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giovedì 17 giugno 2021

La Finale Più Ricca? Quella Della Championship Inglese!

Qualcuno potrebbe credere che la finale di Champions League sia quella più prestigiosa e ricca, in realtà non è sicuramente la più ricca perchè quella che è andata in scena, lo stesso giorno, 5 ore prima, ormai da anni, fornisce maggiori premi in denaro. Di quale stiamo parlando? Della finale dei playoff di Championship che sancisce la squadra che verrà promossa nella futura Premier League (ha questo format dal 1987).
Chi vince la Champions League intasca 120 milioni di dollari, invece chi vince la finale di Championship 157 milioni (e si aggiungono 83 milioni se l'anno successivo arriva almeno al quart'ultimo posto, evitando la retrocessione).
A fare la differenza sono: la quota televisiva interna (40 milioni nel 2019), l'introito commerciale (5,7 milioni), la vendita dei diritti televisivi all'estero (50 milioni) e i passaggi televisivi in diretta.
Inoltre la seconda divisione inglese figura addirittura al sesto posto, tra tutti i campionati europei, come valore medio delle quotazioni delle rose: 1,26 miliardi di euro.
La FA ha concordato con le varie emittenti televisive la distribuzione dei diritti televisivi per il triennio 2017-2019, e quello successivo, che arriverà fino al 2022, sarà di poco inferiore; l’accordo firmato ha portato al mercato inglese tre miliardi di sterline, di cui solo 1,8 percepito dalla retribuzione interna cioè da emittenti locali. Il sistema televisivo consiste nella vendita di pacchetti di partite di cui alcune non trasmissibili live. Con questo programma l’aumento economico del calcio inglese ha subito una notevole spinta, e il totale che la Premier League incassa ogni anno viene distribuita secondo un sistema parzialmente paritario. I due terzi della somma vengono suddivisi equamente fra tutti e venti i club partecipanti, mentre il restante viene distribuito in rapporto al piazzamento finale e agli anticipi e posticipi giocati. 
Se un club riesce a stabilizzarsi in Premier League per almeno due stagioni dopo la promozione, il totale dell’incasso, fra bonus della Lega e ricavi televisivi, arriva a 355 milioni di euro. Inoltre, in Inghilterra persiste da diverse stagioni un sistema di paracadute economico per le squadre che retrocedono. Se un club torna in Championship dopo una sola stagione nella massima categoria gli vengono riconosciuti quasi 48 milioni di euro, mentre alla seconda stagione senza promozione, quindi sempre in cadetteria, il corrisposto è di 40 milioni. Questo perché l’obbiettivo della Lega è quello di tenere sempre alto il livello competitivo dei club.
Questo sistema è stato ideato affinché le squadre che salgono in Premier League da un torneo come la seconda categoria possano costruire formazioni competitive per il primo campionato inglese, e quindi, alzare il loro livello. 


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venerdì 4 giugno 2021

Allenatori Britannici Che Hanno Allenato In Italia, Spagna, Germania

In questi articoli avevamo già parlato degli Allenatori Britannici Vincitori Di Coppe Europee e dei Migliori Manager Britannici Che Hanno Allenato All'Esteroin questo invece vedremo quelli che hanno allenato e vinto campionati nei maggiori campionati europei: Liga, Serie A, Bundesliga, Ligue1 ed Eredivisie.

ALLENATORI INGLESI NELLA LIGA
Fred Pentland (2 campionati vinti: 1930 e 1931)
Robert Firth (1 campionato vinto: 1933)
William Garbutt (1 campionato vinto: 1936)
Jack Greenwell
James Bellamy
Harry Lowe
Randolph Galloway
Harry Bagge
Mike Keeping
Ronnie Allen
Vic Buckingham
Terry Venables (1 campionato vinto: 1985)
Howard Kendall
Ron Atkinson
John Mortimore
Colin Addison
Bobby Robson
Gary Neville
Tony Adams


ALLENATORI SCOZZESI NELLA LIGA
Jock Wallace Jr
Richard Atkinson
David Moyes


ALLENATORI GALLESI NELLA LIGA
John Toshack (1 campionato vinto: 1990)


ALLENATORI IRLANDESI NELLA LIGA
Patrick O'Connell (1 campionato vinto: 1935)
Declan Brennan


