Visualizzazioni totali

venerdì 21 gennaio 2022

L'Incredibile Intervista Di Mark Molesley (Aldershot v Bromley)


Mark Molesley, manager dell'Aldershot Town (ex di Weymouth e Southend), in questi giorni ha fatto parlare molto di sè a causa di un'intervista davvero surreale prima del match di FA Trophy contro il Bromley. Entrambe le squadre giocano in National League con il Bromley in zona playoff e l'Aldershot poco sopra la zona retrocessione. 
Gli è stata posta una domanda piuttosto semplice: "Quali sono i tuoi pensieri prima di una partita?". 
Ma Molesley, invece delle solite frasi di circostanza, ha avuto la brillante idea di rispondere spaziando tra pinguini, alberi e questioni metafisiche.
"Se un albero cade e non c’è nessuno a sentirlo cadere, fa rumore? Un pinguino può sentire freddo?
In quale direzione fluisce l’acqua del tuo bagno quando tiri lo sciacquone, in senso orario o antiorario?
Sono queste le domande che ci verranno poste e alle quali noi dobbiamo dare delle risposte. Ecco, noi siamo sempre alla ricerca di soluzioni. A volte ci tocca risolvere l'equazione"

"Sam aveva un bel taglio di capelli e ora gli stanno crescendo. Coops è qui e lavora in silenzio. Robbie è laggiù ed è la prima volta che fa silenzio oggi. Terry si è portato una valigetta e dentro ci sono quattro cani parlanti giapponesi. Questo è il materiale con cui lavoriamo e continueremo a lavorare duramente"

Secondo alcuni, Molesley stava cercando di competere con l'ex manager di QPR e Blackpool Ian Holloway, che divenne famoso per le sue riflessioni nelle conferenze stampa. Per la cronaca, il Bromley ha vinto 2-0 la partita.



T'interessano altri articoli su storie sportive(doping, scandali, suicidi, partite vendute, etc) e scommesse?
Qui trovi l'indice completo ed aggiornato del blog:  Indice Storie Sportive(Doping, Suicidi, Partite Vendute, Stake, etc)

lunedì 27 dicembre 2021

Il Gioco Offensivo Di Graham Potter: Possesso Palla, Pressing e 3-2-5

Nella ricca Premier League odierna o hai i soldi per comprare buoni giocatori oppure devi fare miracoli per rimanere in massima serie. Ad esempio il Brighton è un club ben gestito che rende di più di quello che potrebbe, questo grazie alle tattiche e le scelte di squadra del manager Graham Potter
Come giocatore, Potter ha goduto di una carriera promettente. È stato convocato per la squadra inglese Under 21 e ha giocato per un certo numero di squadre inglesi relativamente importanti come Southampton e Stoke City. 
La sua carriera da allenatore è iniziata nel 2010 come allenatore dell'Östersund in Svezia (schierato con un 4-2-4). Buoni risultati sia a livello nazionale (la squadra svedese è stata portata in 7 anni dalla quarta divisione alla massima serie) che in Europa (si ricorda l'incredibile vittoria contro l'Arsenal più altri buoni risultati), hanno portato Potter in Premier League. 
Dopo aver allenato lo Swansea per una stagione (la squadra registrò il secondo numero più alto di passaggi brevi e quello più basso di lanci lunghi), nel 2019 gli è stato affidato il regno del Brighton. I risultati del Brighton in massima serie sono stati buoni, anche se alcune metriche hanno evidenziato che i gabbiani sono stati sfortunati ed hanno concretizzato molto meno rispetto alla mole di gioco prodotta (cioè meno gol di quelli che avrebbero meritato). Sicuramente però dopo un periodo in cui non molti manager inglesi si sono costruiti una reputazione particolarmente buona, si ricordano Harry Redknapp, Gareth Southgate (sicuramente buono a livello di risultati), Dean SmithChris Wilder e Eddie Howe, sicuramente Graham Potter si può unire a questi nomi. Senza scordarci del nord-irlandese Brendan Rodgers.

Pep Guardiola (dopo un Manchester City v Brighton): "Eravamo di fronte al miglior allenatore inglese in questo momento. Da spettatore, mi piace guardare queste squadre. Mi piace guardare il Brighton giocare. Lo riconosco. Quando ero un calciatore mi sarebbe piaciuto giocare in questa squadra"


