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domenica 2 giugno 2019

Tutte Le Caratteristiche e Velocità Medie Dei Circuiti (F1)

Scattato come ogni anno a marzo e da Melbourne (Australia) il campionato mondiale 2019 di Formula 1, vediamo le caratteristiche dei circuiti.
A difendere il titolo il penta-campione del mondo Lewis Hamilton (vincitore, tra l'altro, degli ultimi 2 titoli con la Mercedes).
Nei vari circuiti, al di là delle caratteristiche, va fatta una prima distinzione tra quelli cittadini con asfalto stradale (quindi più scivolosi) rispetto a quelli tradizionali.


Australia
5.303 metri su circuito cittadino, circuito tortuoso con relative difficoltà di sorpasso, si può tentare alla staccata della 1 e alla staccata della 2, ovvero in fondo ai principali rettilinei. In generale è un tracciato abbastanza veloce dove le temperature influenzano le performance.

Bahrain
5.412 metri per il tracciato di Manama che presenta diverse possibilità di sorpasso grazie a importanti allunghi e staccate impegnative. Già alla prima si passa dai 330 orari agli 80. Rettilinei molto lunghi con possibilità di sorpasso anche verso la 2 e la 14.
Importante anche qui il clima caldo e la possibile presenza di sabbia in pista.

Cina
5.451 metri per il circuito di Shanghai contraddistinto dalla presenza di lunghi rettilinei, quello di arrivo e quello che porta alla penultima curva, entrambi sedi di sorpasso. Nel mezzo una serie di curve e contro curve. Serve carico aerodinamico ma anche potenza.
Molto sotto sforzo le gomme anteriori.

Azerbaijan 
6.003 metri nel centro cittadino di Baku per un circuito stradale affascinante e con il rettilineo d’arrivo che parte dalla curva 16 per un tratto totale di 2.2 chilometri. Alla staccata della 1 i sorpassi saranno tanti. Si può tentare col drs anche nell’allungo che porta alla 3, ma da lì in avanti classico circuito cittadino tortuoso fino alla 14.
Ancora di più rispetto a Shanghai servirà carico per la parte mista e potenza per il rettilineo.
Qui è presente la curva più stretta del mondiale (solo 7,6 m di carreggiata alla 9), inoltre Bottas raggiunse i 378 km/h.

Spagna
4.655 metri a Barcellona, circuito anche usato per i test invernali. E’ il classico tracciato che testa le auto su tutti i fronti: con il rettilineo principale per la potenza e i sorpassi, la parte centrale con curve a media velocità che testano la parte aerodinamica e il finale tortuoso in cui servirà buon carico.
Circuito con punti lenti ed altri veloci.

Monaco
Sul circuito cittadino monegasco le auto si sfidano a medie/alte velocità e tra i muri letali per chi sbaglierà anche solo minimamente una traiettoria. In sostanza non si sorpassa, difficile anche dopo il tunnel, e chi in genere parte in pole ha un vantaggio consistente per la gara.
Determinanti le strategie ai box, unica situazione in cui si può sorpassare un rivale.
Freni (GP con più frenate nel mondiale con quella della curva 10, ingresso alla chicane dopo il tunnel, particolarmente impegnativa visto che si esce a relative alte velocità cioè quasi 300 km/h e si passa dal buio alla luce), cambi e sospensioni sono sollecitati al massimo.
Le sollecitazioni provocano surriscaldamento di dischi e pinze (200°; contro una media di circa 150° per gli altri circuiti, chi più chi meno), ciò porta al "vapour lock" (ebollizione del fluido all'interno della pinza).
Le gomme si degradano poco invece.
Al di là del circuito molto stretto, si è sempre trattato di un GP sicuro, l'unica vera tragedia fu quella del ’67, quando perse la vita Lorenzo Bandini e che portò a diminuire i giri da 100 a 78. Entrati nella leggenda il tuffo in mare di Ascari nel ’55, senza conseguenze.

Canada
4.361 metri sul circuito Gilles Villeneuve a Montreal. Tracciato che piace ai piloti che si ritrovano a sfidare i muri ad alta velocità ma anche con possibilità di sorpasso in diversi punti.
Il lungo rettilineo che dal tornantino porta all’ultima esse, quella dei campioni, e in generale una pista medio veloce in cui però il carico aerodinamico non sarà da sottovalutare.

Francia
5.826 metri sul Paul Ricard del le Castellet, ritornato dal 2018 nel calendario di Formula 1. A farla da padrone sarà il rettilineo del Mistral, che per la Formula 1 è intervallato a metà da una chicane, ma la possibilità di sorpasso ci sono. Si può tentare anche sul rettilineo di partenza mentre nell’ultimo settore ci sono una serie di curvoni da raccordare che portano al tornantino della 15 che immette sul traguardo.

Austria
Sul circuito di Spielgerg, i bolidi potranno essenzialmente mettere in mostra il massimo della loro potenza. Tre lunghi rettilinei intervallati da curve lente a 90°, tutte sedi di sorpasso sfruttando il motore e la capacità di frenare più tardi degli altri.

Gran Bretagna
Lo storico circuito di Silverstone, rifatto, alterna allunghi intervallati da curvoni da raccordare con la massima precisione, famose Maggots, Becketts e Chapel, ma le possibilità di sorpasso non sono da sottovalutare. Difficile in fondo al primo rettilineo, ma arrivando alla staccata della 3 qualcosa può succedere. Anche l’allungo che porta alla 6 può favorire i temerari, così come l’allungo che porta alla Stowe. Serve un perfetto mix tra telaio e potenza. La partenza è quasi in curva.
Qui perse la vita Bob Anderson nel 1967 con la Brabham.

