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sabato 28 marzo 2020

La Storia Di Manti Te'o e La Truffa Della Fidanzata Virtuale (NCAA)

La carriera di Manti Te'o (oggi ai New Orleans Saints, NFL) sarà per sempre associata all'incredibile storia di "catfishing" (a suo dire) in cui fu protagonista nel 2012 quando giocava in NCAA con Notre Dame.
Per "catfishing" ci si riferisce a crearsi un'identità parallela sul web che sotto mentite spoglie (identità rubata e credenziali false) intrattiene relazioni sul web con uomini/donne ignari di tutto ciò.
Al giorno d'oggi per guadagnarsi copertine, interviste in TV e un seguito di fan, è necessaria una storia. E se non si hanno queste caratteristiche a propria disposizione, tanto vale inventarsela la storia. È quello che ha fatto Manti Te'o.
Pare infatti che il giocatore, con l'aiuto di un amico, si sia inventato di sana pianta una fidanzata appunto, chiamata Lennay Kekua e che con questa abbia intrattenuto sotto gli occhi di tutti una relazione "virtuale", soprattutto attraverso Twitter, finché la ragazza non è morta di leucemia l'11 settembre 2012 (6 ore prima era morta anche la nonna di Manti). I due si erano "conosciuti" in California nel 2009.
Una storia tragica dettata ancor di più dall'impossibilità del giocatore di partecipare al suo funerale per giocare un match importante.
Un match giocato splendidamente e dedicato alla memoria della nonna e della fidanzata morta, a seguito di una prestazione mostruosa (sarebbe stato il doppio lutto a spronarlo e a dare il meglio di sè).


IMBROGLIO SCOPERTO
Fu il sito statunitense Deadspin.com a svelare con un'attenta investigazione che la presunta storia d'amore era, in realtà, falsa.
E che Lennay Kekua non è mai esistita. E le foto diffuse con il suo nome appartengono a un'altra donna.
La dolce fidanzata Lennay era in realtà Ronaiah Tuiasosopo (un suo amico e cugino di Marques Tuiasosopo ex QB di Raiders e Jets), che ha usato foto di una sua ex compagna di liceo, Diane O’Meara, per il profilo Facebook di Lennay (in realtà su Twitter, dove i due innamorati si scrivevano, l'account era gestito da più persone).
Il coach Jack Swarbrick assunse investigatori privati ​​per far luce sulla vicenda chiarendo in ogni caso che il rapporto di Te'o con Kekua era "esclusivamente virtuale". Ciò era in conflitto con i precedenti resoconti di Te'o e della sua famiglia che affermavano che la coppia si era incontrata per la prima volta dopo una partita di Football e che lei gli aveva fatto visita alle Hawaii. Swarbrick informò Te'o della bufala il 26 dicembre dopo aver ricevuto una telefonata (il 6 dicembre) di una donna chiamata Kekua, sostenendo che era ancora viva. Te'o citò la morte di Kekua in almeno quattro interviste separate nei giorni successivi a quella telefonata.
Manti Te'o trapelato lo scoop si dichiarò "vittima" di un raggiro. Ma sono sempre stati in pochi a credergli. Per i fan e la stampa è difficile dimenticare le bugie, di Manti e del padre Brian, che parlavano di come Lennay fosse stata a casa loro alle Hawaii e del bellissimo rapporto tra i due giovani.
Il dubbio, dopo tante bugie, è che Manti sapesse bene che Lennay non era reale e che inventare una relazione potesse avere altri scopi: celare una sua eventuale omosessualità, essendo di fede mormone e una star del football, oppure appunto crearsi un "personaggio".
Tuiasosopo in seguito ha confessato dicendo di essersi innamorarsi di Te'o e di aver usato l'identità di Kekua come via di fuga. Ha anche ricreato la voce femminile. I genitori di Tuiasosopo, tuttavia, dissero al New York Post che la voce di Kekua apparteneva alla cugina di Tuiasosopo. Nonostante la rivelazione che Kekua non esistesse, l'ex giocatore della NFL Reagan Maui'a disse che aveva incontrato due volte qualcuno che affermava di essere Kekua e che le era stata presentata da Tuiasosopo.


SITI CHE PERMETTONO L'AFFITTO DI FIDANZATE VIRTUALI
Online comunque esistono molti siti che permettono di fare raggiri e scherzi del genere come "Assumi una fidanzata" ("Girlfriend Hire"). Uno dei tanti siti nati sulla scia di Fiverr.com, piattaforma che permette di offrire il proprio talento (per piccoli lavori) a 5$. Nel caso di GirlfriendHire gli utenti possono acquistare, sempre per 5 dollari, le false attenzioni di donne di ogni nazionalità, disposte tra le altre cose a scrivere finti messaggi d'amore sulla bacheca Facebook o direttamente sul cellulare dell'interessato. Per trasformarlo in un playboy o scatenare gelosie.
Sale decisamente il prezzo per "affittare" una ragazza immaginaria sul sito brasiliani Namoro Fake che permette di acquistare il falso profilo di una ragazza su Facebook per 39$ a settimana. La società che offre il servizio farà in modo che la ragazza virtuale cambi il suo status (da single a impegnata) e scriva sulla bacheca dell'acquirente messaggi su messaggi.
Il sito Fake Internet Girlfriend va oltre i semplici messaggi su Facebook. La finta fidanzata infatti effettuerà almeno due telefonate al mese e invierà fino a 10 messaggi di testo. Un "pacchetto completo" che costa circa 250$ al mese.


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sabato 14 settembre 2019

La Storia Delle Nazionali Americane: Collegiali e Dream Team (Basket, Baseball, Hockey)

Come si sa il Calcio lo hanno inventato gli inglesi, allo stesso modo il Basket è invece prerogativa degli americani.
Sino al 1989, la FIBA vietava ai giocatori americani pro (NBA) di partecipare ai giochi olimpici (nelle altre competizioni, ad esempio il mondiale avrebbero potuto schierarli).
Sino al 1992 saranno sempre i collegiali a difendere i colori americani: le olimpiadi di Barcellona (1992 appunto) segneranno l'esordio del primo vero dream team della storia.
Sino al primo vero dream team della storia, gli USA avevano schierato sempre collegiali (dilettanti) o rappresentative delle forze armate.
Dal 1992 in poi solo giocatori NBA (il top o giocatori medi in alcune occasioni), con l'esclusione delle olimpiade greche del 1998 dove per via della serrata tra proprietari delle franchigie e giocatori, vennero collegiali o qualche americano che giocava in Europa.
I dream team più deludenti, tra mondiali ed olimpiadi, furono quelli del 2002, 2004, 2006, 2019 (con un disastroso settimo posto, dopo esser stati eliminati dalla Francia e poi battuti dalla Serbia nella finale di consolazione per il quinto/sesto posto).
I grandi dream team furono quelli del 1992, 1994 (Dumars, Price, Kemp, Mourning, Shaquille O'Neil, Reggie Miller), 1996 (Barkley, Grant Hill, Hardaway, Pippen, Karl Malone, Olajuwon, Reggie Miller, Payton), 2008 (Jason Kidd, Chris Paul, Wade, Kobe Bryant, Prince, LeBron James, Bosh, Howard), 2010 (Durant, Curry, Love, Derrick Rose, Westbrook, Iguodala), 2012 (Durant, LeBron James, Westbrook, Deron Williams, Chris Paul, Kobe Bryant, Love, Harden, Anthony Davis, Carmelo Anthony), 2014 (Curry, Thompson, Derrick Rose, DeRozan, Gay, Irwing, Cousins, Harden, Drummond, Anthony Davis), 2016 (Durant, Thompson, Irwing, George, Carmelo Anthony, Cousins).
In particolare il dream team del 1992 è ovviamente quello più noto.
Ai tempi gli Stati Uniti vogliono dare spettacolo, stravincere e far capire al mondo intero qual è la squadra numero 1 nella pallacanestro mondiale. L’allenatore selezionato è Chuck Daly, ex allenatore dei Pistons e due volte campione NBA con Detroit nel 1989 e 1990.
Michael Jordan, Magic Johnson e Larry Bird insieme nella stessa squadra.
Il leader dei Bulls, dei Lakers e dei Celtics uniti per la medaglia d’oro. Il resto del team era completato da Scottie Pippen, Charles Barkley, John Stockton, Chris Mullin, David Robinson, Pat Ewing, Karl Malone, Christian Laettner (miglior giocatore della precedente stagione NCAA,unico collegiale e preferito di poco a Shaquille O’Neal) e Clyde Drexler.
Non venne convocato Isaiah Thomas, playmaker dei "Bad Boys" di Detroit, pluricampioni NBA. Forse fu Michael Jordan in persona a porre il veto di fronte al playmaker dei Pistons.
I rapporti tra Jordan e Thomas non erano ottimali e nascono dal trattamento riservato da Thomas a MJ durante l’All Star Game del 1985, in cui giocando da rookie, la guardia dei Bulls doveva essere "evitato" dai compagni su ordine di Thomas.
Ad ogni modo in vista della preparazione alle olimpiadi 1992, celebre un allenamento in cui, Chuck Daly forma due squadre, la bianca guidata da Jordan con Malone, Ewing, Pippen, e Bird e la blu guidata da Magic con Barkley, Robinson, Mullin, e Laettner.
Il girone fa capire a tutti quale sarà la musica contro il team USA.
Scarti abissali, punteggi altissimi per gli americani e bassissimi per gli avversari. I giocatori avversari sembrano sconvolti, si gioca contro un livello differente, contro degli extraterrestri.
117 punti di media nel torneo per i ragazzi di Coach Daly, 44 punti di scarto medio agli avversari, difesa super e in attacco nessuna pietà, cifre impressionanti.
Nei quarti di finale contro Porto Rico, Team Usa continua la sua marcia, 115-77, Mullin miglior marcatore a quota 21, Laettner e Pippen miglior rimbalzista e assistman entrambi a quota 8. E’ tempo di semifinale a Barcellona per gli americani, che affrontano la Lituania guidata da  Marciulionis e Sabonis. Il punteggio è un imbarazzante 127 a 75.
21 punti per Michael Jordan, 8 rimbalzi per David Robinson e 8 assist per Magic Johnson.
La finale è contro la Croazia, stato indipendente a causa della separazione della Yugoslavia, guidata da Drazen Petrovic, che ha già fatto vedere qualcosa del suo incredibile talento dall’altra parte dell’oceano e da un giovane Toni Kukoc. Su quest’ultimo viene applicata una difesa serratissima da parte di Scottie Pippen e Michael Jordan che lo mettono in estrema difficoltà.
117-85 il risultato finale tra USA e Croazia.
22 punti per Jordan e solita distribuzione omogenea tra gli americani.
Medaglia d’oro per gli Stati Uniti, che si sono ripresi la vetta del Basket mondiale, non solo vincendo, ma dominando.
Barkley fu il massimo realizzatore della squadra con 18 punti di media, Magic e Jordan chiusero rispettivamente a 8 e 15 di media.