IL GIOCO OFFENSIVO
Il suo stile di allenatore è stato descritto come non convenzionale e progressista, due tratti associati alla visione moderna di Brighton.
Ciò che Graham Potter ha ottenuto durante il suo periodo in Svezia ha catturato l'immaginazione degli appassionati di calcio di tutto il mondo. Il successo di cui godeva il team, secondo molti, era dovuto al giovane manager che adottava metodi sperimentali innovativi. Parte di ciò può essere trovata anche nel modo in cui gioca il Brighton.
Potter non è un manager fissato con le sue idee ma molto elastico. Lui ordina sempre ai suoi giocatori di costruire pazientemente sempre dal basso. Si affida spesso a un 4-2-3-1 che in fase di attacco diventa 3-2-5 o addirittura 3-1-6 (dato che anche i 2 terzini salgono in linea con i giocatori offensivi per creare caos nell'area di rigore avversaria, non a caso il Brighton è tra le squadre che crea più occasioni/cross con i terzini). 
Tuttavia, Potter cambia spesso lo stile di gioco in base agli avversari incontrati e ai punti di forza individuali di alcuni dei suoi giocatori.
La fluidità tattica del manager fa sì che i giocatori siano costantemente messi alla prova. Questo, e il fatto che Potter abbia ottime capacità di gestione degli uomini, rendono l'inglese una scelta ideale per i club che sono costretti ad affrontare avversari più forti e preparano il futuro del club lanciando in rosa giovani giocatori.
Il Brighton come club è gestito secondo principi simili. Negli ultimi anni esiste una politica di trasferimento sensata. Ciò ha permesso a Potter di plasmare lentamente una squadra secondo la sua visione. Potter è noto per usare il 4-2-3-1, ma le variazioni di questo sono frequenti (ha utilizzato anche il 4-2-2-2, il 3-4-2-1, il 3-4-1-2 e il 3-5-2). Nella partita di apertura della stagione 2021/22, ad esempio, il Brighton si è schierato con un 4-4-1-1 contro il neopromosso Watford. La squadra ha cercato di attaccare con pazienza. Gli attacchi sono stati effettuati, per lo più, sul fianco destro. 
In avanti Neal Maupay anche per piegare la posizione più profonda. Cercherà spesso di riportare rapidamente la palla verso i centrocampisti offensivi o le ali. Con Macallister che passa anche dalla fascia destra in posizione centrale, spetta al terzino March lavorare sulla fascia sinistra.
Yves Bissouma rimane, forse, il giocatore più importante del Brighton in quanto funge da perno difensivo ma anche da trequartista (in quanto si spinge spesso in avanti). Il giocatore spesso scende in profondità per ricevere la palla dai difensori. I terzini avanzeranno in modo asimmetrico, normalmente, per liberare le corsie di passaggio per Bissouma. Quando la palla arriva in avanti, ad esempio a Maupay, i giocatori saranno incoraggiati ad assistere gli attaccanti. Ciò crea confusione nelle difese avversarie e il Brighton riesce a costruire azioni molto pericolose, anche centralmente.
Altro metodo è quello di creare una specie di diamanti e triangoli con Bissouma che crea gioco e i 5 giocatori sulla linea di attacco.
In termini di gioco offensivo, le squadre di Potter hanno sempre giocato uno stile di calcio moderno e coraggioso. Quando possibile, il Brighton, prova sempre a costruire dal basso e ad attaccare in profondità, anche facendo un ottimo pressing. Contro le squadre che aspettano più in profondità, il Brighton è inizialmente paziente nei suoi attacchi. I difensori centrali ruotano la palla tra di loro per cercare di attirare gli avversari prima di passare direttamente a un attaccante che scende in profondità o a un terzino. Potter vuole che le sue squadre giochino attraverso combinazioni di passaggi veloci all'esterno, prima di riportare la palla all'interno per filtranti o per creare uno spazio ampio per un taglio. Il Brighton scorso anno malgrado sia stato spesso in zona retrocessione era tra le prime 9 squadre a fare più possesso palla e allo stesso tempo tra i club ad eseguire più lanci lunghi per ribaltare subito l'azione. Questi metodi sono facilitati dalla struttura offensiva del Brighton e dal fatto che la squadra, per quanto possibile, muove velocemente la palla e con tocchi di prima. In realtà come detto la difficoltà, a volte, risiede proprio nel concretizzare le tante occasioni create perchè il Brighton rimane molto paziente in attacco e non hanno problemi a girare la palla verso gli esterni se una linea di passaggio è troppo complessa (scorso anno erano molto deficitari nella statistica dei "goal attesi" xG che considera le occasioni create e quelle realizzate: Understat EPL).


LA FASE DIFENSIVA
Potter, tuttavia, comprende i limiti della sua squadra. Pressing aggressivo e veloce non è sempre la soluzione migliore, a differenza dei grandi club della Premier League.
Quando costretto a difendersi per più tempo, in genere, il Brighton tornerà in una formazione simile ad un 5-2-3 (o 5-4-1).
L'obiettivo è costringere gli avversari a fare passaggi rischiosi che i giocatori del Brighton possano provare a recuperare e poi riciclare. Il pressing avviene soprattutto nel momento in cui viene persa palla. La squadra di Potter eccelle in numero di tackle a partita, in intercetti e nei cross concessi agli avversari. Subiscono anche pochi gol su azione, avendo un record molto meno impressionante su calci piazzati e sui rigori concessi.


T'interessano altri articoli su storie sportive(doping, scandali, suicidi, partite vendute, etc) e scommesse?
Qui trovi l'indice completo ed aggiornato del blog:  Indice Storie Sportive(Doping, Suicidi, Partite Vendute, Stake, et

venerdì 3 dicembre 2021

Camere Ipobariche e Tende Ipossiche: Si Tratta Di Doping?

L'idea di soggiornare in altura è utile per ciclisti e non solo, per aumentare il trasporto e l’utilizzo di ossigeno nel sangue senza accusare gli effetti che invece comporta una prolungata esposizione all’ipossia (carenza di ossigeno).
Le mete privilegiate sono Sierra Nevada, Livigno, Stelvio e le Canarie nell’inverno europeo.
Anche se, secondo molti, i viaggi in altura erano un modo per nascondere e rendere più duraturi il massiccio uso di EPO ed altre sostanze dopanti.
In realtà con lo sviluppo di nuove tecnologie, molti atleti possono starsene comodamente a casa sperimentando le stesse condizioni, grazie ad apposite tende collegate ad una rumorosa pompa: in altitudine, la pressione parziale di ossigeno si abbassa, mentre l’apposita tenda è provvista di alcuni meccanismi che iniettano aria, con un ridotto contenuto di ossigeno, in un’area domestica ristretta.
Per la WADA (Agenzia Mondiale Antidoping) non si tratta di doping.


