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lunedì 25 febbraio 2019

I Manti Erbosi Artificiali in MLB: Dall'Astrodome al Tropicana Field (MLB)

I manti artificiali entrano nel mondo della MLB quando l'AstroTurf (erba sintetica a "pelo" corto) fu installato nell'Astrodome degli Houston Astros, in Texas, nel 1966.
Si trattava di un ballpark indoor che l'anno precedente al 1966 aveva provato ad usare erba naturale, tentativo fallito miseramente, visto che le condizioni del campo divennero gravemente inadeguate durante la seconda metà della stagione, con l'erba naturale ormai "morta" e dipinta di verde.
I pannelli del soffitto del ballpark infatti erano stati costruiti in "Lucite" semitrasparente (una specie di plastica infrangibile più trasparente del vetro) e poi dipinti di bianco per ridurre l'abbagliamento che dava fastidio ai giocatori, tuttavia non passava abbastanza luce solare per sostenere l'erba naturale.
Per la maggior parte della stagione del 1965, gli Astros giocarono su uno sterrato dipinto di verde e con erba appassita e in pessime condizioni.
La soluzione consisteva nell'installare un nuovo tipo di erba artificiale sul campo, il ChemGrass, che divenne noto poi come AstroTurf.
Poiché la fornitura di AstroTurf era ancora bassa, era disponibile solo una quantità limitata per la prima partita in casa. Non ce n'era abbastanza per l'intero campo, dunque inizialmente l'erba artificiale venne usata solo nelll'infield.
L'uso dell'AstroTurf e superfici simili si diffuse negli Stati Uniti nei primi anni '70.
Le squadre che scelsero di giocare su superfici artificiali all'aperto lo fecero per via dei ridotti costi di manutenzione, ciò fu possibile soprattutto nelle zone con climi più freddi quali il Riverfront Stadium di Cincinnati, il Three Rivers Stadium di Pittsburgh e il Veterans Stadium di Philadelphia.
I Chicago White Sox divennero la prima squadra ad installare un manto erboso artificiale in uno stadio all'aperto, dal momento che venne adottata nel campo adiacente al Comiskey Park dal 1969 al 1975.
La più grande differenza di gioco riguardo il tappeto erboso artificiale è che la palla rimbalza più in alto che sull'erba reale e viaggia anche più velocemente, facendo sì che gli infielder giochino più lontano di quanto farebbero normalmente (in modo da avere un tempo sufficiente per reagire). La palla ha anche un rimbalzo più vero che sull'erba, cioè viaggia più in linea retta senza essere deviata a destra o sinistra. Tuttavia, il più grande impatto sul gioco è nei corpi dei giocatori. La superficie artificiale, che in genere è posizionata su una base di cemento, causa maggiore usura a ginocchia, caviglie, piedi e parte bassa della schiena, accorciando addirittura la carriera dei giocatori che hanno speso molti anni giocando su manti artificiali. I giocatori in passato si sono anche lamentati del fatto che il manto era molto più caldo dell'erba, a volte causando la fusione di metalli e plastiche.
Questi fattori alla fine portarono molte franchigie al ritorno all'erba naturale: su tutti i Kansas City Royals con il loro Kauffman Stadium.
Nel 2000, il Tropicana Field (indoor) dei Tampa Bay Rays è diventato il primo campo MLB ad utilizzare una superficie artificiale di terza generazione, il FieldTurf.
Tra anni 90 e primi anni del nuovo millennio nella National League quasi metà degli stadi erano in sintetico, tuttavia nel 2010 con la sostituzione dell' Hubert H.Humphrey Metrodome con il Target Field di Minneapolis, si ridusse solo a due il numero di ballpark in MLB che usano ancora erba sintetica: il Tropicana Field e il Rogers Centre di Toronto.
Gli Arizona Diamondbacks prevedono di convertire Chase Field ad un tappeto erboso artificiale per la stagione 2019. Lo stadio ha avuto erba naturale sin dalla sua apertura nel 1998, ma la ragione del passaggio a manti artificiali è dettata dalla difficoltà di mantenere l'erba naturale nello stadio (il ballpark ha un tetto retrattile e per giunta si trova in una città deserta, in Arizona appunto).



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