BASEBALL
A livello di Baseball, furono solo 5 le edizioni ai giochi olimpici: 1992, 1996, 2000, 2005 e 2008.
Invece la storia dei mondiali è ben più vecchia e risalente al 1938 sino al 2011.
Poi il mondiale si è giocato in simultanea (anche se non nello stesso anno) al World Baseball Classic nato nel 2006 ed è stato mandato in pensione (e sostituito) dal 2011 in poi.
Per quanto riguarda il mondiale gli Stati Uniti persero le inaugurali World Series amatoriali del 1938 il primo titolo risale al 1973, seguito da quello del 1974).
In totale furono quattro gli oro (1973, 1974, 2007, 2009 ).
Un po' come per il Basket, anche qui gli USA erano rappresentati da giocatori dei college, mentre Cuba utilizzava i suoi migliori giocatori.
Nel 2007 e 2009 iniziarono a schierare giocatori delle Minors League, la stessa cosa successe con le olimpiadi dal 2000 in poi.
Invece i giocatori pro quindi della MLB si sono visti solo nel 2006 con il World Baseball Classic (sostituì il mondiale ma sostanzialmente si tratta di una competizione ad invito, in base al prestigio delle nazionali, senza tornei di qualificazione).
Qui, a differenza del Basket, la vittoria degli USA non può mai essere scontata visto che squadre come Cuba, Porto Rico, Venezuela, Messico (più Giappone) hanno roster pieni di giocatori MLB.
Il 17 gennaio 2006, gli Stati Uniti annunciarono il loro elenco provvisorio di 60 giocatori.
Poi i 28 definitivi tutti della MLB (tra gli altri Joe Nathan, Derek Jeter, Alex Rodriguez, Matt Holliday, Mark Teixeira, Chase Utley).
Il fatto che 4 Yankees siano stati selezionati per la squadra infastidì il proprietario George Steinbrenner, che si oppose al WBC che si teneva nel bel mezzo dello Spring Training al punto in cui nel complesso della sua squadra a Tampa, in Florida, pubblicò un cartello per scusarsi della loro assenza deridendo il torneo.
Nonostante una sorprendente sconfitta con il Canada, gli Stati Uniti passarono al secondo turno tramite tiebreaker. Tuttavia, le sconfitte al secondo turno contro la Corea del Sud e il Messico permisero al Giappone di avanzare sugli americani attraverso il tiebreak.
Nel 2009 arrivarono al quarto posto, dopo aver perso nel girone contro il Venezuela per 5-3 e nel secondo turno per addirittura 11-1 contro Porto Rico.
Il match decisivo per le semifinali fu proprio contro Porto Rico, con questi avanti per 5-3 al 9 ° inning e con i singoli di Shane Victorino, Brian Roberts e di David Wright che permise agli USA di ribaltare la partita e vincere 5-6.
Poi verranno sconfitti 9-4 in semifinale contro il Giappone.
Nel roster c'erano: Roy Oswalt, Derek Jeter, Evam Longoria, Dustin Pedroia, Jimmi Rollins, David Wright, Curtis Granderson, Ryan Braun, Shane Victorino).
Quattro anni dopo (2013) fu invece Porto Rico a battere ed eliminare la squadra americana 4-3 (che nel girone era stata battuta anche dal Messico).
Americano che convocarono Eric Hosmer, Jimmy Rollins, Derek Holland, Glen Perkins, Craig Kimbrel, Adam Jones, Giancarlo Stanton, Jonathan Lucroy, Gio Gonzalez.
Nel 2017 invece, sconfiggendo il Giappone per 2-1 arrivarono per la prima volta in finale. Nella finale del 22 marzo, affrontarono ancora una volta Porto Rico, battendolo 8-0 e conquistando il primo titolo mondiale di WBC. Dopo la conclusione del torneo, Eric Hosmer, Christian Yelich e Marcus Stroman vennero nominati nella squadra All World Baseball Classic 2017.
Il roster americano comprendeva anche all stars come Chris Archer, David Robertson, Buster Posey, Jonathan Lucroy, Alex Bregman, Paul Goldschmidt, Daniel Murphy, Adam Jones, Matt Carpenter, Nolan Arenado, Ian Kinsler, Giancarlo Stanton, Andrew McCutchen, Christian Yelich.


HOCKEY
Per quanto riguarda l'Hockey, il discorso fatto per il Baseball, si accentua maggiormente.
Storicamente è sempre stato il quarto sport americano dopo Baseball, Football Americano e Basket.
L'Hockey è invece sport nazionale in Canada.
Per questi motivi, nel palmaras americano figurano solo due ori mondiali, vinti nel 1933 e nel 1960 (si trattava delle olimpiadi invernali) e due ori olimpici, vinti nel 1960 e nel 1980.
In particolare il torneo olimpico del 1980 a Lake Placid è considerato uno dei più grandi successi ottenuti dallo sport americano in generale, tale da essere ricordato come il "Miracolo sul ghiaccio": una squadra formata da dilettanti, universitari e qualche professionista (senza grande esperienza) riuscì nell'impresa di sconfiggere i fortissimi avversari dell'Unione Sovietica, aggiudicandosi l'oro.
Quel 22 febbraio del 1980, dalle parti di Lake Placid c’era chi credeva nei miracoli.
Erano gli USA, che come da tradizione si erano presentati con una squadra composta in toto da dilettanti e universitari. Una squadra giovane, scapestrata, che poteva far affidamento solo ed esclusivamente su un tifo di casa che, in tempi di piena Guerra Fredda, sentiva l’identità nazionale come mai prima di allora.
Contro l'URSS in fase di preparazione avevano perso 10-3 però il girone era stato ben giocato con un gioco fisico e duro (batterono anche la forte Cecoslovacchia).
Finale fu quindi.

New York Times: "A meno che il ghiaccio non si sciolga, o a meno che la squadra americana non compia un miracolo, ci si attende che i russi vincano la medaglia d’oro per la sesta volta negli ultimi sette tornei"

Dopo un match fatto di rimonte e ribaltamenti di fronte, gli USA vinsero 4 a 3: e miracolo biblico fu. Un miracolo sportivo che venne rappresentato anche su pellicola, con i film Miracle On Ice nel 1981 e Miracle nel 2004 con un grande Kurt Russell.
Rimase nella storia anche la frase celeberrima pronunciata dal telecronista della ABC Al Micheals negli ultimi 5 secondi della sfida contro l’ URSS: "Do You Believe In Miracles? Yes!"
Quella del 1960 è invece nota come il "Miracolo dimenticato".
Sino al 2002, prima che la NHL, mettesse una pausa, gli USA avevano giocato sempre con dilettanti/collegiali (le altre nazionali con professionisti).
Nello stesso anno gli Stati Uniti ottennero una medaglia d'argento alle Olimpiadi invernali del 2002 con un roster che includeva le star della NHL Adam Deadmarsh, Chris Drury, Brian Rafalski e Brian Rolston.
Sebbene la squadra olimpica del 2006 abbia concluso con un deludente ottavo posto, si trattava di una squadra di transizione, con giovani giocatori della NHL come Rick DiPietro, John-Michael Liles e Jordan Leopold.
Quella del 2010 era composta da giocatori giovani (e future stelle NHL) come David Backes, Dustin Brown, Jack Johnson, Patrick Kane, Phil Kessel, Zach Parise, Joe Pavelski, Bobby Ryan, Paul Stastny e Ryan Suter.
Dopo aver battuto la Finlandia per 6–1, gli Stati Uniti si giocarono la medaglia d'oro, perdendo 3-2 contro il Canada all'overtime. Questa partita venne vista da circa 27,6 milioni di famiglie statunitensi. Questa è stata la partita di Hockey più seguita in America dal 1980 "Miracle on Ice", incluse Stanley Cup e NHL Winter Classic.
L'NHL però dal 2018 ha vietato a tutte le nazionali di invitare qualsiasi giocatore che deteneva sotto contratto. La squadra americana ha avuto un particolare svantaggio, poiché oltre il 31% dei giocatori della NHL sono americani (a confronto, solo il 4,1% sono russi). Di conseguenza, gli Stati Uniti fecero una squadra in fretta e furia con alcuni che giocavano in Europa.
Il torneo venne vinto dalla Russia, potendo schierare giocatori della KHL (con ex NHL del calibro di Pavel Datsyuk, Ilya Kovalchuk e Vyacheslav Voynov).