CAMERE IPOBARICHE E TENDE IPOSSICHE
Camere ipobariche o tende ipossiche servono per abituare il fisico a condizioni estreme (alta quota ad esempio).
La tenda ipossica riduce solo la quantità di ossigeno, invece la camera iperbarica riproduce non solo la diminuzione di ossigeno ma anche quella della pressione dell'aria.
La finalità, a fini scientifici e di ricerca, è anche studiare cosa accade nella fase dopo l'acclimamento.
Il preacclimatamento può anche avvenire in tenda ipossica per abbreviare i tempi di esposizione all'alta quota sulla montagna (si è già pronti alle nuove condizioni di temperatura ed ossigeno).
Nelle camere ipobariche viene riprodotto il diminuire della pressione dell'aria che si verifica salendo di quota e che causa la rarefazione dell'ossigeno.
Con camere di questo tipo è possibile studiare: tempo di esposizione, quote, condizioni di umidità, vento e temperatura. Si possono simulare quote sino ad oltre 8000 metri, nevicate e venti a 120 km/h.
Vengono studiati gli effetti sul corpo umano e le capacità di adattamento.
Queste macchine sono state originariamente sviluppate per i bisognosi che necessitano di più ossigeno per potersi curare; la pompa aspira l’aria attraverso una presa, e poi usa la reazione chimica per rimuovere l’azoto dell’aria, con due scarichi.
L’atleta si collega al tubo di scarico, in cui l’azoto viene convogliato in uno spazio sigillato.
L’aria all’interno della tenda viene monitorata al fine di garantire il livello voluto, con un un dispositivo a regolazione costante, che cattura l’ossigeno come detto senza diminuire però la pressione.
Nel mondo reale, ad alta quota vi è una condizione ipobarica: nella tenda invece l’ambiente è ipossico, si sostituisce parte della percentuale di "aria" con azoto; c’è solo un po ‘più di azoto e un po’ meno ossigeno rispetto alla normale ripartizione.
L’azoto impoverisce l’aria diminuendone la % di ossigeno.
In tal modo si ottiene la simulazione dell’altura.
Ma ciò cosa evidenzia a livelli di prestazione? L’ossigeno viene trasportato più velocemente nel sangue. Nei muscoli c’è maggiore trasporto di ossigeno che comporta minor fatica e migliori performance oltre a un miglioramento dei tempi e delle modalità di recupero da uno sforzo.


ESEMPI FAMOSI DI UTILIZZO
Oltre ai ciclisti (si ricorda ad esempio Bradley Wiggins), è molto utilizzata anche da chi deve andare in altura.
Nel mondo del calcio è utilizzata dalla nazionale spagnola e francese e pare che nel preparare i mondiali del 2010, secondo un tabloid inglese ben informato, Fabio Capello (CT ai tempi della nazionale Inglese) effettuò una serie di appositi esami nel ritiro pre-mondiale, in merito alla distinzione tra responders e non. Lo staff del London Altitude Centre sottopose tutti i giocatori ad una serie di test, atti a stabilire quali calciatori fossero influenzati positivamente dall’altitudine, e fornendo subito ai soggetti "geneticamente" inclini le tende ipossiche.

Benjamin Mendy (terzino del Manchester City e della Francia campione del mondo), a seguito di un duro allenamento sotto i 35 gradi, il 65% di umidità e a 3.200 metri di altitudine con solo il 14% di ossigeno nell’aria afferma: "Dentro non si respira, è molto faticoso, anche perché è caldissimo. Ma poi in campo si vola!".

Che sia una stanza in cui allenarsi o una tenda sotto la quale dormire, poco cambia: sul sito del produttore Altitude Center ci sono tutti i clienti: City, United e Liverpool.
Si possono citare anche atleti del passato quali Raul a Beckham, passando per Lance Armstrong, Cristiano Ronaldo ai tempi del Real, il tennista Djokovic, M.Bryan, A.Schwazer, giocatori di Football Americano ed anche LeBron James.
Queste camere sono utilizzate anche da molte nazionali sud-americane soprattutto quando devono recarsi nel temutissimo stadio Hernando Siles, a 3600 metri di altezza (La Paz, Bolivia).
Infatti gli oltre 3600 m di La Paz creano non poche difficoltà agli avversari, costretti a giocare in condizioni di aria rarefatta, con conseguenze quali affaticamento più rapido e maggior velocità dei palloni calciati. Condizioni cui invece i giocatori boliviani (giocando sempre lì) sono perfettamente abituati.
In un primo momento nel 2007, la FIFA aveva deciso di vietare che gare internazionali potessero svolgersi a più di 2500 m s.l.m. Il tutto ha generato inevitabili proteste non solo boliviane, ma pure da parte delle federazioni calcistiche dell'Ecuador (il cui stadio nazionale, l'Olímpico Atahualpa di Quito, sorge a 2850 m) e della Colombia (ove El Campín di Bogotà si trova a 2640 m).
La Bolivia per protestare organizzò una partita giocata su un improvvisato campo da calcio sulle Ande a oltre 5000 m per dimostrare che si può giocare a pallone anche a simili altitudini.
Il 27 giugno, la FIFA modificò la propria decisione, portando a 3000 m s.l.m. il limite massimo cui si può giocare una partita internazionale, ma ai boliviani venne concesso uno speciale permesso per poter giocare all'Hernando Siles.


T'interessano altri articoli su storie sportive(doping, scandali, suicidi, partite vendute, etc) e scommesse?
Qui trovi l'indice completo ed aggiornato del blog:  Indice Storie Sportive(Doping, Suicidi, Partite Vendute, Stake, et

lunedì 1 novembre 2021

Storia Degli Scandali Calcioscommesse In Inghilterra (Fixing Match)

Non sono stati tanti gli scandali Calcio-Scommesse (Fixing Match) in Inghilterra, anche se qualcuno di discrete dimensioni c'è stato.
Ad esempio tra 1893-1898, c'era una sorta di playoff (test match) che decideva la squadra promossa e retrocessa tra le due leghe.
Inizialmente c'erano degli scontri diretti tra le due squadre interessate, ma dal 1896 venne inventato una specie di Round Robin.
In quello del 1898, a seguito dei risultati precedenti, se Stoke e Burnley avessero pareggiato sarebbero state promosse entrambe.
Finì con uno 0-0 e le malelingue mugugnarono che le due squadre si erano messe d'accordo.
La Lega Calcio risolse il problema allargando la Prima Divisione da 16 a 18 club e garantendo la promozione di tutti e 4 i club partecipanti al test match.
La stagione successiva, Jack Hillman del Burnley offrì ai giocatori del Nottingham Forest 2 sterline ciascuno per aver vita facile in una partita tra le squadre.
Hillman venne sospeso per un anno per le sue azioni.