ALLENATORI INGLESI IN SERIE A
William Garbutt (3 campionati vinti: 1915, 1923, 1924)
Leslie Lievesley (1 campionato vinto: 1949)
Jesse Carver (1 campionato vinto: 1950)
Herbert Burgess
Ted Crawford
Frank Soo
Alec Stock
Denis Neville
Bill Dodgin 
Roy Hodgson


ALLENATORI SCOZZESI IN SERIE A
Billy Aitken
William Chalmers


ALLENATORI GALLESI IN SERIE A
David Astley


ALLENATORI INGLESI IN BUNDESLIGA
Steve McClaren


ALLENATORI GALLES IN LIGUE 1
John Toshack


ALLENATORI INGLESI IN EREDIVISIE
Les Talbot (2 campionati vinti: 1953 e 1964)
Vic Buckingham (1 campionato vinto: 1960)
Keith Spurgeon
Gilbert Richmond
Rob McDonald
Ron Dellow
Jack Rowley
Denis Neville
Jack Mansell
Bobby Robson (2 campionati vinti: 1991 e 1992)
Steve McClaren (1 campionato vinto: 2010)
Alan Pardew


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lunedì 17 maggio 2021

Il Fallimento Della Superlega: Le Proteste Dei Tifosi Inglesi

"Non toglietemi le trasferte nel gelo di Stoke" (cartellone di un tifoso del Chelsea)

Il fallimento della Superlega è arrivato a distanza di soli 2 giorni dall’annuncio di quello che avrebbe dovuto rivoluzionare il calcio europeo (18 aprile 2021). 
Tutti i club inglesi sono usciti dal progetto: Manchester City, Manchester United, Chelsea, Tottenham, Liverpool e Arsenal. Le altre squadre erano Barcellona, Real Madrid, Atletico Madrid, Inter, Juventus e Milan.
Anche Inter, Barcellona ed Atletico Madrid avevano dubbi sulla nuova lega mentre le posizioni più ferree erano di Juventus e Real Madrid. Subito dopo il primo annuncio, non solo la UEFA insieme alla FIFA hanno dichiarato guerra alla Superlega ("chi aderisce, è fuori da tutto" con chiaro riferimento non solo alle coppe europee ma anche ai campionati nazionali), ma anche la politica ha fatto il suo corso. Il governo inglese di Boris Johnson ("i progetti di una superlega europea sarebbero molto dannosi per il calcio"), il presidente francese Emmanuel Macron, il premier italiano Mario Draghi e la Commissione europea si sono schierati tutti contro la Superlega, a favore delle tradizioni.
La reazione dei tifosi è stata anch’essa molto violenta. Non è piaciuta l’idea che l’accesso alla coppa europea più prestigiosa fosse automatico. Non solo un tradimento di una tradizione sportiva vecchia oltre 100 anni ma anche la mancanza di pathos dei match contro le "piccole" di ogni campionato.
Che ci fosse tanta improvvisazione lo conferma anche il mancato completamento delle 15 squadre che prevedeva il progetto originario (effettivamente erano solo 12). Con l’ansia di dover dare subito l’annuncio, la Superlega ha inviato gli inviti a Borussia Dortmund, Bayern Monaco e PSG che però hanno subito rifiutato.
Infatti l'idea era di un torneo a 20 squadre, con i 12 fondatori (più altri 3) sempre presenti e con 5 club invitati a rotazione. Il tutto era stato pensato per superare la crisi, accelerata dalla pandemia. Basti dire che 9 dei 12 club fondatori sono attualmente i club più indebitati al mondo.
Sarebbe dovuto essere un torneo parallelo alla Champions League, non alternativo alle leghe nazionali (che però avrebbero perso di significato) e in grado di porre rimedio ai bilanci sofferenti delle principali squadre d’Europa.
Immediata la reazione dell’UEFA e della FIFA, che hanno dichiarato inammissibile l’iniziativa, minacciando i giocatori di squadre della SL di partecipare a competizione con le loro nazionali. 
Sul sito "Forza Football" era stato effettuato un sondaggio e se era scontato il "No" del 95% dei sostenitori di altri club, anche tra i fans delle promotrici il dissenso è stato vistoso. Non vogliono la Superlega i tifosi di Arsenal (89%), Tottenham (88%), Manchester United (87%), Liverpool (86%), Atletico Madrid (84%), Chelsea (84%), Manchester City (78%), Barcellona (75%), Inter (73%), Milan (69%) e Real Madrid (61%). I soli favorevoli sarebbero i supporters della Juventus: i "No" sono in minoranza, al 48%.
C'erano state veementi proteste da parte di tifosi del Chelsea (diversi arresti) nella partita contro il Brighton rinviata di una mezz'ora con anche il bus del Chelsea bloccato (con Cech che grida "fateci passare, risolveremo tutto" e la risposta dei tifosi "No, fuck you").
Guardiola e Klopp si erano detti subito contrari. Nel frastuono generale il vicepresidente del Manchester United, Ed Woodward, per anni duramente contestato con la dirigenza americana dei Glazer, si dimette dopo che il capo della Uefa Ceferin lo bolla come un "tremendo bugiardo". 
Anche i tifosi di Liverpool ed Arsenal avevano appeso striscioni offensivi al di fuori di Anfield e dell'Emirates. 
A tarda sera lo stesso capitano del Liverpool, Jordan Henderson, dopo aver riunito tutti i suoi pari di Premier League, sgancia la bomba: "La Superleague non ci piace. E non la permetteremo. You'll never walk alone!". 