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martedì 26 dicembre 2017

Le Più Grandi Rivalità Degli Sport Americani (MLB, NFL, NBA, NHL ed NCAA)

In quest'articolo vedremo le principali rivalità (storiche e non) nei quattro sport americani per antonomasia: MLB, NFL, NBA e NHL.
Particolare occhio di riguardo anche per college quindi NCAA.


BASEBALL MLB
Boston Red Sox v New York Yankees
Boston Red Sox v Tampa Bay Rays
Texas Rangers v Houston Astros
Los Angels Angels Of Anaheim v Texas Rangers
New York Mets v Philadelphia Phillies
New York Mets v Atlanta Braves
Chicago Cubs v St.Louis Cardinals
Chicago Cubs v Milwaukee Brewers
Chicago Cubs v Chicago White Sox
Baltimore Orioles v Washington Nationals
Cincinnati Reds v Cleveland Indians
Kansas City Royals v St.Louis Cardinals
Los Angels Angels Of Anaheim v Los Angeles Dodgers
New York Yankees v New York Mets
Oakland Athletics v San Francisco Giants
Miami Marlins v Tampa Bay Rays
San Francisco Giants v Los Angeles Dodgers
Cincinnati Reds v Los Angeles Dodgers
New York Yankees v Los Angeles Dodgers
Philadelphia Phillies v Pittsburgh Pirates
Philadelphia Phillies v Oakland Athletics
Brooklyn Dodgers v New York Giants
Toronto Blues Jays v Montreal Expos


BASEBALL COLLEGE
Mississippi State v LSU
Auburn v Tennessee
Florida v Florida State
Miami v Florida State
USC v Clemson


FOOTBALL NFL
Green Bay Packers v Chicago Bears
San Francisco 49ers v Dallas Cowboys
San Francisco 49ers v Seattle Seahawks
New York Giants v Philadelphia Eagles
Pittsburgh Steelers v Baltimore Ravens
Baltimore Ravens v New England Patriots
Indianapolis Colts v New England Patriots
New England Patriots v New York Jets
Carolina Panthers v New Orleans Saints
Tennessee Titans v Houston Texans
Washington Redskins v Philadelphia Eagles
Washington Redskins v Dallas Cowboys


FOOTBALL NCAA
Ohio State v Michigan
Clemson v Florida State
Alabama v Auburn
Oklahoma v Oklahoma State
Oklahoma v Texas
Wiscosin v Minnesota
Iowa v Minnesota
USC v Notredame
Stanford v California
Oregon Ducks v Oregon State


BASKET NBA
Los Angeles Lakers v Boston Celtics
Philadelphia 76ers v Boston Celtics
Miami Heat v Chicago Bulls
New York Knicks v Indiana Pacers
New York Knicks v New Jersey Nets
New York Knicks v Chicago Bulls
Orlando Pacers v Detroit Pistons
Detroit Pistons v Boston Celtics
Detroit Pistons v Chicago Bulls
Golden State Warriors v Los Angeles Clippers
Sacramento Kings v Los Angeles Lakers
Phoenix Suns v Los Angeles Lakers
Los Angeles Lakers v San Antonio Spurs
San Antonio Spurs v Dallas Mavericks


BASKET NCAA
UConn v Syracuse
Stanford v Cal
Iowa v Iowa State
Illinois v Missouri
Kansas v Missouri
Villanova v La Salle
Indiana v Kentucky
Michigan v Michigan State
Duke v Maryland
Michigan v Ohio State
Syracuse v Georgetown
Kentucky v Florida
Indiana v Purdue
Georgetown v Villanova
UCLA v Arizona
Louisville v Kentucky
Duke v North Caroline
Kansas v Kansas State


HOCKEY NHL
Ottawa Senators v Toronto Maple Leafs
Boston Bruins v Buffalo Sabres
Boston Bruins v Montreal Canadiens
Detroit Red Wings v Toronto Maple Leafs
Detroit Red Wings v Anaheim Ducks
Detroit Red Wings v Colorado Avalanche
Detroit Red Wings v St.Louis Blues
Montreal Canadiens v Ottawa Senators
New Jersey Devils v New York Rangers
New Jersey Devils v Philadelphia Flyers
New York Islanders v New York Rangers
Pittsburgh Penguins v Columbus Blue Jackets
Boston Bruins v New York Rangers
Detroit Red Wings v Pittsburgh Penguins
Chicago Blackhawks v Nashville Predators
Chicago Blackhawks v St.Louis Blues
Chicago Blackhawks v Los Angeles Kings
Chicago Blackhawks v Detroit Red Wings
Chicago Blackhawks v Minnesota North Stars
Anaheim Ducks v San Jose Sharks
Edmonton Oilers v Calgary Flames
Edmonton Oilers v Los Angeles Kings
Edmonton Oilers v Winnipeg Jets
Calgary Flames v Winnipeg Jets
San Josè Sharks v Los Angeles Kings
Anaheim v Los Angeles Kings
Vancouver Canucks v Calgary Flames


HOCKEY COLLEGE
Boston College v Boston University
Alaska-Anchorage v Alaska-Fairbanks
Michigan Tech v Northern Michigan
Clarkson v St.Lawrence
Maine v New Hampshire
Minnesota v North Dakota
Cornell v Harvard
Colorado College v Denver
Michigan v Michigan State
Minnesota v Wisconsin


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sabato 19 agosto 2017

I Villanova Wildcats, I 2 Titoli Vinti e I Fantasmi Nel Campus (NCAA)

I Villanova Wildcats competono nel Basket universitario (NCAA) dal 1920.
Sono stati campioni nazionali nel 1985 e nel 2016.
Fanno parte della Big East Conference (vinto 8 volte) e del Philadelphia Big Five (serie di 5 college della Pennsylvania) che hanno vinto 25 volte.


FANTASMI NEL CAMPUS
Giocano nel "The Pavilion" che può contenere 6.500 spettatori.
Campus di Villanova, molto particolare tra l'altro.
Si dice che siano ben tre i siti infestati da fantasmi nel campus dell'università di Villanova: l'Alumni Hall, St.Mary's Hall e Dundale.
Fantasmi di ex pazienti che sono stati curati lì durante la guerra civile e la prima guerra mondiale quando il college ospitava i pazienti nell'Alumni Hall (si dice che vaghino in quelle stanze).
Il personale e la facoltà hanno riferito di aver ascoltato una voce di una donna chiamata per nome tra le 17:15 e le 17:30 anche se nessuno era lì.
Al St. Mary's Hall, un tempo usato come convento, si diceva che una suora si fosse impiccata.
I genitori che lavorano lì hanno segnalato delle strane musiche e rumori.
Nella dimora di Dundale si dice che ci siano fantasmi che accendono e spengono luci.


THE PERFECT GAME
Tornando alla squadra, riuscirono a vincere il campionato NCAA del 1985 qualificandosi come ottavi (più basso seeding di tutti i tempi a vincere un titolo).
La finale contro Georgetown, tra l'altro, viene indicata come "The Perfect Game" perchè chiusero con un'impressionante 78,6% dal campo.


THE PERFECT ENDING
Anche il campionato NCAA vinto nel 2016 (secondo), è molto particolare.
Contro Oklahoma provarono a ripetere quanto visto nel 1985: chiusero con il 71% e con un parziale di 53-23 nel secondo tempo (per 44 punti di scarto finali, mai nelle final four si era assistito ad uno scarto del genere).
Per il resto: 0 stelle ma grande difesa ed intensità, oltre che ad un gioco impressionante di squadra.
Cioè ben organizzato, grazie a coach Jay Wright.
La finale invece contro North Carolina è stata definita "The Perfect Ending" ed è stata l'unica finale della storia ad essere stata decisa con un tiro da 3 allo scadere (quando ormai i supplementari erano cosa fatta).
Una bomba di Kris Jenkins per il definitivo 77-74.
I Wildcats hanno avuto in mano l'ultimo pallone con pochi secondi da giocare, poco dopo il pareggio che Marcus Paige aveva regalato ai Tar Heels (capaci di recuperare 10 punti nei 5 minuti finali).
Ma il tiro allo scadere di Jenkins è andato a segno senza che ci fosse più il tempo, per North Carolina, per tentare il recupero.