LO SCANDALO DI BILLY MEREDITH (1905)
La partita finale della stagione 1904/05 tra Aston Villa e Manchester City fu un match molto violento e con continui scontri tra le due squadre.
Quattro mesi dopo, è emerso che Alec Leake (capitano del Villa) aveva presentato una grave accusa nei confronti della squadra di Manchester: Billy Meredith gli aveva offerto 10 sterline, affinchè il Manchester City vincesse la partita.
Meredith fu sospeso fino all'aprile del 1906.
Il giocatore in un primo momento negò, poi ammise il tentativo di corruzione ribadendo: "sono stato solo il portavoce di altri ugualmente colpevoli".


LO SCANDALO MANCHESTER UTD-LIVERPOOL (1915)
Siamo nel venerdi santo del 2 aprile 1915.
La partita incriminata non è una qualsiasi: Manchester United v Liverpool, quart'ultima giornata di First Division.
Sulla storica rivalità tra i due club metropolitani aleggia lo spettro della retrocessione: lo United è ultimo, il Liverpool sta un po' meglio ma non è ancora in salvo.
Prima del calcio d'inizio si diffuse la voce di uno strano flusso di puntate sulla vittoria dei Red Devils, contro pronostico.
Per la precisione si giocò forte sul 2-0, pagato a 7 e in qualche caso addirittura a 8 dai bookmakers: quota che si dimezza in poche ore, segnale inequivocabile nella patria dei bookmakers.
I fatti del campo confermano: finisce proprio 2-0, con una serie di episodi clamorosi che, riletti col senno di poi, disegnano un match trasformato nell'assurda sfida tra chi ha combinato il risultato e chi no.
Le cronache raccontano di uno United dominante e che chiude avanti il 1t con un gol sengato al 40' da George Anderson.
Al 3' della ripresa un mani di Bob Pursell, difensore del Liverpool, causa un rigore, di cui s'incarica il capitano del Manchester, il nazionale irlandese Patrick O'Connell: il suo tiro, volutamente sbilenco, finisce più vicino alla bandierina del corner che ai legni della porta e l'autore, tornandosene a centrocampo dopo il misfatto, pare ridere.
A un quarto d'ora dalla fine, con gli ospiti per nulla interessati a rimontare e il portiere del Liverpool Scott in versione paratutto, ecco il bis di Anderson in mischia.
Allo scadere Fred Pagnam, ex bomber del Blackpool, va vicinissimo al 2-1, ma il suo tiro a botta sicura centra la traversa, tra i rimproveri plateali dei compagni sbiancati in volto.
L'allenatore dei Reds, il leggendario Tom Watson, in sella da vent'anni, abbandona anzitempo il campo, disgustato da quanto ha visto.
Finisce come doveva, ma lo stesso arbitro J.G.A. Sharpe nota in presa diretta più di una stranezza e ne informa la Football Association.
Compaiono a stretto giro di posta dei volantini che rivelano copiose giocate sul risultato esatto.
Su un quotidiano di Liverpool, il Chronicle, un anonimo bookmaker che si firma "The Football King" promette grandi ricompense a chiunque fornisca informazioni che portino alla punizione di quelli che definisce "i mandanti di questo complotto riprovevole".
L'inchiesta scatta pressoché istantanea e in breve tempo appura la combine, con tanto di dettagli e retroscena.
8 giocatori, in una serie di incontri nei pub di Manchester, intrigati dalle offerte di terzi interessati, hanno concordato l'esito del match, specificando la necessità di un gol per tempo e scommettendoci sopra.
Si tratta di Sandy Turnbull, Arthur Whalley ed Enoch West dello United
E Jackie Sheldon, Tom Miller, Bob Pursell e Thomas Fairfoul del Liverpool.
Più un "intruso", Lawrence Cook del Chester, che non ha alcun ruolo nel match ma partecipa all'affare.
Pure Turnbull è fuori gioco, causa infortunio, ma si mette lo stesso nei guai.
Chi fa partire l'inchiesta è Pagnam, che al pari dei compagni Longworth e MacKinlay e del match winner Anderson, confessa agli inquirenti di aver ricevuto egli stesso un'offerta indecente da 3 sterline mentre in taxi si recava allo stadio con Sheldon, ma di averla declinata e di aver poi giocato per rompere l'accordo.
Chi diresse il tutto fu Jackie Sheldon: il capitano del Liverpool, che in precedenza aveva militato nello United. Gli interrogatori si susseguono, gli interessati non parlano ma le rivelazioni altrui fioccano. 
Billy Meredith, per esempio, racconta di non aver saputo dell'accordo, ma di essersi insospettito quando, durante la gara, nessuno dei compagni gli passava la palla.
In presenza di indizi schiaccianti, la sentenza è esemplare: il 23 dicembre 1915 tutti i calciatori coinvolti vengono squalificati a vita.

