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sabato 7 settembre 2019

Cos'è La Crisi Di Fame Nel Ciclismo? I Casi Più Clamorosi

C'è un vecchio detto del Ciclismo che dice "se aspetti che ti venga fame per mangiare, vai in crisi di sicuro".
Chi va in bici sa bene quanto sia importante bere e alimentarsi correttamente per non ritrovarsi senza energie proprio quando invece vorremmo aumentare lo sforzo.
Poca forza, gambe che girano a vuoto, testa pesante, nausea, freddo...la crisi di fame arriva all’improvviso, senza che possa essere prevista e provoca un malessere generalizzato che impedisce di portare a termine la fatica per via di una perenne debolezza (che svanisce dopo circa 1 ora di riposo).
Il nostro corpo contiene circa 300-400 g di glicogeno, il 70% del quale collocato nella muscolatura.
Un’attività fisica intensa provoca un consumo di ciò, che se non reintegrata con l’alimentazione porta alla crisi di fame. Il modo per prevenirla è assumere carboidrati ad alto indice glicemico, che stimolano la produzione di insulina; un buon metodo per prevenire l’esaurimento della riserva è comunque quello di distribuire regolarmente nei pasti una buona quantità di carboidrati complessi.
Un altro importante fattore che determina la crisi durante lo sforzo è la disidratazione causata dall’intensa sudorazione, che determina tra gli altri effetti una sensibile riduzione della capacità di resistenza.

Davide Cassani: "Arnaldo Pambianco scende dal muraglione, pioveva, era brutto tempo si accorge che Jacques Anquetil si stava mangiando un panino con la carta, allora ha pensato qui c'è qualcosa che non va secondo me è in crisi"

Poi Pambianco staccherà il francese effettivamente in crisi e vincerà il giro d'Italia del 1971.
Una delle più grandi crisi di fame che si ricordano negli ultimi 20 anni fu sicuramente quella di Jan Ullrich al Tour De France 1998.
Era il 27 luglio e precisamente l'85esima edizione de La Grande Boucle, 15a tappa Grenoble - Les Deux Alpes​, 189 km.
Ullrich guidava la generale con 3’01’’ di vantaggio su Pantani (quarto).
Il Tour era ormai chiuso perchè oltre al distacco in classifica, alla penultima tappa c'era anche una cronometro di 52 km.
Quel giorno si affrontavano Col de la Croix de Fer, Col du Télégraphe, Col du Galibier e Les Deux Alpes. Pioggia, vento e freddo​. Temperatura massima prevista di 12°C ed elicotteri rimasti a terra per la scarsa visibilità.
All’inizio del Galibier, Ullrich tenta uno scatto per dare una prova di forza ma il gruppo rimane lì.
A 47 km dal traguardo, a 4 km dalla cima del Galibier​, sul tratto più duro scatta Pantani. Si volta e rallenta una sola volta per controllare la reazione di chi insegue.
Ullrich rimane solo, spiazzato, indeciso sul da farsi.
In vetta, il distacco tra i due è già di 2’46”.
Prima della discesa Pantani si ferma per indossare la mantellina e poi va giù in picchiata. Giunto ai piedi de Les Deux Alpes, riprende la sua azione incontenibile​. Si alza per l’ennesima volta sui pedali e aggredisce la strada. Intanto Ullrich è in una crisi di fame paurosa.
Sguardo fisso nel vuoto e bocca spalancata.
A nulla servono gli aiuti anche di qualche compagno di squadra.
A 4 km dal traguardo Pantani ha 4’45’’ su Bobby Julich e 6’10’’ su Ullrich.
Il tedesco continuerà a crollare, arrivando a quasi 9 minuti di distacco.
Pantani vincerà il Tour De France 1998 (anche se poi in anni recenti, a seguito di un'inchiesta del Senato Francese che associò campioni di sangue ed urine anonimi al codice dei corridori, si scoprirà che in realtà era risultato positivo all'EPO diverse volte, stesso discorso Ullrich ma questa è tutta un'altra storia. Anzi, sta solo a sottolineare che la crisi di fame non risparmia nessuno...anche facendo uso di sostanze dopanti).
Un'altra crisi di fame pazzesca fu quella di Floyd Landis al Tour De France 2006.
In maglia gialla con 10" di vantaggio su Óscar Pereiro, lo statunitense accusò un crollo nella sedicesima tappa, da Bourg d'Oisans a La Toussuire, terminando a 8'10" dallo spagnolo.
Landis si staccò dal gruppo per poi letteralmente piantarsi in salita scuro in volto, lo si vedeva bagnarsi il capo con l'acqua ma ormai era troppo tardi: il Tour era andato.
Tuttavia la sera, a cena (testimonianza del gregario Nicolas Jalabert), aveva preannunciato l'attacco da lontano: "Male che vada mi danno altri 20', però devo provarci".
Effettivamente il giorno successivo, attaccò sulla prima salita (le Saisies), 125 km di fuga prima con altri, poi da solo, una tardiva reazione degli altri favoriti, un ritorno in alta classifica.
Landis s'involò in una fuga solitaria verso Morzine-Avoriaz, vincendo con 7'08" sul rivale Pereiro (che concluse la tappa in settima posizione).
Il suo distacco in classifica generale dallo spagnolo scese a 30".
A due giorni dalla fine del Tour, nella crono finale, Landis infligge distacchi pesantissimi a tutti conquistando il Tour: Pereiro arriverà secondo a 57" e il tedesco Andreas Klöden terzo a 1'29".
Il 26 luglio, a pochi giorni dalla chiusura del Tour, il quotidiano Ekstra Bladet e l'anti-doping francese annunciarono che un corridore di alta classifica era stato trovato positivo a un controllo delle urine nella tappa di Morzine. Il giorno successivo fu la Phonak ad annunciare che il corridore in questione era Landis e che le sostanze proibite da lui assunte erano il testosterone e l'epitestosterone.
Landis, appresa la notizia, comunicò di aver preso le sostanze per i suoi problemi alla tiroide.
Il 5 agosto l'UCI rese noto che anche il secondo campione di urine dell'americano era positivo al testosterone; la maglia gialla gli fu revocata e la vittoria del Tour 2006 fu assegnata a Pereiro.
Come curiosità, adesso Landis si è messo a produrre e vendere marijuana e derivati della cannabis.
Per uso terapeutico. La sua Floyd’s Of Leadville è una realtà nel mondo della canapa.
Nel suo Colorado, del resto, la produzione e il commercio delle droghe leggere sono perfettamente legali. Landis si è messo in affari con un altro ex corridore, David Zabriskie (altro ex gregario di Lance Armstrong, come Landis del resto).
Coltivano e vendono, e l’affare ha preso piede: producono anche magliette e cappellini, wellness and energy "perché esistono dolori fisici e dolori psicologici, la Marijuana li cura entrambi e non ha controindicazioni. Dopo quel Tour e la mia successiva squalifica, sono caduto in uno stato di profonda depressione, ho iniziato ad assumere cannabis e ho iniziato a stare meglio. Floyd’s Of Leadville è il risultato del mio lungo viaggio tra il dolore e la depressione verso una vita migliore".


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