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giovedì 22 giugno 2017

Dabo Swinney e Le Metodologie Usate A Clemson (Football NCAA)

L'università di Football di Clemson ha un record di 28-2 nelle ultime 2 stagioni (14-1 e 14-1), annate che non capitano tutti i giorni.
In generale un complessivo 89-28.
Il merito è sicuramente del manager Dabo Swinney, esatto contrario di allenatori autoritari come Urban Meyer e Nick Saban (i più vincenti degli ultimi 10 anni).
Swinney ha portato Clemson due volte alla finale nazionale e 1 titolo (nel 2016 sconfiggendo la "sua" Alabama).
Immagine irriverente e provocatoria, grazie al suo "Nae Nae" (balletto Hip Hop, esibito davanti ai suoi giocatori e alle TV nazionali).
Prima di ogni partita guarda un film con la sua squadra (gli altri invece, generalmente, studiano l'avversario) trovando una morale per il giorno dopo.
Nel suo centro sportivo ha fatto mettere tre TV da 70 pollici per giocare ai videogame, un campo di minigolf, una sala di realtà virtuale, un campo da Beach Volley, uno per il Basket, due corsie per giocare a Bowling, due tavoli da Ping Pong e uno scivolo per scendere dal primo piano al pian terreno (in alternativa alle canoniche scale).
Il divertimento non manca di certo a Clemson e come detto in apertura nemmeno gli ottimi risultati.
Del resto il Football Universitario è, si, un piccolo business ma anche divertimento.
Swinne nacque nel 1969 in Alabama, venne soprannominato in seguito "Dabo" perchè il fratello lo chiamava "That Boy" (la pronuncia in Alabama è simile a "Dabo").
Grazie al padre conosce il Football ed Alabama di cui divenne tifoso.
Al liceo, la sua famiglia medio-borghese finisce in bancarotta e il padre, sommerso dai debiti (250mila dollari), inizia a bere.
La madre chiede il divorzio e la famiglia si sfascia, madre e Swinney cominciano a vagare come vagabondi tra un motel e l'altro.
Nel 1988 s'iscrive all'Università dell'Alabama e prova a giocare a football ma non è molto portato: lo presero come ricevitore nella squadra che simula gli schemi avversari.
L'anno successivo però non gli rinnovano la sovvenzione per studenti disagiati e non sa come pagare le tasse universitarie sino a che, misteriosamente, non trova una carta di credito con 1.000 dollari nella sua casella postale.
Finì poi in squadra grazie ad infortuni e l'allenatore gli diede una borsa di studio: "Non era dotato di talento ma aveva un grande cuore".
Nel 1992 vinse il titolo nazionale e poi divenne assistente.
Nel 2000 venne licenziato insieme a tutto lo staff ma 3 anni dopo, Tommy Boyden, gli offrì di allenare i ricevitori dei Clemson Tigers.
Nel 2008 lo sostituì come Head Coach, poi i record citati prima sono cosa nota.
Così come i metodi di "allenamento".
Oggi guadagna quasi 6 milioni di euro l'anno.




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mercoledì 5 aprile 2017

I Notre Dame Fighting Irish e Lo Scandalo Di Manti Te'o (Football NCAA)

Quello che North Caroline e Duke sono per il Basket NCAA, Notre Dame lo è per il Football.
Si tratta dell'Università Cattolica americana per eccellenza.
Il loro stadio Notre Dame Stadium è una vera e propria cattedrale ed è sito nel campus.
Costruito nel 1930, può ora contenere 80.795 spettatori e registra il tutto esaurito dal 1966 (240 match) con la sola eccezione di un match nel Giorno del Ringraziamento con Air Force nel 1973, in quanto in quell’occasione la data della partita fu modificata per andare incontro alle esigenze della TV e fu giocata con gli studenti assenti dal campus.
Il clima leggendario che aleggia su questo stadio si alimenta anche da altri dati del tipo: 25 stagioni senza sconfitte in casa, un ruolino di marcia che recita 276 vittorie, 80 sconfitte e 5 pareggi.
Ci giocano i Fighting Irish.
13 sono i titoli nazionali vinti dai Fighting Irish.
Tutti i loro incontri casalinghi sono trasmessi dalla NBC tramite il pacchetto Notre Dame Football on NBC sin dal 1991: Notre Dame è l'unica università ad aver stipulato un proprio contratto televisivo nazionale che le ha permesso di rifiutare l'invito da parte della Big Ten per unirsi alla conference, oltre che di essere l'unico programma indipendente nell'ambito della coalizione BCS.
La prima partita venne disputata nel 1887.
Da quest'università uscì Alan Page (Minnesota Vikings), Joe Mentana (San Francisco 49ers), Nick Buoniconti (Miami Dolphins), Dave Casper (Oakland Raiders).



TRADIZIONI
Non è però solo lo stadio a regalare quel senso di storia che si rinnova ogni settimana, ci sono anche altri particolari come: la banda che suona l’Alma Mater nella Cappella dell’Università il giorno prima della partita ed il giorno della gara stessa.
I giocatori che lasciano la Cappella a piedi per andare allo stadio accompagnati da due file di tifosi.
Si esce dallo spogliatoio con quel blu sul pavimento per immettersi in un piccolo corridoio con delle scale che portano in basso e sulla parete sopra queste compare una scritta blu su campo giallo: “Play Like A Champion Today".
Ogni giocatore, scendendo le scale, tocca la scritta a suo modo.
C'è anche la tradizione, da parte degli studenti, di fare sollevamenti usando come pesi un altro tifoso in occasione di ogni touchdown.
Inoltre alcuni studenti erano incaricati di dipingere con dell’oro a 24 carati i caschi dei giocatori prima di ogni partita così da riproporre il colore della Cappella del Duomo di Notre Dame.
Sfortunatamente questa tradizione è scomparsa dal novembre del 2011 in occasione della prima partita in serale dal 1990 contro USC: i caschi continuano ad essere ricoperti con una patina d’oro a 24 carati, ma non vengono più dipinti dagli studenti dell’Università.


LO SCANDALO DI MANTI TE'O
Molto scioccante, fu per i cattolici americani la storia di Manti Te’o, la star della squadra di football di Notre Dame appunto.
La storia riguarda la fidanzata di Manti Te’o, di nome Lennay Kekua, morta dopo una malattia.
All’inizio del mese di gennaio 2013, è stato scoperto che la fidanzata era immaginaria, e che il tutto era un’operazione mediatica per amplificare le gesta atletico-spirituali dello studente di Notre Dame (ovvero per giustificarne le scarse prestazioni: Notre Dame ha perso da Alabama malamente, 42-14, nella finale giocata il 7 gennaio).
I programmi sportivi delle università americani valgono svariati milioni di dollari in ogni università (non solo a Notre Dame), anche se gli atleti non vengono pagati ma solo “incoraggiati” negli studi, fino a quando alcuni di essi non vengono chiamati da società di football professionistico.
Notre Dame è quindi corsa in soccorso del suo atleta, con una conferenza stampa che tentava di coprire gli aspetti oscuri della vicenda e di giurare sulla buona fede di Manti Te’o.
A questo proposito, si ricorda il caso di Lizzy Seeberg, studentessa del Saint Mary’s College, l’università femminile che si affaccia su Notre Dame (dall’altra parte del viale).
Lizzy Seeberg nel 2010 si era suicidata dopo essere stata oggetto di accuse e minacce per aver accusato di stupro uno studente-giocatore della squadra di football di Notre Dame.
Come ha sintetizzato un articolo del Washington Post, la cattolica University Of Notre Dame ha tenuto una conferenza stampa per Lennay Kekua, una ragazza morta che non è mai esistita, ma nel 2010 non aveva mai risposto (tanto meno con una conferenza stampa) alla cultura del gender che circondava il suicidio di Lizzy Seeberg, colpevole di aver accusato la cultura machista che regna sul campus di Notre Dame, in particolare negli ambienti sportivi.
La stampa nazionale ha ripreso la storia di Manti Te’o e ha subito fatto il paragone col trattamento ricevuto da Lizzy Seeberg e dalla famiglia della ragazza.
Dietro al mito degli “Irishmen” del football a Notre Dame c’è un lato oscuro che ha a che fare con la storia del cattolicesimo americano, quello degli irlandesi di umili origini, che negli anni a metà del secolo XX provò il proprio riscatto sul campo di gioco contro i protestanti di Harvard e Yale.
Il cattolicesimo americano è ancora in buona parte una subcultura, con i suoi circoli chiusi, le sue elite irlandesi, e i suoi segreti non più segreti.
Uno di questi segreti è una cultura del gender e dell’identità sessuale: una cultura ancorata ad un modello di rapporti uomo-donna tipici degli anni 30/40/50.


