Nella F1 il discorso è un po' diverso.
Si parla sempre di violazione della proprietà intellettuale ma lo si fa per mettere spalle al muro chi si ritiene abbia deliberatamente copiato il tal particolare sulla macchina, magari approfittando di informazioni (fotografie, disegni, file) avute per "gentile concessione" da fotografi, da tecnici che cambiano scuderia o da fornitori di componenti magari compiacenti.
Come impedire però che un meccanico che cambia scuderia si porti dietro le conoscenze tecniche maturate in un team per metterlo a disposizione di quello che l'ha appena ingaggiato, magari con un congruo aumento di stipendio?
La cosa certa è che questo non fu il primo caso di Spy Story in F1: basta ricordare la storia della Shadow e la nascita nei decenni successivi dell'Arrows (copia carbone del team anglo-americano).
L'INIZIO DELLA SPY STORY
Il tutto inizia con l'entrata in scena del capo dei progettisti della McLaren Mercedes Mike Coughlan, che ricevette da Nigel Stepney documenti e disegni della Ferrari F2007.
In poche parole: spionaggio industriale.
In realtà la storia viene a galla per via di un sabotaggio nel GP di Monaco.
Il tutto sarebbe stato opera dell'ex-capo meccanico Nigel Stepney, che avrebbe sparso nei serbatoi delle vetture di Räikkönen e Massa una polvere bianca.
Questo porterà alla Spy Story.
Comunque tra Stepney (Ferrari) e Coughlan (McLaren), i due protagonisti principali di questa storia, c'era un'amicizia di lunghissima data: insieme alla Lotus negli anni ‘80, poi fianco a fianco in pista con la Benetton e quindi sempre a braccetto nel '93 nella sede inglese della Ferrari, ingaggiati da John Barnard.
Poi ognuno per la propria strada, il primo a sgomitare a Maranello per diventare (invano) capo delle operazioni in pista e il secondo a tentare carriera nella Arrows prima di approdare nel 2002 alla McLaren.
IL FONDO IRREGOLARE DELLA FERRARI E LA FUGA D'INFORMAZIONI
Stepney ha sempre negato di aver tenuto una condotta sbagliata perchè a suo dire la Ferrari F2007 era irregolare: alettone posteriore e fondo flessibile.
Di questo si confidò con Coughlan dicendo che una situazione del genere, anche se non se n'era accorto nessuno, era intollerabile.
Effettivamente il fondo verrà ritenuto irregolare dalla FIA.
Cioè la Ferrari corse (almeno nel GP d’Australia, prima non si sa) con un sistema di zavorra mobile posta sotto al fondo piatto che quando l’auto accelera si spostava in avanti compensando il beccheggio e in frenata si spostava indietro mantenendo l’assetto costante da terra con notevoli vantaggi.
Dal suo canto Ron Dennis (capo della McLaren) non fece ricorso, anche se affermò che era chiaro che la Ferrari aveva usufruito di un vantaggio illegale.
La zavorra mobile sotto al fondo doveva essere l’arma vincente della stagione Ferrari, ma col divieto federale tutto veniva rimesso in discussione.
Jean Todt e Stefano Domenicali cominciano a porsi delle domande: ovvero, come faceva la McLaren, che poi aveva informato la FIA, a sapere del sistema montato a bordo?
Era nascosto, invisibile alle verifiche tecniche che si occupavano solo di misurare il fondo piatto e la sua eventuale flessibilità.
La verità si fece largo: qualcuno ha parlato.
Qualcuno della squadra, pensarono e infatti cominciarono subito i controlli incrociati.
Da quell’anno Nigel Stepney non andava più in pista, era stato spostato a un ruolo di coordinamento all’interno della fabbrica, ruolo che Nigel non apprezzava.
Voleva altro, un ruolo importante in pista, là dove c’è l’azione, non dietro le quinte.
Quell’inquietudine gli fece commettere il passo falso decisivo: parlarne con l’amico Mike Coughlan della McLaren chiedendo di essere assunto a Woking come vendetta contro la Ferrari.
Si cominciò a capire chi fu l’artefice della soffiata quando, qualche gara dopo, in mano alla McLaren arrivarono le mail con indicati gli standard operativi delle prove.
Ovvero con quanta benzina si provava, le procedure interne, i sistemi in uso, tutto quello che una squadra mette a punto nel corso degli anni e che rimane in teoria top secret.