Dopo una fortissima reazione negativa sia di molti tifosi che di media e istituzioni, una dopo l’altra, a partire dal Manchester City e dal Manchester Utd, si sono quasi tutte sfilate dal progetto.
In seguito si sono sprecate le ironie sul progetto che aveva in Florentino Perez, presidente del Real Madrid, e Andrea Agnelli, sua controparte alla Juventus, i suoi principali ideatori e portavoce.
Probabilmente sono stati i diritti televisivi al centro della questione. Poche settimane dopo l’assegnazione a DAZN (che ha immediatamente dichiarato la sua estraneità alla Superlega, seguita da Amazon) dei diritti per la Serie A. Per la trasmissione delle partite di Champions League in Inghilterra, di gran lunga il mercato più ricco, BT Sportpaga 2,2 miliardi di dollari in tre anni, mentre DAZN ha pagato 3 miliardi per i diritti della Serie A (dal 2019, la Premier League ha stipulato un contratto di oltre 10 miliardi di euro per 3 anni!). Per molti, insomma, i soldi della Champions League sono pochi (2,4 miliardi di dollari l’anno) a fronte di quanto potrebbe fruttare la Superlega, che aveva già strappato un finanziamento da JP Morgan.
Gli strascichi sono comunque proseguiti il 2 maggio dove la partita tra Manchester Utd e Liverpool è stata rinviata a causa delle proteste dei tifosi del Manchester United nei confronti della famiglia Glazer, impedendo il regolare svolgimento del match: con invasioni di campo e bandierine del corner portate via.
Le squadre non sono nemmeno riuscite a raggiungere Old Trafford a causa dell'occupazione dello stadio da parte di alcuni tifosi della formazione di casa. I tifosi dei Red Devils hanno infatti dato seguito alle proteste nei confronti della famiglia Glazer, proprietaria del club, esplose in maniera definitiva dopo l'iscrizione del club alla Superlega. La manifestazione di circa 200 fans del Manchester United ha portato anche a scontri con la polizia (e a proteste davanti all'albergo che ospitava la squadra di Solskjaer).
Il calcio ha spesso insegnato che anche piccoli club o comunque non accreditati alla vigilia possono fare miracoli come il Leicester di Ranieri nel 2016 (non che quello di Brendan Rodgers stia facendo molto peggio, avendo conquistato anche la FA Cup domenica battendo il Chelsea) o il Nottingham Forest in grado di 1 vincere 1 solo campionato a fronte di ben due Coppe Campioni (1979 e 1980) sotto Brian Clough.
Del resto la storia del Nottingham Forest è proprio quella di aver rubato ai ricchi per dare ai poveri e non ricchi che protestano per diventare ancora più ricchi.