"dimostrato che una considerevole somma di denaro passa di mano scommettendo sulla partita, e che alcuni dei giocatori ne traggono profitto. Ogni occasione è stata data ai giocatori di dire la verità, ma, benché avvertiti che eravamo in possesso delle prove, hanno rifiutato di farlo, rivelando così la volontà collettiva di nascondere la verità" 
E i giudici federali definiscono "quasi incredibile che i giocatori dipendenti dal gioco per il loro sostentamento facciano ricorso a queste pratiche. La loro azione mina l'intero tessuto del gioco, scredita la sua onestà e correttezza".
Una sentenza di cent'anni fa che potrebbe tranquillamente essere trasposta pari pari ai giorni nostri.
Rimane però omologato il risultato del campo, poiché le due società risultano incolpevoli: quei due punti farlocchi bastano allo United per salvarsi d'un soffio.
Il bando ai protagonisti del match fixing ha pochi effetti pratici: già all'epoca della partita è chiaro che il calcio britannico si fermerà fino al cessare della guerra, quindi i giocatori cercano quel guadagno extra anche perché sicuri che difficilmente la loro carriera proseguirà normalmente.
Enoch West si ribella alla condanna, accusando la Football Association di diffamazione, ma perde la causa.
Il 10 aprile 1916 Sheldon, mentre combatte in Francia, continua a perorare la sua innocenza scrivendo così a un giornale: "Sono pronto a devolvere alla Croce Rossa o a qualsiasi altra istituzione benefica 20 sterline se qualcuno troverà un bookmaker col quale io abbia scommesso".
Nel settembre dello stesso 1916 Sheldon vorrebbe assistere a un incontro amichevole tra Liverpool e Burnley ad Anfield: ha diritto all'ingresso omaggio come ferito di guerra, ma gli viene interdetta la zona degli spogliatoi.
Il capitano dei Reds, però, cambia versione nel 1917, durante il processo West: dice ai giudici di aver convinto compagni e avversari a combinare la gara.
A guerra finita tutti, tranne due, tornano in campo grazie all'amnistia sancita dalle autorità calcistiche nel 1919, nel momento della regolare ripresa dell'attività agonistica, in virtù dei servigi da loro resi alla patria sotto le armi: uno è West, l'altro è Turnbull, morto il 3 maggio 1917 a 32 anni nella battaglia di Arras, presso Calais, nel nord della Francia.


LO SCANDALO JIMMY GAULD (1964)
Promotore di questo scandalo fu il giocatore Jimmy Gauld (ex Swindon Town, Plymouth Argyle, St.Johnstone e Mansfield Town) avendo interferito con l'esito di alcune partite per diversi anni, attirando diversi giocatori a scommettere sull'esito delle stesse.
Alla fine del 1962, Gauld si avvicinò a David Layne (Sheffield Wednesday), ex compagno di squadra allo Swindon Town, per identificare eventuali complici.
Layne suggerì lui che lo Sheffield Wednesday avrebbe perso il suo match il primo dicembre 1962 contro l' Ipswich Town visto che i suoi compagni Peter Swan e Tony Kay erano consci della combina.
I tre scommisero contro la loro squadra, vinse ovviamente l'Ipswich con 2 gol di Ray Crawford.
Lo stesso giorno, altre due altre partite (entrambe nella quarta divisione) furono "manomesse" da Gauld e dal suo sindacato: Lincoln City v Brentford (Brentford vinse 3-1) ed Oldham Athletic v York City (l'Oldham vinse 3-2).
L'anno successivo, a finire sotto i riflettori fu Bradford Park Avenue v Bristol Rovers (giocata il 20 aprile 1963).
Due giocatori del Bristol Rovers, il portiere Esmond Million e Keith Williams, furono coinvolti nella combine (2-2 il finale).
Million e Williams furono multati e poi squalificati a vita, come del resto Brian Phillips del Mansfield Town, che aveva coinvolto Million nella combine.
In particolare, lo scandalo scoppiò quando alcuni giocatori del Mansfield furono pagati da quelli del Tranmere Rovers per perdere la partita.
Il 4 agosto 1963 Ken Thomson dell' Hartlepool United confessò di aver scommesso contro la sua squadra in una partita persa contro l' Exeter City all'inizio di quell'anno.
Una settimana dopo, il giro illegale venne a galla.
Nel 1964, Gauld, in cerca di un "payday" finale dopo essere stato scoperto vendette la sua storia ad un giornale per £ 7,000, incriminando i tre giocatori di Sheffield Wednesday che avevano deciso di perdere contro l'Ipswich Town nel dicembre del 1962.
In realtà furono utilizzate delle conversazioni registrate (la prima volta in un processo sportivo).
Le conversazioni registrate furono fatali per Jimmy Gauld e per altri giocatori coinvolti.
Gauld ricevette 4 anni di carcere.
Brian Phillips e Jack Fountain dello York City vennero condannati a 15 mesi di reclusione, Dick Beattie del St. Mirren ricevette 9 mesi, Sammy Chapman del Mansfield Town, Ron Howells del Walsall e Ken Thomson ricevettere 6 mesi, mentre David Layne, Tony Kay e Peter Swan 4 mesi.
Al loro rilascio, Layne, Swan, Kay, Beattie, Fountain, Chapman e Howells furono squalificati a vita e banditi da qualsiasi lavoro calcistico (Gauld, Thomson e Phillips erano già stati banditi).
Furono perseguiti in totale 33 giocatori.
Jimmy Gauld guadagnò £ 3275 per aver aggiustato le partite e £ 7420 per aver venduto le sue confessioni ad un giornale, morì nel 2004.
Alcuni comunque, quali Brian Phillips, Peter Swan e David Layne tornarono a giocare nel 1972 (7 anni dopo).
David Layne concluse la sua carriera all' Hereford United .
Sammy Chapman tornò prima con Portsmouth e Crewe Alexandra come allenatore e poi con il Wolverhampton Wanderers come manager.
Dick Beattie lasciò il calcio e morì nel 1990.
Esmond Million emigrò in Canada, Keith Wiliams in Sudafrica.
Ken Thomson morì di attacco di cuore su un campo da Golf nel 1969.
Jack Fountain è morto nell'agosto 2012.
Kay squalificato a vita anch'egli ma gli venne revocata la squalifica nel settembre 1973 ma non tornò mai a giocare.
Si trasferì in Spagna dove rischiò l'arresto per aver venduto diamante contraffatto.
Comunque la più grande ironia riguardo la sua implicazione è stata quella di essere nominato uomo del match nella partita persa dalla sua squadra (Ipswich Town v Sheffield Wednesday).