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sabato 11 marzo 2017

Duke, Giocatori ed Università Più Odiata D'America? Ecco I Motivi (Basket NCAA)

Insieme alla squadra di Football di Notre Dame, sicuramente Duke è l'università più odiata in America.
Sono innumerevoli le t-shirt con su scritto "Duke sucks" o ancora "respira se odi Duke", non si contano i manifesti "perchè odiamo Duke", i gruppi "I Hate Duke" su Facebook si sprecano e poi ancora "Grayson Allen Sucks", "Hate Grayson Allen" (è un giocatore).
Il motivo di tanto odio, non è l'università in sè, ma la squadra di Basket NCAA.
Forse perchè il programma di coach Mike Krzyzewski è il più vincente da quando la NCAA è diventata a 64 squadre (1985): 5 titoli, 4 secondi posti, 12 volte alle Final Four, .755 di W alla March Madness.
Tutta l'America, eccetto Durham, sono contro Duke.
Si spera che la propria squadra vada avanti il più possibile e che Duke venga eliminata il prima possibile.
I tifosi sono chiamati Cameron Crazies e sono altrettanto odiati (c'è ad esempio Crazy Towel Guy pittoresco tifoso dei Blue Devils che suona la carica del Cameron Indoor Stadium facendo roteare i suoi asciugamani), così come la voce TV Dick Vitale soprannominato Dukie V.
Gli arbitri sono accusati di fischiare sempre a loro favore (ma questo capita con tutte le squadre che vincono ed indipendentemente dallo sport in questione).
Ad esempio il giornalista Will Blythe è nato a Chapel Hill, crescendo orgogliosamente nell’odio per i Blue Devils poi si è trasferito a New York City ma non ha dimenticato le proprie abitudini di voler veder perdere Duke a tutti i costi.
Talmente l'odio, le prese in giro e le critiche che nel 2004, a causa di un arbitraggio scandaloso, Duke viene buttato fuori contro UConn.


LA RIVALITA' CONTRO NORTH CAROLINE
8 miglia è distanza che separa Chapel Hill da Durham.
Le due cittadine sono famose per ospitare due università, North Carolina e Duke appunto.
Le due università hanno come detto dato i natali a due gran belle squadre di basket, i North Carolina Tar Heels e i Duke Blue Devils.
Famose per il colore delle loro maglie: celesti le prime, blu le seconde.
E per una rivalità sportiva in America senza pari o quasi.
“Eight miles and two shades of blue”, è la frase che racchiude tutto: “Otto miglia e due tonalità di blu”, quello più chiaro dei Tar Heels e quello più scuro dei Blue Devils.
E siccome la rivalità è tremenda, intensa, quasi maniacale, restare semplici spettatori disinteressati è quasi impossibile.
Lo scrittore Will Blythe ne faceva una questione di passo.
Un uomo di Duke passeggia per la strada come se il mondo fosse suo.
Un uomo di North Carolina cammina come se non gliene importasse nulla.
L’Università di North Carolina (UNC) è statale (la maggiorparte degli iscritti è del posto, qualche anno fa però uno scandalo ha messo in luce dei corsi fantasma seguiti dagli studenti atleti), mentre Duke è privata e piena di figli di ricchi della East Coast (cioè vengono da fuori), pronti a sborsare fior di quattrini perché i loro figli possano iscriversi.
North Caroline è un'università storica avendo sul groppone più di 2 secoli, Duke invece è il nuovo che avanza (fondata negli anni 20 del 1900).
Dai Tar Heel, tanto per intenderci, è uscito Michael Jordan, James Worthy (super campione dei Lakers di Magic Johnson e Kareem Abdul-Jabbar) e Vince Carter (forse il miglior schiacciatore di sempre), Bobby Jones e Bob McAdoo e menti del gioco come Dean Smith (a cui è da anni intitolato il palazzo dove giocano i Tar Heels, nonostante lui sia tuttora in vita), Doug Moe, Billy Cunningham e George Karl.


INDAGINI E GIOCATORI ODIATI DI DUKE
Tornando a parlare di Duke, si ricorda l'indagine di Grantland quando fece un tabellone/classifica estrapolando 8 giocatori degli anni 80, 8 dei 90, 8 dei 2000 e 8 di Duke per determinare il giocatore più odiato della storia.
Il bimensile Complex ha diramato la lista della top 10 bianchi più odiati e la top 20 dei giocatori di Duke più odiati.
Ai primi due posti: J.J.Redick (2002-2006) e Christian Laettner (1988-1992)
J.J. Redick oggi ai Clippers bianco, cattivo ed antipatico, amato da mezza America e odiato dall'altra.
"Gli chiedevamo, dove vuoi andare all'università?"
E lui "A Duke".
"E la seconda scelta? "A Duke".
È titolare dal primo anno, segna 15 punti a partita. I liberi li tira col 91%. È il 2003: il torneo della Atlantic Coast Conference è trionfale: Duke anzitutto batte la rivale North Caroline in semifinale.
Le due università si detestano come detto.
JJ viene spesso preso da parte da coach K. "Troppe feste, ragazzo, cambia vita se vuoi diventare un campione".
È sovrappeso.
Guarda le foto delle superiori JJ, e se ne accorge pure lui. La notte mangia da Bojangles.
E fa "compagnia" ai compagni di stanza che fumano mariujana, quando la polizia li becca e ha qualcosa da ridire.
Lui "controllava le mail". Perdonato.
Redick crede in coach K. Quello tra lui e Duke è il matrimonio dei sogni, non può buttare via tutto. Coach K gli farà una sorpresa tanti anni dopo quando con un volo privato, si presenterà proprio al matrimonio di JJ 5 ore prima, per bere un bicchiere di vino, fare gli auguri.
Clay Travis di Cbs Sport lo definisce: "Il giocatore più odiato d'America".
Gli studenti di Maryland diffondono il suo numero di cellulare: i tifosi delle altre scuole lo chiamano, e non per complimentarsi.
Perché lui segna e poi fa vedere le 3 dita: un'altra tripla in faccia, ragazzi.
In America lo chiamano smirk. Il ghigno. Segna, e parte automatico.
I Cameron Crazies, i suoi tifosi, i più pazzi d'America, si innamorano ogni secondo di più: "JJ is better", urlano forte. Il resto del mondo lo detesta. Nascono siti internet contro di lui.
Gli insultano in coro la sorella di 12 anni.
Lui ricorda, anni dopo, al sito Grantland: "Ero un coglione, ma ero insicuro, volevo farmi vedere intoccabile".
In seguito viene scelto al draft alla 11, dagli Orlando Magic.
E vede così premiata la scelta di non lasciare Duke prima del tempo. Di laurearsi.
Senza rinunciare ai soldi.
Christian Laettner tanto per intenderci fu colui che calpestò il petto di Amuni Timberlake (ala di Kentucky) durante un quarto di finale del 1992 (i Blue Devils vinsero alla sirena proprio con un canestro di Laettner).
Fu tra i più grandi giocatori di college di tutti i tempi (battè diversi record), al punto che venne convocato nel Dream Team USA nel 1992 (suscitando però diverse critiche, in quanto furono lasciate a casa diverse stelle NBA che avrebbero potuto prendere il suo posto).
Anche la sua carriera in NBA fu buona, almeno sino a fine anni 90.
Poi nel 2003 la sospensione per doping.
In seguito tentò di acquistare i Memphis Grizzlies, non ci riuscì ed ebbe anche qualche problema legale.
Oggi invece c'è Grayson Allen che tra febbraio e dicembre 2016 è stato protagonista per aver messo 3 sgambetti intenzionali nei confronti di altrettanti avversari.
Allen arrivava in questa stagione dopo una super annata, gli occhi NBA erano tutti su di lui, vacillò nel periodo del draft, ma Coach K e tutto il sistema Duke lo fecero restare ancora per una stagione con la reale possibilità di poter vincere il tanto sognato titolo NCAA.
L’inizio di stagione se pur carico di aspettative non è stato pari alla sua fama, peggiorato praticamente in tutte le sue statistiche ha dato spesso segni di insofferenza, come se volesse finire la stagione il prima possibile, a dicembre 2016 c'è finalmente riuscito.
Sul finire del primo tempo nel match poi vinto contro Elon...Grayson, preso da un raptus di follia, commette un fallo che ci sta ma poi scalcia Steven Santa Ana facendolo cadere: fallo e scenata isterica in panchina.
Grayson come detto non è nuovo a queste scorrettezze, stando alle statistiche dell’NCAA è il 3° sgambetto negli ultimi due anni, già lo scorso anno in più di una occasione era stato graziato prima dalla stampa e poi da Coach K e vuoi un po’ per ancora la poca attenzione mediatica, un po’ per la mano morbida del coach si era sempre passati sopra a questi fatti negativi.
Questa volta però le cose sono andate in modo diverso, non solo perchè recidivo ma anche perch'è l’attenzione su Allen è massima, candidato a giocatore dell’anno, vero leader di Duke e con un piede già in NBA
I vari media subito si sono schierati contro Allen e come si sa la potenza mediatica fa miracoli e cosi coach K ha preso la giusta decisione di sospendere Allen a tempo indeterminato, perché prima di tutto gli allenatori del college sono degli educatori.


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domenica 24 aprile 2016

Lo Scandalo Di Penn State: Jerry Sandusky e Joe Paterno (NCAA)

Siamo a Penn State, Pennsylvania.
C'era una volta un college-modello dove, si tramandava che valori, studio e sport, erano davvero un tutt'uno.
In particolare nel Football Americano, perchè dire Penn State significava automaticamente richiamare la figura del leggendario coach Joe Paterno e, assieme, tanti record e successi con i Nittany Lions.
Ma in quel college si celava una mostruosità inenarrabile: infatti l'allenatore dei linebacker, Jerry Sandusky, aveva abusato di minorenni senza che nessuno lo denunciasse.
Neppure Joe Paterno o i vertici dell'università che, secondo le indagini, sapevano.
E fecero finta di niente.
Per non rovinare il "nome" dell'Università.