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sabato 8 maggio 2021

L'Ippodromo Royal Ascot: Corse, Scommesse, Tradizioni

Le origini degli sport equestri in Gran Bretagna risalgono al 1100, quando cavalli arabi (in realtà stalloni) furono portati per la prima volta nel Paese dai cavalieri inglesi di ritorno dalle crociate. Nei secoli seguenti, queste creature furono allevate con cavalli autoctoni, creando i purosangue che corrono negli ippodromi.
L’ippodromo di Ascot ha oltre 300 anni di storia e fu la Regina Anna ad istituirlo, in quanto grande amante di corse di cavalli ("Her Majesty's Plate"). Si chiama "Royal Ascot" perchè è vicino alla famiglia reale britannica. Alle gare estive è stato assegnato il titolo Reale nel 1911 e da allora Royal Ascot è diventato uno degli eventi sportivi più attesi dell’anno, noto non solo per le corse in sè, per le scommesse ma anche per tradizione, glamour e dress code. Si tratta senza dubbio dell’apice del calendario delle corse di cavalli britannico e la gara più ambita della nazione, con milioni di sterline di premi in palio.
L'evento si tiene di solito da aprile ad ottobre. Tuttavia appuntamenti di notevole importanza sono il "Royal Meeting" che si svolge a giugno mettendo in palio la "Champions League" e il "King George VII and Queen Elizabeth Stakes" che si corre a luglio.
In generale alle 14 di ogni giorno, per tutta la durata dell'evento, il corteo reale prende il via dal Golden Gates attraversando tutto il percorso fino al Parade Ring. 
La prima gara ha inizio alle 14.30, l'ultima alle 17.35. Al termine della giornata tutti i partecipanti (racegoers) sono invitati a festeggiare le vincite tra banchetti e musica.
Nel Royal Enclosure è quasi impossibile avere dei posti, in quanto occorre essere sponsorizzati da qualcuno presente al Royal Ascot da almeno 4 anni in questo specifico settore. Le donne devono indossare un vestito da cerimonia pomeridiano con cappello ma sono accettati anche capi alla moda. Per gli uomini si richiede di indossare un abito nero o grigio con pantaloni normali o a righe, un panciotto e un cappello a cilindro. L'ippodromo dista circa 11 km dal castello di Windsor.
Bet With Ascot invece è uno degli operatori di scommesse principali nell'ippodromo, gestito in collaborazione con Totepool. 
Ci sono diversi punti vendita di Bet With Ascot sparsi per il campo e i racegoers possono piazzare una scommessa e ritirare le vincite in qualsiasi banco di servizio. 