ACCRINGTON V BURY (2008)
Nel 2008 furono registrati flussi anomali di soldi nella partita tra Accrington Stanley e Bury nella giornata finale della stagione 2007/08.
Un'inchiesta della FA provò che cinque giocatori, quattro dei quali dell' Accrington Stanley e l'altro del Bury, avevano scommesso sulla vittoria del Bury.
Jay Harris fu squalifcato per un anno, David Mannix per dieci mesi, Robert Williams e Peter Cavanagh per otto mesi e Andrew Mangan per cinque mesi.
Ogni giocatore è stato anche multato.


FIXING MATCH: CONFERENCE SOUTH (2013)
Tra martedì 26 e mercoledì 27 novembre 2013 sei calciatori (tra cui DJ Campbell, ex Blackpool e Blackburn) delle serie minori inglesi vennero arrestati dalla National Crime Agency con l’accusa di aver truccato alcune partite in collegamento con il vasto mercato illegale asiatico delle scommesse.
Vennero coinvolti anche Akpo Sodjie del Tranmere Rovers (fratello di Sam Sodjie, ideatore del tutto che provò a farsi cacciare quando giocava nel Portsmouth per via di un fixing sul cartellino rosso) e Cristian Montano dell'Oldham Athletic.
Altri due giocatori coinvolti in quanto pagati: Michael Boateng e Hakeem Adelakun, entrambi del Whitehawk FC (Conference South).
Fu il primo caso di una certa entità in Inghilterra dopo lo scandalo del 1964, dopo diversi casi analoghi recenti (e non) che avevano coinvolto Italia e Germania.
I siti di scommesse britannici avevano smesso di accettare puntate su tre squadre della settima e ottava serie inglese (Hornchurch, Billericay Town e Chelmsford City) per timore di irregolarità.
A marzo la Football Association aveva richiamato le squadre della Conference South, parte del sesto livello delle leghe inglesi, alle “responsabilità di giocatori e dirigenti riguardo alle regole sulle scommesse e la regolarità della FA”.
Pare che il segno distintivo che il match prestabilito fosse truccato era il cartellino giallo ad inizio match di uno dei coinvolti nel fixing (5mila euro per prendere il giallo).
Gli arresti furono eseguiti dopo che a novembre il Telegraph svolse un’inchiesta giornalistica incontrando sotto copertura a Manchester un uomo di Singapore che diceva di poter pilotare i risultati di diverse partite.
L’uomo disse, in una serie di conversazioni registrate di nascosto, che era possibile fare centinaia di migliaia di sterline scommettendo su siti asiatici e pagando alcuni giocatori perché prendessero gol, di solito cifre intorno alle 70 mila sterline (84 mila euro) per partita.
L’uomo aggiunse di essere in collegamento con Wilson Raj Perumal, originario di Singapore ma residente per alcuni anni a Londra, che è stato al centro di innumerevoli casi di scommesse illegali negli ultimi trent’anni e che ultimamente stava collaborando con la polizia ungherese per indagini sulla corruzione.
Raj Perumal era stato in carcere in Finlandia per calcioscommesse e avrebbe creato anche amichevoli internazionali che non si sono mai svolte, come un Turkmenistan-Maldive under 21 che sarebbe finito 3-2 ma di cui nessuno dei due paesi disse di saperne nulla.


T'interessano altri articoli su storie sportive(doping, scandali, suicidi, partite vendute, etc) e scommesse?
Qui trovi l'indice completo ed aggiornato del blog:  Indice Storie Sportive(Doping, Suicidi, Partite Vendute, Stake, etc)

sabato 16 ottobre 2021

Il Record Di Longevità Di Stanley Matthews: Giocatore Sino A 50 Anni


Joe Smith (manager del Blackpool): "Hai 32 anni, pensi di giocare ancora qualche stagione?"