L'INIZIO DELLO SCANDALO (2002)
Tutto inizia nel marzo 2002, quando Mike McQueary, uno degli assistenti di Joe Paterno (coach di Penn State), entra nello spogliatoio della squadra per lasciare un paio di scarpe nel suo armadietto.
E’ sera tardi. Nello spogliatoio non dovrebbe esserci nessuno.
C'è però una luce ed una doccia accesa.
Attraverso la porta, chiusa, arriva il rumore di acqua e di strani gemiti.
Mike apre la porta e infila la testa nella sala.
Sotto una doccia c’è Jerry Sandusky, altro allenatore della squadra, che abusa sessualmente di un bambino di 10 anni.
Mike McQueary, che a all’epoca ha 28 anni, non va dalla polizia a denunciare il fatto.
Si rivolge invece proprio a Joe Paterno, raccontandogli quanto ha visto.
Nemmeno Paterno va dalla polizia, ma avverte dell’accaduto il direttore atletico dell’università, che a sua volta si rivolge al vice-presidente di Penn.
Passano settimane e la notizia si sparge sino ai vertici dell’università.
Sandusky non è nuovo a episodi e denunce di questo tipo.
Nel passato era stato beccato a fare la doccia nudo con un bambino di 11 anni.
In un’altra occasione, un guardiano lo aveva visto fare sesso orale con un altro bambino.
Alla fine i rettori dell’università prendono la loro decisione.
A Sandusky viene ritirata la chiave degli spogliatoi e gli viene proibito di entrare negli spazi dell’università con minorenni.
L’uomo non viene denunciato alla polizia.
Anzi, rimane vicino alla squadra, tanto da farsi vedere regolarmente alle partite di Penn State, salutato con calore da Paterno e dagli altri dirigenti sportivi.


CASO RIAPERTO: ARRESTI E LICENZIAMENTI
Nel 2008, però, l’ufficio del Procuratore dello stato della Pennsylvania comincia a indagare su Sandusky.
Sono almeno 15 le denunce nei suoi confronti, sempre relative ad atti sessuali e violenze con minori.
Nel corso dell’inchiesta, viene fuori anche la vecchia storia dello spogliatoio.
Scoppia lo scandalo, cui i vertici di Penn cercano di rispondere in qualche modo, licenziando dopo settimane di polemiche il presidente dell’università e Paterno: siamo nel 2011.
Per entrambi la colpa è quella di non aver denunciato alla polizia Jerry Sandusky, assistente di Paterno dal 1977 al 1999 e arrestato con l'accusa di aver abusato di almeno 20 bambini tra il 1994 e il 2009.
Secondo il gran giurì, gli assalti ebbero luogo:
1) Nel seminterrato di Sandusky
2) In una delle scuole superiori della vittima
3) Nella macchina di Sandusky
4) Nel Lasch Football University Park
5) Nel Toftrees Golf Resort And Conference Center
6) Negli spogliatoi
7) I una stanza d'albergo in Texas

Per Joe si trattò della fine umiliante di una carriera iniziata più di 60 anni fa.
Paterno, figlio di immigrati italiani, l’uomo che amava porsi come “guida morale” per i suoi ragazzi, diventato uno degli sportivi più ricchi d’America, voleva restare alla guida della squadra sino alla fine della stagione.
Lo scandalo invece risucchiò la sua carriera e, presumibilmente, anche il suo onore.


LE RIVOLTE STUDENTESCHE
Conseguentemente al licenziamento di Graham Spanier (presidenti dell'Università) e di Joe Paterno (allora 84enne) scoppiarono scontri e proteste per le strade di College State, sede dell’università della Pennsylvania.
Gli studenti si ammassarono davanti agli uffici dell’amministrazione, inneggiando a Joe Paterno.
Poi iniziarono a distruggere tutto quello che trovavano a portata di mano: segnaletica stradale, bidoni dell’immondizia, semafori.
Il camioncino di una stazione televisiva venne ribaltato e distrutto.
Molti di loro con il volto coperto con passamontagna.
Questi incidenti di Penn State University vennero etichettati come l’episodio più grave degli ultimi anni per quanto riguarda rivolte studentesche.


LE REAZIONI DI JOE PATERNO
"Non sono più il coach della squadra di football ed è qualcosa a cui devo abituarmi" disse Joe Paterno alle migliaia di studenti radunatesi sotto casa sua.
Perché Paterno sino a poco prima del licenziamento era Penn State come si sarà capito, visti i due nomi indissolubilmente legati fin dal 1950, quando l'allora 23enne arrivò a State College per fare l'assistant coach dopo quattro anni da giocatore alla Brown University.
Paterno nel campus conosce la moglie Susan, con cui ha 5 figli e dona milioni di dollari all'università nel corso degli anni.
Dal 1966 diventa head coach e trasforma un programma senza storia in un'istituzione del Football universitario americano: in 46 stagioni vince 409 partite, più di tutti nell'olimpo del college football, conquista due titoli nazionali (1982 e 1986), 37 apparizioni ai Bowl con 24 vittorie, appena 7 stagioni con un record negativo.
Paterno appena qualche giorno prima aveva annunciato l'intenzione di ritirarsi a fine stagione "perché il mio obiettivo è stato sempre quello di fare gli interessi della mia università. E questa è una tragedia, uno dei più grandi dispiaceri della mia vita. Con il senno di poi, avrei voluto fare di più".
Poi era andato all'allenamento, come sempre, ed era scoppiato in lacrime annunciando la decisione ai suoi giocatori.
Voleva andarsene a modo suo JoePa, portando a termine l'ennesima stagione vincente (Penn State ha vinto 8 gare su 9 quest'anno), magari con l'ennesima vittoria in un Bowl.
Ma il Board Of Trustees non glielo ha permesso e nella partita successa contro Nebraska, per la prima volta dopo 61 anni, Penn State affrontò una partita di football senza Joe Paterno nello staff tecnico.


LE SANZIONI, L'ARRESTO DI SANDUSKY E LA MORTE DI PATERNO
Da lì in poi sarà una rovinosa caduta, per tutti.
Penn State colpita ed affondata da sanzioni economiche e agonistiche inflitte dalla NCAA.
Paterno prima allontanato con la sua statua vicino al Beaver Stadium abbattuta e nascosta in uno scantinato, evidentemente non più orgoglio ma vergogna per la nuova dirigenza del college.
Sandusky condannato a trascorrere il resto della sua vita dietro le sbarre (442 anni di carcere) dove, però, nonostante prove schiaccianti, continuò a negare (definito durante il processo come "predatore sessuale pedofilo").

Massimo Manca (giocatore di Penn State degli anni 80): “Le indagini dicono che JoePa sapeva di Jerry e lo coprì. Ecco, sinceramente, non posso crederci. Ho conosciuto Joe, era un coach e un essere umano fantastico. Io e gli altri che siamo stati suoi allievi lo difendiamo, non possiamo farne a meno. 
Non era il tipo da girarsi dall’altra parte. Io e gli altri ex compagni abbiamo passato notti in bianco a riflettere sulle conclusioni del dossier Freeh. E molti di noi sono arrivati a un punto: forse JoePa non comprese di quale orrore si fosse macchiato Jerry; forse, a livello subconscio, si rifiutò di capire, forse…ma se lo avesse capito, ne sono certo, non avrebbe coperto Jerry”.
Invece Jerry Sandusky era il bravo allenatore dei linebackers, gli volevano tutti bene, era affabile, tecnico, disponibile, molto presente. 
Insomma, insospettabile. Almeno, per quello che ricordo io durante il mio periodo a Penn State. 
Non me lo sarei mai aspettato. 
Ma ho seguito anche in TV le fasi del processo a suo carico: ho visto giovani che allora erano ragazzini piangere mentre ricordavano cosa avevano subito da Jerry. Da brividi. 
Vite segnate, per sempre. Inaccettabile. 
E devo, davanti a tutto questo, dire che non ci sono dubbi: Jerry non era quello che pensavamo noi al tempo, oppure, nella migliore delle ipotesi, è cambiato, terribilmente in peggio negli anni. 
Sì, non ci sono dubbi, Jerry ha compiuto atti orribili e va condannato senza sconti. 
Il processo e il verdetto sono stati limpidi”.

Per Penn State arrivò anche una multa di 60 milioni di dollari, che equivale al fatturato medio annuo lordo del programma di Football.
Questi soldi furono versati in un fondo per i programmi contro gli abusi sessuali sui minori o per assistere le vittime di questi abusi e non possono essere utilizzati per finanziare tali programmi presso l'università.
Le sanzioni per Penn State inclusero anche una squalifica di quattro anni e la revoca di tutti i titoli vinti dal 1998 al 2011 (e quindi 111 partite vinte).
Giocatori Free Agent e liberi di accasarsi altrove.
Joe Paterno invece, morì all'eta' di 85 anni a gennaio 2012, per un tumore.


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mercoledì 13 aprile 2016

Lo Scandalo Scommesse Di Boston College (NCAA 1978)

Il 1978-1979 passò alla storia come uno dei punti più bassi del basket NCAA.
Boston College fu coinvolto in uno clamoroso scandalo scommesse.
Infatti figure della malavita organizzata reclutarono alcuni giocatori del Boston College Eagles affinchè non vincessero con un dato margine (Point Spread) o perdessero con un Handicap maggiore di quello proposto, permettendo quindi anche ai giocatori di piazzare scommesse sulla propria squadra e vincere.
Fu forse il più grande scandalo a livello di Basket americano, uno più o meno simile vedrà coinvolto in NBA, nei primi anni del 2000, l'arbitro Tim Donaghy.