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venerdì 30 aprile 2021

Black Lives Matters? I Casi Brentford, QPR, Coventry e I Tifosi Del Millwall

Dopo che 1 anno e mezzo fa, il Bristol City disse che non avrebbe più buttato la palla fuori per avversari a terra, quest'anno ha fatto molto discutere la scelta sempre da parte di una squadra di Championship (il Brentford) di non inginocchiarsi durante il Black Lives Matters. Lo stesso Brentford già in passato aveva fatto parlare spesso di sè per l'uso della Sabermetrica e per il suo ex stadio, Griffin Park, che presentava quattro pub ogni angolo del campo (ora sta per essere demolito).
I giocatori del Brentford a febbraio decisero di non inginocchiarsi prima del calcio d’inizio della partita che ha visto di fronte la formazione londinese affrontare il Barnsley (vittoriosi per 0-2).
Sulla scia della morte di George Floyd negli Stati Uniti la maggio 2020, la Premier League e la Football League hanno deciso (un po' come in tutti gli sport) che i giocatori si sarebbero inginocchiati, come parte della campagna Black Lives Matter (contro il razzismo e la violenza delle forze dell'ordine contro i neri), prima del calcio d’inizio di ogni partita. Per una manciata di secondi. Il gesto è stato praticato per tutta la fine del 2020, ed è proseguito anche quest’anno. Con i vertici del calcio inglese che hanno adottato la campagna "No Room for Racism" anche per il 2020/21.
Ma il Brentford, negli istanti precedenti al calcio d’inizio della gara contro il Barnsley, ha deciso di non inginocchiarsi. 
Brentford: "Abbiamo partecipato attivamente all’iniziativa da giugno, come tutte le altre squadre del nostro campionato. Ma non crediamo che questo gesto abbia un impatto sulla lotta al razzismo. Crediamo di poter usare il nostro tempo e le nostre energie per promuovere l’uguaglianza razziale in altri modi. Come gruppo, siamo pienamente orgogliosi di diventare il club più inclusivo del Paese e guidare tutti verso l’uguaglianza con il banner #BeeTogeher". Abbiamo provato in prima persona abusi di stampo razzista e abbiamo assistito a commenti agghiaccianti fatti ad altri giocatori ieri e oggi. C’è una chiara necessità di continuare a spingere per porre fine a tutte le discriminazioni e, come giocatori, contribuiremo a fare questo al Brentford, sia nel calcio che nella società in generale. Il razzismo è esattamente l’opposto rispetto a ciò che difendiamo. Mostreremo il nostro impegno, ardore e dedizione per la solidarietà e l’uguaglianza dentro e fuori dal campo e supporteremo anche i nostri colleghi degli altri club che vorranno ancora inginocchiarsi prima delle partite"
Ancora prima, l'attaccante del Nottingham Forest (Lyle Taylor) si era rifiutato di inginocchiarsi prima delle partite, spiegando a gennaio i motivi.
Taylor ha affermato di non "sostenere ciecamente" la campagna Black Lives Matter e ha esortato le persone a guardare ciò che l'organizzazione rappresenta.
Lo scorso settembre, Les Ferdinand del Queens Park Rangers ha affermato che l'impatto di prendere la cosa "si è attenuato".
QPR e Coventry City non hanno eseguito il gesto a sostegno del movimento Black Lives Matter prima della loro partita di campionato lo scorso autunno.

Ferdinand: "Il messaggio è andato perduto. Ora non è dissimile da un hashtag di fantasia o un bel distintivo. Stare in ginocchio non porterà a un cambiamento nel gioco, solo le azioni lo faranno"

Sicuramente però il messaggio più brutto arrivò a dicembre 2020 dai tifosi del Millwall. Dopo mesi di stadi vuoti ed ologrammi sugli spalti, era stato consentito ai tifosi seppur in numero ristretto di tornare a sostenere i propri beniamini allo stadio. Doveva essere una festa e, invece, durante Millwall-Derby County sono partiti "boooo", fischi ed insulti quando tutti i giocatori e membri dello staff si sono inginocchiati per il Black Lives Matter.

Micah Richards alla BBC: "È una scena che mi spezza il cuore. Come hanno fatto questi tifosi ad essere ammessi alle partite? Ci sono 2000 persone, quindi puoi individuare chi è stato. Non ci sono scuse. Sono stufo da morire di parlare di questa situazione. Mi si spezza il cuore perché è come se avessimo fatto dei passi in avanti ma abbiamo ancora tanto da fare. Non mi piace nemmeno parlare di questo"

Dion Dublin: "Una minoranza dei tifosi del Millwall sta rovinando un club che sta andando nella giusta direzione contro l'Hooligalismo per cui ci hanno messo tanti anni per sradicarlo"

Alcuni gruppi di tifosi del Millwall hanno spiegato il gesto con il fatto che il BLM altro non è che un movimento politico di sinistra che in Inghilterra ispira odio per la stessa storia inglese, Churchill compreso.


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domenica 18 aprile 2021

La Storia Di Robbie Savage: Maglia Maldini, Graham Poll e Denuncia Alla FIFA

Robbie Savage, oggi rispettato opinionista della BBC, legò la sua carriera oltre a buone prestazioni anche a comportamenti antisportivi in campo e fuori.
Centrocampista gallese "box to box" con aggressività, dinamismo, personalità e talento. Cresciuto nelle giovanili del Manchester United, il biondo mediano veniva considerato uno dei migliori prospetti del calcio inglese degli anni 90. Con i Red Devils non riuscirà mai a esordire, chiuso da una concorrenza disumana nella sua zona del campo. Lo si ricorda soprattutto con Leicester, Birmingham, Blackburn e Derby County a fine carriera (si è ritirato nel 2011 all’età di 37 anni). Con la divisa della sua nazionale, invece, ha collezionato 39 presenze, condite con 2 gol. 
Sicuramente fu tra i maggiori collezionisti di cartellini gialli (deteneva il primato in Premier League, ben 89, prima di essere superato da Lee Bowyer e Kevin Davies).


