Chris Jones, abbandonato il Rugby nel 1987 (29 anni), ammette candidamente che ai tempi non c'era nulla che non avrebbe fatto per vincere una partita.
Giocatore rinomato per la sua violenza dentro e fuori dal campo.
"Ho avuto una pessima reputazione. Assolutamente terribile. Venivo chiamato psicopatico e uomo selvaggio"
Jones fu abbastanza bravo da essere selezionato per i gallesi Under 15 e Under 19, ma la sua mancanza di altezza, era un handicap che avrebbe potuto superare solo giocando in modo aggressivo (e sporco).
Di ruolo iniziò come Flanker ma poi passò ad Hooker(Tallonatore).
Cominciò a giocare all'età di 11 anni, partecipando in seguito ad alcune esibizioni dell'Under 15 e dell'Under 19 della nazionale gallese.
Passò al Treorchy nella tarda adolescenza, quando ormai il suo carattere era già formato.
Era già quel giocatore “selvaggio” che si sarebbe presto rivelato al grande pubblico.
Il rugby al tempo non era proprio lo stesso sport conosciuto oggi, fatto di terzi tempi:
“Vigeva la legge della giungla, il gioco era duro e sopravvivere era difficile. Per questo ero disposto a fare di tutto, arrivando presto ad avere una pessima reputazione”.
LE ESPULSIONI E LE DUE SQUALIFICHE A VITA
Per mettere la sua carriera in prospettiva, i giocatori sono raramente banditi a vita dal Welsh Rugby Union: infatti sono necessarie ben cinque espulsioni.
Jones invece, ricevette addirittura due squalifiche a vita.
"Ai tempi ero solito portare un'ascia nella mia borsa.
Io non so come il tutto è iniziato. So solo che ero pazzo, pazzo ed ancora pazzo.
Mi ricordo che una volta inseguii Nigel Bezani intorno al Tylorstown Rugby Club"
Le cose cominciarono ad andare davvero fuori controllo il giorno di Santo Stefano nel 1982, quando venne cacciato (etichettato come "un completo idiota") dal'arbitro per via di una maxi rissa con qualsiasi avversario del Treherbert che gli capitasse a tiro.
Il tutto cominciò quando venne colpito suo fratello Clive Jones e l'arbitro non se ne accorse, al che Chris Jones si fece giustizia provocando una maxi rissa.
Cacciato, si rifiutò di lasciare il campo e spinse l'arbitro, minacciando di picchiare anche qualcuno tra la folla.
Per questo, ricevette una sospensione di 28 settimane.
“Succedevano cose che se si verificassero oggi porterebbero all'arresto. Aspettavi che l'arbitro voltasse le spalle e poi via: calci, pugni e quanto altro. C'erano circa 10 risse a partita. Tutto questo ha influenzato la mia personalità e il mio temperamento. Una volta vidi una seconda fila prendere la palla fuori dopo il kick off ed essere preso a calci. Ho visto due pack durante una mischia con il pilone destro su un lato che tirò un calcio in faccia all'avversario visto che l'arbitro si era distratto per via di un giocatore infortunato.
Ricordo la battaglia di Tynewydd Park, quando ci fu una rissa tra Andy Millard e John Richardson.
Vennero entrambi cacciati ma la rissa continuò anche negli spogliatoi!
Tutto quello da fare ai tempi era aspettare che l'arbitro voltasse le spalle e quindi via di pugni e calci. Era la normalità, ogni squadra aveva i suoi uomini duri.
L'inattività è seguita da una dozzina di partite distribuite in tre anni durante le quali è stato sospeso due volte a vita.
In Coppa di Galles contro il Cardiff ci fu una rissa con gli avversari e scazzottata con il pubblico.
Venne espulso insieme ad altri 3 giocatori (3 suoi compagni più Jeff Whitefoot del Cardiff).
"C'erano tanti giocatori espulsi per Treorchy nei malfamati derby locali. Una volta la WRU "chiuse" il club per due settimane".
6 mesi di squalifica, ritorna, altra megarissa e seguente squalifica a vita: "sine die" (sino alla morte).
Dopo quasi 2 anni scrive una lunga lettera di scuse alla federazione e viene riammesso.
Poche partite, altra rissa, avversario lasciato svenuto a terra (l'arbitro inizialmente non lo cacciò perchè non lo vide).
Nuova squalifica a vita, questa volta definitiva.
Anche se dopo circa 1 anno verrà perdonato nuovamente ma per problemi fisici lascerà il Rugby giocato.
LA CARRIERA D'ALLENATORE, L'ARRESTO PER RISSA E LA FEDE
Così Jones, tra eccessi di alcool e droga, andò ad allenare con il fratello Clive, prima a Pontypridd e poi il suo ex club: il Treorchy RFC.
“Ero un matto, allenavo esattamente come giocavo. Volevo una squadra brutale, giocatori pronti a prendere a calci in testa l'avversario”
Ai tempi la sua vita al di fuori del Rugby continuò ad essere un disastro, che culminò con il suo arresto al Brecon Jazz Festival nel 1990 per rissa e disordini violenti.
Dentro la cella si rivolse a Dio per essere aiutato, da quel giorno la sua vita cambiò per sempre.
“Avevo paura, ma soprattutto mi vergognavo. In cella ho avuto il tempo di riflettere sulla mia vita, volevo cambiare. E' in quel momento che ho avuto la mia prima esperienza spirituale, difficile da spiegare. Mi rivolsi a Dio chiedendogli di aiutarmi a migliorare, in cambio gli avrei dedicato la mia vita. Non ho sentito cori angelici o visto luci accecanti, ma ho avuto una sensazione stupenda, di pace, sentivo che Dio mi era vicino”.
Jones venne riconosciuto colpevole, ma se la cavò con un'ammenda pecuniaria.
Da allora non toccò più alcool e droga e dopo aver abbandonato il pensiero che il problema della sua foga/aggressività non fosse lui ma il Rugby, tornò ad allenare.
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