IL PIANO E I CONTATTI CON CRIMINALI E CLAN MAFIOSI
Lo schema fu messo a punto, a Pittsburgh, da Rocco Perla e suo fratello Tony durante l'estate del 1978.
I fratelli Perla intravidero un grossa opportunità per guadagnare un sacco di soldi.
In seguito reclutarono anche Rick Kuhn.
Kuhn, un amico di scuola superiore di Rocco Perla, stava frequentando il suo ultimo anno al Boston College e si aspettava di diventare un giocatore chiave della squadra di Basket 1978-79 degli Eagles.
Loro due, insieme con Kuhn, avrebbero selezionato alcune partite di Boston College dove l'handicap proposto dai bookmakers era abbastanza elevato.
Il giocatore Kuhn invece avrebbe avuto il compito di garantire che Boston College non superasse l'handicap proposto.
Ad esempio se i bookmakers davano favorito Boston College di 7 punti in una data partita, Kuhn sarebbe stato pagato un bonus (di solito $ 2.500), se Boston College avesse vinto per meno di 7 punti. Inoltre lui scommise anche sulla sua squadra per raddoppiare i guadagni.
Portò nel giro anche il suo compagno di squadra Jim Sweeney.
Rocco e Tony Perla contattarono Paul Mazzei, che era noto per avere influenza all'interno d'importanti circoli di gioco d'azzardo di New York.
Mazzei a sua volta contattò Henry Hill, un noto criminale di New York.
Hill avrebbe ottenuto il sostegno del suo socio, James Burke ( "Jimmy The Gent"), per finanziare i pagamenti ai giocatori.
Hill e Burke entrarono nel giro dopo l'approvazione del clan criminale Lucchese con a capo Paul Vario.
Questa combriccola avrebbe anche garantito una sorte di protezione nel caso in cui i bookmakers ignari delle varie combine, assoldassero teppisti ed altra gente poco raccomandabile, una volta scoperto di essere stati truffati.
Burke, attraverso Hill, avrebbe fornito i soldi per pagare i giocatori, inoltrando poi il denaro a Pittsburgh a Paul Mazzei che, a sua volta, l'avrebbe inviato ai fratelli Perla (che pagavano i giocatori).
Burke propose ad Hill di volare a Boston il 16 novembre 1978 per incontrare Mazzei, Tony Perla, Kuhn e qualsiasi membro di Boston College interessato alla combine.
La gang con i due giocatori Kuhn e Sweeney trovò l'accordo, ora rimaneva da decidere solo quali partite truccare.


LA PRIMA FIXED SALTA
La prima partita scelta fu quella contro Providence che andò in scena il 6 dicembre 1978 e Boston College era favorito di 6 punti.
Kuhn e soci si auspicavano che il punteggio finale vedesse vincente Boston con un'handicap minore di 6 punti.
La prima combine saltò perchè Boston vinse di 19 punti.
Infuriati per la perdita della giocata (e quindi dei soldi), la cospirazione dei fratelli Perla, Mazzei, Burke ed Hill decisero di reclutare altri giocatori di Boston College per migliorare il controllo sul risultato.
Ci furono contatti con Ernie Cobb, il miglior realizzatore della squadra, ma non è mai stato dimostrato se Cobb accettò di collaborare o meno.
Burke incaricò Hill di avvertire i giocatori di stare un po' più attenti e di mantenere le promesse fatte perché "non si può giocare a Basket con le braccia spezzate".


SECONDO MATCH CONTRO HARVARD
Il 16 dicembre la gang scelse come seconda partita quella che vedeva contrapposto Boston con Harvard.
Boston College era favorito di 12/13 punti, ma vinse con un margine di soli 3 punti, 86-83.
I truffatori furono molto contenti di questo risultato e a Kuhn venne dato il denaro da distribuire ai giocatori coinvolti.


SFAVORITI CONTRO UCLA E RHODE ISLAND
La terza partita scelta fu contro UCLA, dove i Bruins, erano dati favoriti tra 15 e 18 punti.
Boston perse di 22 punti, 103-81.
Quindi anche questa combine andò a segnò.
Andò invece male il match contro Rhode Island: Boston era sfavorito di 15.
Avrebbero dovuto perdere con uno scarto maggiore ma persero solo di 13.


CAMBIO DI STRATEGIA CONTRO UCONN
Sospettando che alcuni bookmaker iniziassero a sospettare qualcosa per le grosse puntate registrate, i cospiratori temporaneamente cambiarono la loro strategia dopo la partita contro UCLA,
Per fugare ogni sospetto decisero di scommettere su Boston College vincente con un'handicap maggiore di quello proposto dai bookmakers.
Ovviamente scelsero una partita in cui erano abbastanza sicuri che Boston College avesse vinto facilmente.
I cospiratori scelsero il match del 17 gennaio contro Connecticut.
La loro strategia fu efficace: Boston, era dato vincente di 5, vinsero di 10 punti: 90-80.
Ovviamente non si trattava di un match fixed (gli avversari non sapevano niente ed ovviamente Boston diede il massimo, giocando al suo meglio, per coprire appunto l'handicap) ma semplicemente di un modo per evitare che gli scarti fossero sempre minori rispetto a quanto stabilito dai bookmakers.
Finì con un nulla di fatto il match del 20 febbraio contro Holy Cross: dati favoriti di 2, l'handicap finale fu proprio una vittoria di 2 punti.


I DUE MATCH A NEW YORK
Ai primi di febbraio, Boston College doveva giocare contro due squadre di New York, Fordham e St. John's.
I cospiratori reintrodussero la strategia originale e si rivelò vincente contro Fordham sfavoriti di 10, persero di 7 punti, 71-64.
Contro St.John's anche qui nulla di fatto: squadra di NY favorita di 9, vinse giusto di 9 contro Boston.
Scommesse a rimborso.


L'ULTIMA COMBINE SALTATA
I truffatori intravidero buone opportunità di guadagno nel rematch contro Holy Cross.
Holy Cross era dato favorito di 7 e, in linea con lo schema, i cospiratori scommisero su Holy Cross vincenti di oltre 7 punti.
Holy Cross vinse solo di 2 punti: 98-96 (Ernie Cobb segnò 8 punti nell'ultimo minuto portando le due squadre vicino nel punteggio e facendo perdere una notevole quantità di denaro ai truffatori).
Burke, perse 50.000 dollari sulla partita e disse che per lui la storia finiva qui.
Boston College chiuse la sua stagione 1978-1979 con un record di 22-9.
Non è chiaro quanti soldi sono stati pagati ai giocatori coinvolti nello scandalo.
Secondo voci oltre 250.000 dollari.


L'ARRESTO DI HILL PER SPACCIO DI DROGA E RAPINA
Lo scandalo fu scoperto comunque di lì a poco: precisamente nel 1980, quando Hill venne arrestato e incriminato dalle autorità di New York con l'accusa di traffico di droga e, successivamente, implicato nella rapina Lufthansa.
Hill collaborò con le forze dell'ordine affinchè gli riducessero la pena, cercando però di fuggire il più lontano possibile dalla famiglia Lucchese.
Interrogato su questi crimini, Hill inavvertitamente rivelò che aveva recentemente partecipato a varie combine che avevano coinvolto la squadra di basket del Boston College e varie figure della malavita. Hill promise di confessare tutto, se i funzionari federali gli avessero garantire la piena immunità e lo scagionamento da ogni accusa (comprese quelle inerenti i traffici di droga).


I PROCESSI
Il gran giurì incriminò Burke, Mazzei, Kuhn, Rocco Perla e Tony Perla sulla base della testimonianza resa da Hill.
Hill venne incriminato come co-cospiratore ma non venne chiamato in causa
Al processo, nel 1981, oltre alla testimonianza di Hill, c'era anche quella di altri tre testimoni: James Sweeney e Joseph Beaulieu (entrambi i giocatori Boston College) e Barbara Reed (un'infermiere di 23 anni che ai tempi viveva con Kuhn).
Infine, il governo presentò come prove delle registrazioni telefoniche che mostrarono i vari accordi tra i cospiratori durante la stagione 1978-1979 ed altre prove fornite da Western Union e da vari alberghi in cui la gang alloggiava.
Dopo un processo di quattro settimane, ogni cospiratore venne condannato con l'accusa di estorsione e cospirazione.
Burke venne condannato a 20 anni di reclusione.
Kuhn a 10 anni di carcere, poi ridotti a 28 mesi.
Mazzei e Tony Perla condannati a 10 anni di reclusione, Rocco Perla a 4 anni.
Sweeney fu scagionato.
Riguardo Ernie Cobb,lL'FBI non aveva abbastanza prove per sostenere accuse contro di lui, nonostante la ricezione di 1.000 dollari in una busta (inviati da Kuhn).


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sabato 21 novembre 2015

Lo Scandalo Dei Louisville Cardinals: Escort Nel Campus (NCAA)

Lo scandalo che in questi mesi ha colpito i Louisville Cardinals, squadra di Basket NCAA allenata da Rick Pitino, non è cosa da poco.
Anche perchè la cosa si allarga all'università di Louisville tutta.
Parliamo inoltre di un'università che ha vinto il titolo di basket NCAA tre volte (1980, 1986, 2013) e in totale con oltre il 60% di vittorie.
Il team venne fondato addirittura nel 1911.


