro paio di occhiali ma sai: è difficile cercare degli occhiali senza gli occhiali".
Lo si può vedere battersi il petto per caricare la squadra e caricarsi, far partire pugni come un pugile. sorridere guascone sulla linea (in modo ironico o non), disperarsi con movimenti sinuosi quando uno dei suoi calciatori sbaglia una chiara occasione.
Appena Mane sbaglia goffamente un gol nella semifinale (stravinta contro la Roma lo scorso anno) cancellando la possibilità di portarsi in vantaggio, il tedesco prima scatta girando su se stesso per poi alzare le braccia voltandosi verso il pubblico, come a chiedere di non fermarsi ad incitare.
Klopp nei suoi 7 anni a Dortmund ha vinto 2 titoli e totalizzato anche 2 secondi posti, a Liverpool questo è il quarto anno dopo un ottavo posto (da subentrato) e due quarti posti.
Che sia questa la volta buona che il Liverpool torni a rivincere un titolo dal 1990?
CITAZIONI CELEBRI
[Quando arrivò al Mainz nel 2004]
"Sono il nuovo allenatore. Quello di prima mi ha detto che siete degli incapaci. Secondo me è uno stronzo"
"Dobbiamo giocare così" (i giocatori del Mainz gli fecero notare che quello era il Real Madrid e loro erano terz'ultimi), lui rispose "Sempre meglio che ultimi".
"I soldi non sono la cosa più importante. Però sono importanti. Non sono il Mahatma Gandhi"
[Sulla sconfitta nella finale di Champions League 2013]
"Posso solo dire che è stato bello. Londra è la città dei Giochi Olimpici. Il tempo era buono, è stato tutto ok. Solo il risultato è stato una merda"
"Messi è il migliore. Deve esserci vita in qualche altro pianeta. Perché lui è troppo forte e noi siamo troppo scarsi per lui"
"Stiamo per affrontare la sfida peggiore nel calcio: giocare contro una squadra italiana a cui basta un pareggio"
"Non sono mai riuscito a mettere in campo quello che mi passava per la testa. Ero un talento da quinta divisione con una testa da Bundesliga. Il risultato? Sono arrivato in seconda divisione"
"All’intervallo, ho detto ai miei giocatori: ‘Dato che siamo qui, sarebbe il caso di provare a giocare a calcio"
"A Wenger piace controllare la palla, giocare con molti passaggi. Le sue squadre sono come un’orchestra. Ma è una canzone silenziosa. A me piace l’Heavy Metal"
"Sono orgoglioso che alcuni tifosi dell’Arsenal mi vogliano, ma non importa che io sia orgoglioso. Mia madre è orgogliosa. È una sensazione migliore rispetto al non essere conosciuto, ma non mi aiuta al mattino, non mi aiuta alla sera e non mi aiuta nel resto del giorno"
[Sulla strategia del Bayern Monaco]
"Sono come i cinesi nel mondo degli affari. Guardano quello che fanno gli altri e lo copiano. Soltanto con più soldi"
"Portare 80mila persone allo stadio per far vedere loro un calcio noioso non va bene"
[Sulla possibilità di vedere Hummels andarsene al Manchester United]
"Se non è una bufala, mi mangio un manico di scopa"
[Sui ricorrenti infortuni di Hummels]
"Lo aspetteremo come fa una buona moglie con un marito finito in carcere"
"Non mi piace il calcio lineare e del possesso palla. Non è il mio sport, non è la mia filosofia. Mi piace il calcio delle battaglie. La pioggia, il fango. Mi piacciono le partite dove si esce con la maglia zuppa e la faccia sporca. Con le gambe così pesanti da credere che non riuscirai a giocare per settimane. Vai e dai tutto. Se non si dà tutto, non mi diverto. Mi annoia vincere in un altro modo. Quando non corriamo più degli altri, io sbadiglio. Sono felice quando le statistiche a fine partita dicono che abbiamo corso 10 km più degli avversari. C'è chi obietta: si deve correre nella direzione giusta. Okay, nella direzione giusta, ma 10 km più degli altri. È la prima regola che ti danno da bambino: corri"
"Dicono che mi agito troppo in panchina? In certi momenti da qualche parte si schiaccia un bottone dentro di me ed esce quel tipo di uomo. Altri allenatori sono dei baronetti, portano la giacca, fanno l'inchino. Io metto la tuta e schiaccio il cinque"
"Mi hanno cercato in tanti. Adessopossono risparmiare sulle telefonate. Non lavoro per guidare la squadra migliore al mondo, lavoro per poterla battere"
"Molti vengono dall'estero per vederci. O forse vengono a Dortmund per la birra. Di certo non vengono nel nostro stadio per guardare una recita, non facciamo Romeo e Giulietta, siamo calcio puro, calcio vero"
"Ho dedicato al calcio il periodo migliore della mia vita. È la sola cosa che credo di saper fare. Se mi chiedessero di costruire un tavolo, potrei impiegarci 30-40 anni. È come se avessi due mani sinistre"
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