Germania
4.574 metri ad Hockenheim dove non ci sono più i rettlinei di una volta (era tra i circuiti più veloci del mondiale), ma l’allungo centrale che porta al tornantino della 6 è la zona principale dove tentare sorpassi. E’ in generale un circuito veloce con un paio di staccate dure ma che in generale predilige la velocità e la stabilità delle monoposto in curva, in primis nella zona del Motordrome finale dove viene esaltato il carico aerodinamico.

Ungheria
Uno dei tracciati più tortuosi del Mondiale, con due punti di sorpasso fissati alla fine del primo rettilineo e alla curva 2, da lì in avanti curvoni da raccordare con una chicane lenta a metà circuito prima di ritornare nella zona mista che porta verso il traguardo. Servirà massima scorrevolezza in curva, sfruttando la potenza dei motori nel rettilineo principale.
In generale è difficile sorpassare, pochi punti e circuito molto lento (un Montecarlo leggermente più veloce e senza muri).

Belgio
Spa è un tracciato vecchio stampo, lungo 7 chilometri, con curve e controcurve che fanno emergere le abilità dei piloti rispetto alla competitività dei mezzi. Il motore verrà esaltato nel lungo tratto finale a farfalla piena fino alla chicane che immette sul traguardo e ovviamente nel tratto di Eau Rouge e Redillon fino alla staccata della curva 7.
Si tratta del circuito più difficile del mondiale, spesso teatro di incidenti al via, alla sequenza Eau Rouge, nel 1985 perse la vita il giovane Stefan Bellof.

Italia
Monza è un circuito in cui la potenza dei motori la fa da padrone, ma sarà necessario trovare il giusto mix tra potenza e carico considerando le diverse curve lente che alternano gli allunghi più importanti. La prima chicane ad esempio, ma anche quella della Roggia che porta verso le Lesmo. Fondamentale l’uscita dalla parabolica per crearsi una opportunità di sorpasso sul rettilineo.
Qui Montoya, in prova, raggiunse i 372 km/h.
Nel 1961 Von Trips, che stava per laurearsi campione, fu coinvolto in una terribile carambola al primo giro, con le vetture che affrontavano in gruppo la Parabolica, rimanendo ucciso con 12 spettatori. Invece il 1970 fu fatale a Jochen Rindt della Lotus, il 1978 a Ronnie Peterson sempre della Lotus.

Singapore
Altro circuito cittadino, stretto e tortuoso a Singapore con una lunghezza di 5.063 metri, affascinante per il contorno e per il fatto che la corsa sia in notturna.
Difficile sorpassare, l’unica possibilità è probabilmente solo in fondo all’allungo che porta verso curva 7 dove si può utilizzare il drs.
Le monoposto con il miglior telaio qui sono decisamente avvantaggiate.

Russia
5.848 metri a Soci su un circuito misto che presenta una prima parte veloce con ampie curve e una fase finale più lenta fino al lungo rettilineo finale verso la prima staccata che rappresenta forse la vera unica possibilità di sorpasso. Il motore è fondamentale in partenza per guadagnare posizioni sfruttando l’allungo verso curva 1 e in generale per sorpassare sul rettilineo principale.

Giappone
A Suzuka, 5.807 metri, il motore conterà di meno, la telaistica molto di più considerando gli ampi curvoni da raccordare nella parte iniziale e in quella centrale. Affascinante la Spoon curve che immette nel rettilineo verso l’ultima chicane.
Poche possibilità di sorpasso se non appunto nell’ultima esse.

Messico 
4.304 metri per il circuito Rodriguez (pilota morto nel 1962 durante le prove) rientrato da poco nel Mondiale Formula 1. Fondamentali i primi due rettlinei, quello che porta alla 1 e quello che porta alla 4, due possibilità di sorpasso in un tracciato che nella seconda parte diventa misto fino all’affascinante entrata nello stadio murato di pubblico con il tornantino della 13. L'ultima curva se ben affrontata dà possibilità di sorpasso sull’allungo finale.

Stati Uniti
5.513 metri a Austin per un tracciato che piace molto ai piloti per una serie di curve da raccordare ad alta velocità che fanno del ritmo la caratteristica principale del GP degli Stati Uniti. Due rettilinei importanti, quello del traguardo che porta alla staccata in salita della 1 e soprattutto quello che porta alla staccata della 12.

Brasile 
Il circuito di Interlagos presenta diverse incognite. A partire dal meteo, spesso col rischio pioggia, e l’asfalto, non sempre in perfette condizioni. Allungo principale quello che porta verso il traguardo e la chicane della 1, ma anche verso la Descida do Lago. La parte centrale è fatta di tornantini e curve da raccordare fino all’imbocco della Juncao che immette nella salita verso il traguardo.
Calore ed umidità sempre in agguato.

Abu Dhabi
Ultimo atto del Mondiale in notturna ad Abu Dhabi, la potenza del motore può consentire sorpassi in alcuni punti. Serve un bel mix potenza-telaio soprattutto nella parte mista finale che porta verso la doppia destra che immette sul traguardo.
Bilanciamento e scorrevolezza alla base della buona prestazione.


Anche se il calendario è stato cambiato con alcuni circuiti sostituiti, altri soppressi o modificati e con le vetture che sono andate incontro ad una normale evoluzione, queste è la velocità media di percorrenza dei percorsi nel 2011:



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1 commento:

  1. Se devo continuare a scassare una monoposto di f1 tanto vale che me la faccio a piedi.

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