ESCORT NEL CAMPUS PER INVOGLIARE GLI STUDENTI A SCEGLIERE L'UNIVERSITA'
Ebbene i Cardinals sono finiti al centro di un grosso scandalo nell'ultimo mese e mezzo.
Un´indagine della NCAA, infatti, avrebbe evidenziato un giro di escort pagate per fare sesso con i giocatori della squadra e anche con i ragazzi che venivano a visitare il campus prima di prendere la decisione definitiva sul proprio futuro.
Questo, secondo l'accusa, serviva ad invogliare gli studenti a scegliere l'università.
Secondo le fonti, l´artefice sarebbe un ex membro dello staff di Louisville, Andre McGee, che avrebbe organizzato degli incontri intimi fra delle escort e i giocatori.
McGee lasciò la squadra nel 2014 per accasarsi nel Missouri con Kansas City.
Le accuse "sarebbero" avvalorate da testimonianze giornalistiche, foto e messaggi e si mormora che il tutto sia partito da una telefonata del dipartimento sportivo dell´università dell´Indiana.
Pitino si è detto sorpreso ed ha cercato lui stesso di condurre delle indagini interne al suo staff: nessuno ha parlato né sapeva alcunché di queste accuse.
Con le indagini tutt'ora in corso l´unico coinvolto sarebbe appunto McGee.
Poi, naturalmente, ne soffrirebbe la reputazione di Louisville e degli uomini di fiducia di Rick Pitino, che per ora non può far altro che rimanere in attesa di ulteriori sviluppi.
I fatti evidenziati dall´indagine sono, essenzialmente, i seguenti: per un periodo di circa quattro anni, una donna di nome Katina Powell portava con sé altre donne all´interno della Billy Minardi Hall, l´area del campus dove vivono i giocatori della squadra di Basket, per intrattenere i giocatori o le reclute dietro pagamento di denaro.
La Powell ha inoltre affermato che alcune delle ragazze, tra le quali c´erano anche le sue figlie, avevano occasionalmente dei rapporti sessuali con i giocatori, dietro il pagamento di un extra, che era trattato dallo stesso McGee, direttore del programma sportivo.
Rick Pitino, coach di Louisville, si è detto devastato da questa notizia: "Dire che sono avvilito o deluso sarebbe altamente riduttivo, sono completamente devastato. Questa storia mi sta spezzando il cuore".
Secondo la Powell però "come faceva Pitino a non sapere che nel campus girassero escort, alcool e si organizzassero feste di questo tipo la sera?".
Sarebbero stati pagati 10.000 dollari per 22 show.


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domenica 28 giugno 2015

Lo Scandalo Dei Match Truccati: City College (1950/51)

Nel 1950, il City College compì forse la più grande impresa nella storia del basket, vincendo vari titoli collegiali.
Un anno dopo il procuratore distrettuale Frank Hogan incriminò per "fixing" (match truccati) diversi giocatori da quattro college di New York, tra cui City College.
Le altre scuole incriminate di New York furono Manhattan College, New York University e Long Island University.
Lo scandalo si allargò a sette scuole e a 32 giocatori di tutto il paese.


FIXING MATCH
Il tutto iniziò il ​​17 gennaio 1951, quando Henry Poppe e Jack Byrnes ex di Manhattan college e tre fixers: Cornelious Kelleher e i fratelli Benjamin e Irving Schwartzberg, che erano bookmakers e criminali pregiudicati, furono accusati di corruzione e cospirazione per aver violato la sezione 382 del codice penale(il disegno di legge approvato dal legislatore di New York nel 1945, che stabilì come illegale il tentativo di corrompere un partecipante di un evento sportivo, amatoriale o professionale).
Poppe e Byrnes in realtà "aveva fatto affari" con Kelleher nella stagione 1949-50 ed avevano ricevuto 50 dollari a settimana durante la prima parte di stagione di quell'anno, più 3.000 dollari per assicurarsi la sconfitta di 1 punto di Manhattan contro Siene, Santa Clara e Bradley al Madison Square Garden.
Gli stessi avrebbero ricevuto un supplemento di 2.000 dollari ciascuno per perdere di oltre 1 punto nei match contro San Francesco College Of Brooklyn e New York University.
Kellogg rifiutò un'offerta di 1.000 dollari dal suo ex compagno di squadra, Hank Poppe.
Poppe chiese a Kellogg di ripensarci e suggerì un incontro tre giorni dopo, tuttavia il 14 gennaio Kellogg prontamente segnalò l'offerta ricevuta da Poppe al suo allenatore Ken Norton, che informò il fratello Bonventure Thomas, presidente di Manhattan College, che appoggiò l'idea di andare alla polizia.
La polizia incaricò Kellogg di accettare l'offerta di Poppe per vedere l'evoluzione dei fatti.
L'incontrò avvenne in un parcheggio a Manhattan, i due poi si spostarono in un bar vicino al campus a Broadway 242 Street.
Kellogg accettò l'offerta e chiese a Poppe cosa avrebbe dovuto fare.
Venne istruito riguardo i vari errori che avrebbe dovuto commettere (ed ammonito di non commettere errori troppo plateali).
Poppe a bordo campo, prima della partita, disse a Kellogg che Manhattan era stata data favorita di 10 punti, lui doveva fare in modo che vincessero con un'handicap inferiore.
Manhattan vinse di tre, 62-59, come voluto da Kellogg.
L'incontro tra Kellogg e Poppe sarebbe dovuto essere al bar di Gilhooley sulla 8th Avenue vicino al giardino, dove Poppe avrebbe dovuto saldare il suo "debito".
Poppe, sorvegliato dalla polizia, non si presentò ma venne arrestato nella sua casa del Queens alle 3 del mattino.
Fu comunque cooperativo e collaborò con le forze dell'ordine, invece Byrnes(altro suo complice) venne arrestato due ore dopo.
Venne incolpato anche l'arbitro Sol Levy, complice dell'ex giocatore Eddie Gard, fu sospeso per aver indirizzato sei partite NBA nel 1950.


LO SCANDALO SI ALLARGA
Il vero putiferio scoppiò il 18 febbraio 1951 quando i giocatori Ed Warner, Ed Romani e Al Roth furono arrestati con l'accusa di corruzione a Penn Station(New York), dopo il ritorno da Philadelphia, dove batterono Temple City 95-71.
Alla fine, il procuratore distrettuale Frank Hogan arrestò 32 giocatori provenienti da sette scuole che "aggiustarono" 86 partite tra il 1947 e il 1950.
Due giorni dopo (20 febbraio), Sherman White , LeRoy Smith e Adolph Bigos di LIU furono arrestati per aver accettato tangenti.
Il giorno precedente, White era stato nominato "Giocatore dell'Anno" da The Sporting News.
Anche Norman Mager, Irwin Dambrot e Herbert Cohen furono implicati nella faccenda.
La partita LIU-Cincinnati prevista per il ​​22 febbraio presso il Garden venne annullata ma il match CCNY-Lafayette venne comunque giocato con NY vincente 67-48.
Floyd Layne, che segnò 19 punti contro Lafayette, venne arrestato il 27 febbraio.
Un mese dopo (26 marzo), vennero arrestati gli ultimi giocatori rimasti di City College: Irwin Dambrot, Norman Mager e Herb Cohen.
Il 30 marzo, l'ex giocatore di LIU Louis Lipman venne arrestato per violazione del codice penale.
Eli Klukofsky, alias Eli Kaye, venne incolpato il 28 aprile per aver corrotto i giocatori di City College nella stagione 1949-1950.
Hogan arrestò Klukofsky il 20 luglio (oltre ai giocatori di City College, riuscì a corrompere anche quelli di Toledo Università: Bill Waller, Carlo Muzi, Bob McDonald e Jack Freeman per match di 2 e 3 anni prima).
Due giorni più tardi, Jackie Goldsmith, ex stella LIU, venne anche egli arrestato.
Goldsmith ha avuto un ruolo attivo nel truccare le partite di LIU nelle stagioni che precedono la stagione 1950/51 ed è stato anche coinvolto con la Manhattan College nei match fixed che coinvolgevano Byrnes e Poppe nello stesso periodo.
Il 24 luglio 1951, i giocatori Gene Melchiorre, Bill Mann, Bud Grover, Aaron Preece e Jim Kelly ammisero di aver preso tangenti contro Oregon State a Chicago.
Nei primi di ottobre, Melchiorre, Mann e Chianakos vennero dichiarati colpevoli e ricevettero 3 anni di carcere (Melchiorre era stato scelto anche nel draft NBA, ovviamente fu impossibilitato perchè ricevette una squalifica a vita).
Il 20 ottobre Hogan arrestò a Kentucky i cestisti Ralph Barba, Alex Groza e Dale Barnstable per aver accettato 500 dollari di tangenti contro Loyola in un match giocato al Madison Square Garden nel 1949.
Il giudice Streit li rilasciò con la condizionale rimettendoli in libertà vigilata a tempo indeterminato ma gli venne impedito di partecipare a competizioni sportive per 3 anni.
Anche il commissario NBA Maurice Podoloff sospese il trio.
Sicuramente questo fu uno dei più grandi scandali di match truccati che coinvolse la pallacanestro collegiale.


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