Mike Coughlan non resiste alla tentazione e chiama nel suo ufficio Paddy Lowe e Jonathan Neal sottopone loro i grafici, i diagrammi e tutto il materiale che Stepney ha fatto arrivare dalla Ferrari: «Incredibile, ecco come fanno in prova e perché in gara reagiscono così» dissero.
In seguito passarono le informazioni anche ai propri piloti (Hamilton, Alonso e il collaudatore De La Rosa).
Todt della Ferrari ha la certezza che c’è stata una fuga di informazioni verso terzi e la squadra sporge formale denuncia alle autorità preposte.
Non solo, l’attività di Nigel Stepney viene messa sotto controllo dai compagni di squadra.
Siamo arrivati alla vigilia del GP di Montecarlo.
La sera di domenica, prima che le macchine vengano spedite in pista, il capo meccanico della Ferrari, fa un ultimo sopralluogo per verificare che tutto sia in ordine.
I telai, alettoni, pezzi di ricambio, etc.
A un certo punto, vicino al bocchettone del serbatoio, dirà di aver visto una polverina strana, che analizzata risulta essere fertilizzante.
Che ci fa del fertilizzante su una macchina di F1?
Si teme il sabotaggio, Todt viene avvisato, Domenicali chiede lo smontaggio e la verifica delle monoposto, tutto il personale viene allertato tranne uno: Nigel Stepney.
Parte una indagine interna della security che, aprendo l’armadietto di Stepney, trova tracce della polverina nelle tasche dei pantaloni da lavoro.
Scatta la denuncia, il licenziamento in tronco e la consegna del materiale all’autorità giudiziaria.
Il computer di Stepney è stato sequestrato e verificato e si scoprono le prove delle mail fra la Ferrari e la McLaren.
In Inghilterra, invece, vicino a Guildford, dove Barnard aveva la sede della Ferrari England, un oscuro bottegaio diventa l’eroe per caso della vicenda.
Infatti, Mike Coughlan era andato a farsi fare delle copie dei progetti della Ferrari F.1 che Stepney gli aveva passato in uno dei suoi contatti.
Infatti, per non farsi vedere alla McLaren mentre faceva le copie, si rivolse a una oscura copisteria di provincia.
Senza sapere che il titolare, oltre alle copie per Coughlan, ne fece alcune che mandò a Maranello alla Ferrari informandoli di quanto accaduto.
LE INDAGINI DELLA FIA
La FIA, la Federazione Internazionale dell'Automobilismo, avviò subito un'inchiesta sui fatti accogliendo l'espresso invito recapitagli dalla stessa McLaren, che 24 ore dopo aver sospeso Coughlan e ribadito con un comunicato che "opere d'ingegno della Ferrari non sono state passate ad altre persone del team o incorporate nelle macchine" ha messo a disposizione le proprie monoposto per le ispezioni e le revisioni del caso.
L'allora McLaren MP4/22 e Ferrari F2007 erano oltretutto concepite con filosofie costruttive molto diverse ma l'eventuale dolo rimane a monte, nell'entrare in possesso di informazioni strategiche della scuderia rivale.
Certo è che la Ferrari presentò alla Procura di Modena un esposto (contro Stepney) perché si sentì defraudata dell'intero progetto tecnico della nuova vettura: processi di sviluppo, aerodinamiche, motore, utilizzo delle gomme.
Stepney, parte per qualche giorno nelle Filippine, una volta tornato apprende di essere stato licenziato in tronco.
LE SENTENZE
La McLaren comunque è accusata dalla Ferrari di avere utilizzato i disegni a proprio vantaggio, mentre la casa inglese sostiene di non sapere niente e che il tutto era noto al solo Coughlan.
La McLaren viene ritenuta colpevole di essere entrata in possesso di materiale confidenziale Ferrari, ma non viene presa nessuna sanzione in quanto non esistono prove che il materiale sia stato effettivamente utilizzato dal team inglese.
In seguito la FIA emette una nuova sentenza a sfavore della McLaren: alla casa inglese vengono tolti tutti i punti del mondiale costruttori e le viene inoltre comminata una multa di 100 milioni di dollari.
Dopo la condanna per Stepney (1 anno e 8 mesi di carcere), nonché una breve interdizione dall'ambiente della F1, nel 2010 inizia a collaborare con la squadra JRM Racing attiva nella categoria LMP1
Muore il 2 maggio 2014, all'età di 55 anni, a seguito di un incidente stradale nel Kent: travolto da un camion.
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