LA MAGLIA DI MALDINI GETTATA A TERRA (1998)
La sua carriera, però, verrà ricordata soprattutto per alcuni episodi davvero controversi, imputabili al suo carattere difficile. Odiato dai tifosi avversari e fiero di esserlo, sboccato, a tratti poco corretto. 
Il 5 settembre 1998, l’Italia di Dino Zoff venne inserita nello stesso girone del Galles per la corsa ai campionati Europei del 2000. Proprio la prima gara in assoluto delle qualificazioni, vede la nazionale italiana sfidare Giggs e compagni in quel di Liverpool (Mark Hughes, Gary Speed, Dean Saunders, etc). La partita verrà vinta dall’Italia, 0-2 (non molto meritatamente ma questo è un altro discorso). 
In quella gara Robbie Savage non risulta in campo. Il motivo? Alla vigilia del match, che avrebbe dovuto giocare da titolare, il biondo centrocampista allora in forza al Leicester, presentandosi in sala stampa gettò la maglia dell'Italia a terra. 
Un giornalista, probabilmente per provocarlo, pensò bene di passargli una maglia di Paolo Maldini. Successivamente, domandò a Savage di indossarla in segno di rispetto verso l’avversario. La risposta del centrocampista? Prese la maglia azzurra, la gettò a terra lasciando stizzito la conferenza stampa!
Un vero e proprio putiferio, col calciatore accusato di antisportività e di mancanza di rispetto. Il CT Bobby Gould lo esclude dalla partita (anche se poi viene riammesso, giocando i minuti finali). Verrà comunque allontanato per le successive due partite, tornando tra i convocati solo il mese successivo. 


IL TUFFO CONTRO IL DERBY COUNTY (2001)
Mentre giocava sempre per il Leicester, nell'ultimo minuto di una partita di campionato contro il Derby County a Pride Park, Savage si tuffò in area di rigore. Al Leicester venne assegnato il rigore, poi realizzato, per la vittoria 2-3. Il tuffo sfacciato di Savage, il suo sguardo pieno di speranza all'arbitro e la sua esultanza aggressiva davanti ai tifosi di casa provocarono gravi insulti da parte dei tifosi di casa e Savage venne inseguito attraverso il campo dai giocatori furenti del Derby County, due dei quali ammoniti. 
I fan del Derby fischiarono, schernirono d insultarono regolarmente Savage ogni volta che giocava contro di loro, e quando divenne un loro giocatore nel gennaio 2008, venne sempre trattato con un misto di ostilità e indifferenza.


ENTRARE NEL BAGNO DELL'ARBITRO (2002)
Nel 2002, sempre in forza al Leicester, alla vigilia di una partita, mentre è intento a fare riscaldamento con i suoi compagni, è improvvisamente colpito da un attacco di dissenteria. Prova a resistere, ma le fitte allo stomaco sono micidiali e lo costringono all’opportuna ritirata. Corre disperatamente verso lo spogliatoio del club ma, per sua sfortuna, lo trova chiuso a chiave. In seguito trova una porta aperta, è quella dell’arbitro. In quel momento, il direttore di gara è ancora all’interno del suo spogliatoio assieme ai collaboratori (si trattava di Graham Poll). Savage, come da sua indole, non si fa alcun tipo di problema, usa il bagno, ha un dialogo sboccato e si pulisce addirittura le mani sul risvolto della giacchetta del quarto uomo Hedges. L’aneddoto è raccontato proprio da Poll nella sua biografia. 
Inoltre, avrebbe fatto il tutto lasciando la porta totalmente aperta.  A chiudere la fantastica performance, Savage pensò bene di scoppiare a ridere e di non tirare l’acqua, in modo da dimostrare agli arbitri il suo "trofeo". Non pago, prosegue a scherzare sull’episodio per tutta la durata del match. Poll, però, segnala l’accaduto alla federazione: 10 mila euro di multa per una diarrea. 