Prima di essere superato da Miura (in attività ancora oggi ad oltre 50 anni), il record di longevità su un campo da calcio spettava a Stanley Matthews. L'inglese rimane oggi, tra i top players, il giocatore ad essersi ritirato più "anziano" (l'ultima partita giocata fu un'amichevole tra vecchie glorie inglesi e brasiliane, nel 1985, a 70 anni).
Matthews, concluse la sua carriera con lo Stoke City nel 1965. Considerando che egli era nato il 1° febbraio del 1915, l’attempato centrocampista si ritirò all’età di 50 anni e cinque giorni d’età dopo 33 anni d’attività. Non contento della sua lunga permanenza nell’ambito calcistico Matthews continuò anche dopo il ritiro. Fu allenatore del Port Vale dal 1965 al 1968 (esperienza finita male, visto che il Port Vale fu estromesso dal torneo per irregolarità finanziarie).
Probabilmente fu la dieta vegetariana, il grande senso di sacrificio e il fatto di essere astemio a renderlo ovviamente il giocatore più anziano ad aver giocato nella prima divisione inglese (50 anni) e per la sua nazionale (42 anni).
Dal punto di vista tecnico si trattava di una velocissima ala destra, poco brava a difendere ma micidiale nei dribbling (con buon senso di gol e grande capacità di mettere i propri compagni davanti alla porta avversaria), chiamato "mago del dribbling". Nel periodo a Blackpool, era solito allenarsi con scarpini di piombo, in modo tale da fare uno sforzo maggiore e sentirsi più leggero quando in partita usava scarpini normali.
Giocò principalmente per lo Stoke City (21 anni) e il Blackpool (14 anni) più una breve esperienza in Canada.
Curiosamente vinse un solo titolo in carriera con il Blackpool: la finale di FA Cup 1953 sconfiggendo 4-3 il Bolton Wanderers (quest'ultimi stavano vincendo 1-3, prima che uno scatenato Matthews e Mortensan, autore di una tripletta, non decretarono la rimonta dei Tangerines). Fu una delle poche occasioni durante la sua carriera che si ubriacò.
A livello individuale, vinse il primo pallone d'oro della storia, a 41 anni, nel 1956.
Matthews ebbe un rapporto burrascoso con la FA inglese. La cosa che lo fece arrabbiare fu nel 1950 quando la nazionale inglese venne eliminata nel girone (primo mondiale in cui parteciparono gli inglesi) e i dirigenti inglesi tornarono subito in patria mentre lui rimase in Brasile per studiare le squadre avversarie. Matthews criticò, spesso duramente, la FA, per le sue idee conservative. Secondo lui, la FA trattava i giocatori e i tifosi malamente, dimostrando scarsa considerazione per competizioni che non controllava (come il Campionato mondiale o i tornei europei) e guardando alle innovazioni con eccessivo sospetto.
Nella sua carriera ha giocato 322 partite nello Stoke City (dal 1929 al 1946 e dal 1961 al 1965) con 54 gol, 379 nel Blackpool (dal 1947 al 1961) e 17 reti. In tutto 701 gare, 54 presenze (e 10 gol) nella Nazionale inglese. Matthews è morto nel 2000, a 85 anni.


T'interessano altri articoli su storie sportive(doping, scandali, suicidi, partite vendute, etc) e scommesse?
Qui trovi l'indice completo ed aggiornato del blog:  Indice Storie Sportive(Doping, Suicidi, Partite Vendute, Stake, etc)

martedì 28 settembre 2021

La Tripletta Di Alvin Martin A 3 Portieri Diversi (WHU v NUFC 8-1)

A Boylen Ground nel 1986 si gioca una partita davvero particolare, per quello che succederà. Il West Ham dei "The Boys of ’86" guidati dal capitano Alvin Martin, andranno vicini al titolo finendo a soli 4 punti dal Liverpool campione. Gli ospiti sono il Newcastle Utd senza particolari pretese, a metà classifica, senza possibilità neanche di lottare per le coppe europee perchè le squadre inglesi erano squalificate dopo il disastro dell'Heysel. Nelle ultime 7 gare del Newcastle si erano visti per 30 gol.


PROBLEMA DI PORTIERI
Il Newcastle è falcidiato dalle assenze.
In porta torna il titolare Martin Thomas che veniva da un lungo infortunio di 2 mesi.
Gary Kelly, il secondo, fino a due giorni prima girava con un gesso alla gamba destra per un problema al ginocchio. Il terzo portiere David McKellar, preso in prestito dall’Hibernian proprio vista l’emergenza tra i pali, non giocava in prima squadra da nove mesi prima di scendere in campo contro il Chelsea (nel turno precedente) per infortunarsi all’inguine ed essere indisponibile per la nuova trasferta londinese. Anche negli altri reparti i giocatori sono contati, quindi il manager Willie McFaul deve obbligatoriamente mandare in campo Glenn Roeder, che si era appena ripreso da un brutto caso di intossicazione, e il giovane Chris Hedworth.


1T: 4-0 WEST HAM
Il West Ham inizia il match attaccando subito a pieno organico. Gli avversari sono subito travolti dal ritmo offensivo fluido e veloce, soprattutto sulle ali dove gli Hammers martellano senza sosta. Alan Devonshire dopo quattro minuti batte una punizione sulla sinistra che si dirige sul secondo palo. Sbuca il capitano Alvin Martin che colpisce al volo e insacca alle spalle di Thomas. Il portiere gallese si rotola per terra dolorante, visto che era già non in condizioni ottimali.
All’undicesimo arriva il raddoppio di Ray Stewart, con un cross male indirizzato dalla destra che Thomas non riesce a tenere tra le mani. Poi segna Neil Orr con un tiro dai 25 metri. La beffa completa, in un primo tempo da incubo, arriva al 43′: un pallone colpito di testa in area finisce alle spalle di Roeder, che prova a mandarlo in angolo ma insacca nella sua porta.


ANCHE IL GIOCATORE/PORTIERE HEDWORTH S'INFORTUNA: 5-1
Rientrato sconsolato negli spogliatoi, il portiere Martin Thomas non ce la fa a tornare in campo nella ripresa, il dolore è troppo forte. Così McFaul non avendo portieri in panchina, manda in porta il giovane Hedworth. Ci sarebbe anche l’attaccante Peter Beardsley, che in allenamento ogni tanto va in porta ma il manager vuole le tre punte davanti, così sacrifica il ragazzino tra i pali. Nel secondo tempo la musica non cambia. Il West Ham continua ad attaccare, con una grande qualità di gioco nonostante il manto erboso di Boylen Ground sia appesantito dalla pioggia. Non solo i terzini, ma anche Alvin Martin e gli altri centrali difensivi salgono in avanti a cercare gloria. Poco dopo l’inizio del secondo tempo il difensore John Anderson sente tendersi in maniera innaturale il tendine d’Achille sinistro. Così si sposta dal centro del campo sulla fascia destra, e lì rimarrà per il resto del match non riuscendo a far altro che camminare e fare da sponda per i compagni. Gli Hammers non possono far altro che attaccare sprecando comunque molte occasioni. Le punte Tony Cottee e Frank McAvennie sbagliano spesso davanti al giovane Hedworth. Proprio un tiro di Cottee, deviato in angolo dall’improvvisato portiere, procura al ragazzo una frattura alla clavicola. Prova a rimanere tra i pali, ma quando al 64′ il West Ham segna il quinto gol deve anche lui uscire. McFaul lo spedisce sulla fascia sinistra di centrocampo: Hedworth-Anderson entrambi infortunati. La rete numero 5 è segnata ancora dal capitano, Alvin Martin. In questa incredibile partita ne ha già segnati due a due portieri diversi. 
Hedworth lascia il posto a Beardsley, probabilmente il più in forma dei tre che si alternano tra i pali del Newcastle. I Magpies così si trovano a giocare in 7 uomini, contando i due infortunati che camminano sulle fasce, più un portiere che in realtà sarebbe un attaccante. In queste condizioni trovano però anche il gol della bandiera firmato da Billy Whitehurst al 77′.