LA DENUNCIA VERSO LA FIFA (2004)
Nel 2004 il centrocampista è in campo, a Cardiff, con la maglia della sua nazionale in un incontro di qualificazione ai Mondiali tedeschi del 2006. Non si tratta di una partita qualunque ma di un derby tutto britannico con l’Irlanda del Nord (terminata 2-2). Arbitro della sfida l’italiano Domenico Messina. E’ una classica partita anglosassone, fatta di alti ritmi e grande intensità. I cartellini fioccano e Savage, ovviamente, non è da meno. Il centrocampista del Birmingham è sanzionato con un rosso da Messina dopo appena 9 minuti di gioco! A suo dire (ma anche della stampa locale) è una decisione folle dell’arbitro. Savage subisce un duro fallo da parte del nordirlandese Michael Hughes (subito espulso). Robbie trattiene prima Hughes per i pantaloni, poi si alza di scatto, probabilmente con l’intento di reagire, ma viene trattenuto dai compagni e spintonato dagli avversari. 
Il gesto, però, è male interpretato dall'arbitro italiano che lo caccia senza pensarci (effettivamente la decisione è molto severa). La direzione di Messina sarà caratterizzata da altre 2 espulsioni. La reazione di Savage è veemente. Il gallese stava già scontando 3 giornate di squalifica in Premier per una gomitata a Kezman e non ci sta. Si sente perseguitato e minaccia l’addio al calcio giocato. Ma Savage mette su una vera e propria causa legale nei confronti della FIFA per violazione dei diritti umani! Si affida ad un legale, Mel Goldberg. La richiesta minima è che la squalifica venga cancellata e che, così, gli venga permesso di giocare la successiva partita contro l’Inghilterra. Ovviamente Savage non ottiene nulla di ciò che voleva scontando la sua squalifica (è in quel periodo che abbandona la nazionale gallese).


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venerdì 9 aprile 2021

Phillip Adams e La Strage Di Rock Hill: 5 Morti (NFL)

Il killer della sparatoria avvenuta a Rock Hill (South Carolina), che ha visto la morte di 5 persone nella notte tra giovedì e venerdì, è stato un ex giocatore della NFL: il 33enne Phillip Adams, che si è suicidato dopo la strage. Adams era stato scelto nel draft 2010 dai San Francisco 49ers, poi un gran girovagare di squadre tra New England Patriots, Seattle Seahawks, Oakland Raiders, New York Jets ed Atlanta Falcons (ultima squadra nel 2015, prima del suo ritiro).
Adams in seguito si è tolto la vita con una pistola calibro 45, forse la stessa arma usata per la sparatoria: secondo le ricostruzioni della polizia, l'ex giocatore è entrato nell’abitazione del suo medico, il 70enne Robert Lesslie, ha aperto il fuoco contro il dottore e ha ucciso anche la moglie Barbara (69), i due nipoti, Adah e Noah, e un’altra persona che stava lavorando in casa. Pare che ci sia anche una sesta persona ferita gravemente e ricoverata in ospedale. 

Lo sceriffo: "Non c'è niente che abbia senso"

Adams giocò 78 partite nella NFL in cinque stagioni, subendo numerosi infortuni, tra cui una serie di commozioni cerebrali e una frattura alla caviglia sinistra, che ne avevano limitato la carriera.
A confermare la sparatoria, il padre Alonzo Adams. Un vicino avrebbe chiamato la Polizia, dopo aver sentito degli spari. Intorno alle 21:00 EDT, la polizia ha circondato la casa dei genitori di Adams. Hanno quindi trascorso diverse ore a negoziare con Adams e hanno inviato un robot per scansionare la casa. I genitori di Adams sono stati evacuati dalla casa e la polizia ha trovato Adams morto all'interno. La polizia ha trovato all'interno della casa sia una pistola calibro 45 che una pistola da 9 mm. 
Il medico rimasto ucciso Lesslie era un importante personalità locale che fondò due centri di assistenza. Aveva una rubrica medica settimanale per The Charlotte Observer ed era stato autore di libri di consulenza medica. Adams non aveva precedenti penali. Suo padre, Alonzo, ha suggerito che il Football potrebbe aver avuto un ruolo importante nella sparatoria affermando in un'intervista con WCNC-TV che quello sport "lo ha incasinato". Il presidente Joe Biden ha menzionato la sparatoria in un discorso inerente una riforma sull'uso delle armi l'8 aprile.


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