LA TRIPLETTA DI ALVIN MARTIN A TRE PORTIERI DIVERSI
Si potrebbe immaginare un finale tranquillo della partita visto cha mancano una decina di minuti, invece il West Ham ricomincia ad attaccare. Paul Goddard trova il sesto gol, due minuti dopo si sblocca McAvennie, che su cross di Cottee colpisce di testa. Sull’ennesima ripresa da metà campo della partita, il Newcastle prova a portare palla dietro ma sbagliano un appoggio dopo pochi secondi. Gli Hammers salgono subito ad attaccare e crossano al centro, ma Cottee non riesce ad arrivare sul pallone. Roeder lo anticipa con la mano, l’arbitro non ha dubbi e fischia subito rigore. Sul dischetto si presenta il difensore centrale Alvin Martin per provare a realizzare una tripletta a tre portieri diversi! 
E così sarà: per l'8-1.
Tony Cotteee prova ad unirsi alla festa del gol quindi gli Hammers continuano ad attaccare e bombardare di tiri la porta di Beardsley. Ma prima un paio di interventi di buona fattura, poi un incrocio dei pali colpito di testa sugli sviluppi di un corner gli negano la gioia della rete.
Sugli spalti i tifosi del West Ham continuano a cantare "England’s Number 1" all’indirizzo di Beardsley.


T'interessano altri articoli su storie sportive(doping, scandali, suicidi, partite vendute, etc) e scommesse?
Qui trovi l'indice completo ed aggiornato del blog:  Indice Storie Sportive(Doping, Suicidi, Partite Vendute, Stake, etc)

sabato 11 settembre 2021

La Storia Del Tourmalet: Il Colle Malvagio!

Nel 1910, agli albori del ciclismo, le strade sono sterrate, le biciclette pesanti (più del doppio di quelle attuali), le lunghezze delle tappe insostenibili. E' in questo anno che inizia la leggenda al Tour de France del Col Du Tourmalet ("Colle Malvagio"). In particolare con una frase che passerà alla storia:

"Vous êtes des assassins! Oui, des assassins!" ("Voi siete degli assassini! Sì, degli assassini!")

A pronunciarla fu Lapize, bronzo olimpico nel 1908 e vincitore di tre Parigi-Roubaix consecutive: si tratta di uno scalatore puro. Quindici tappe, una ogni due giorni, dal 3 al 31 luglio: quella più breve misura 216 km, quella più lunga 424. Nella nona tappa di quell'annata Perpignan-Luchon, 289 km, troviamo: Peyresourde, Aspin, Tourmalet e Aubisque (vette mitiche, una in fila all’altra, che nessuno aveva mai avuto il piacere di provare; sono infatti i primi Pirenei della storia del Tour). Partenza all’alba e arrivo al tramonto, strade strette e sterrate, macchine dell’assistenza inesistenti. In vetta al Tourmalet Lapize transita in seconda posizione, dietro a tale Lafourcade, e si lancia nello storico urlo, riferito agli organizzatori: sì, sono degli assassini, perché proporre un percorso del genere, in condizioni del genere, è veramente da geni del male. C’è chi dice che Lapize abbia avuto un problema meccanico sulla salita del Tourmalet (esiste una foto che lo inquadra mentre spinge la bici) e che abbia affrontato a piedi la successiva discesa, riuscendo a riparare il manubrio prima di rimettersi in sella. 
Nel 1913 si ricorda Eugene Christophe che ruppe la forcella della bici, fece 10 km a piedi, si fece riparare la forcella da un fabbro e terminò comunque la corsa. Nel 1921 Luigi Lucotti, affrontata la salita, pallido e sfinito, affermerà "Non corro più".
Nel 1938, Bartali dirà "è la salita che mi ha fatto più soffrire". 
Il 18 luglio 1995 si ricorda la morte di Fabio Casartelli, nella tappa proprio del Tourmalet ma nella discesa del Portet d’Aspet, finito contro un paracarro in cemento. Era la Saint Girons - Cauterets, 206 km, con il Portet d’Aspet in avvio poi il "giro della morte" con Peyresourde, Aspin e Tourmalet. 
Il Tourmalet è la montagna più alta (2115m), la più presente al Tour e quella più antica. Partendo da Luz Saint Sauveur, si sale con una pendenza stabile del 6% per i primi 7 km. La vetta è sempre in vista, il che rende la lenta avanzata verso la cima ancora più dura. La pendenza dei seguenti 13 km non scende mai al di sotto dell’8% raggiungendo in molti punti il 10%, prima del colpo di coda finale: 1000m di strada che raggiunge l’11% di pendenza. Ad un’altezza di 2087m, è un vero e proprio mostro.


T'interessano altri articoli su storie sportive(doping, scandali, suicidi, partite vendute, etc) e scommesse?
Qui trovi l'indice completo ed aggiornato del blog:  Indice Storie Sportive(Doping, Suicidi, Partite Vendute, Stake, etc)